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Cremonese: nel triangolo delle Bermuda colano a picco le navi, nel triangolo dello Zini è affondato il Brescia

Con la vittoria nel derby per i grigiorossi si chiude un gennaio d’oro in cui ha mangiato 3 punti a Venezia e Como, 5 a Parma, Palermo e Catanzaro, 6 al Cittadella

Giovanni Ratti

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28 Gennaio 2024 - 15:02

CREMONA - Nel triangolo delle Bermuda colano a picco le navi, nel triangolo dello Zini è affondato il Brescia, con le sue speranze di vendicare l’umiliazione dell’andata. Maran aveva considerato un po’ tutto, nel preparare con la sua meticolosità il derby di ritorno. Ma il triangolo no, non l’aveva considerato. E questo gli è costato la partita, quando alla mezzora in punto Abrego ha triangolato in area con Coda per poi toccare il pallone che lemme lemme si è infilato in rete. Un gol che vale il derby e anche di più. La Cremo mette piede nella terra promessa. Un piede solo per adesso, perché l’altro per adesso ce lo tiene il Venezia.

Gennaio è il mese del mercato, in cui spesso si intrecciano i prestiti. Ma la Cremo non si è fatta prestare giocatori da altre squadre, si è fatta prestare dal basket il tiro da tre punti. E bisogna dire che ha una mira da cecchino, perché sono tre partite che lo infila. Tre tiri nove punti, roba da Curry o da Terry per chi segue l’Nba.

Ma a spingere la Cremo c’è anche la forza del destino, quello che ha messo fuori uso quasi subito Collocolo. Bruciare così presto un cambio, merce rara per Stroppa di questi tempi, puzzava di fregatura. E invece è stato un assist, perché l’uomo venuto dalla panchina è stato l’uomo del match.

Poi c’è l’altra faccia della risalita grigiorossa, ed è la difesa. Mica per caso la canzone che gira sul piatto del nostro jukebox la canta il folcloristico cantante che per cognome fa Zero, l’altro numero magico, quello dei gol presi da Jungdal in tutto questo gennaio che timbra alla Cremo la licenza di sognare.

Il derby di ritorno non è stato un picnic come l’andata, ma la Cremo se lo poteva prendere già nel primo tempo, invece ha lasciato uno spiraglio nel quale, si sa, l’imprevedibile minaccia sempre di infilarsi.

Ma quando il Brescia a inizio ripresa ha provato a cambiare la storia della partita, Jungdal ha sbattuto la porta in faccia a Bianchi. Poi più calcetti che calcio, e suspense fino all’ultimo secondo solo perché la Cremo ha insistito a non sfruttare le occasioni per mettersi tranquilla.

Per la Cremo si chiude un gennaio d’oro zecchino, in cui ha mangiato tre punti a Venezia e Como, cinque al Parma come a Palermo e Catanzaro, sei al Cittadella. Un gran bel traguardo volante per Stroppa, che era arrivato con la Cremo a meno cinque dal secondo posto.

Ma non cambiare canale, il bello deve ancora arrivare. Chissà se Pecchia e Vanoli un triangolo con Stroppa lo avevano considerato; lo so che per loro non è una prospettiva esaltante, ma mi sa che gli tocca. 

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