16 Ottobre 2024 - 05:25
CREMONA - Un libro per giovanissimi in cui si parla di amicizia e coraggio ma anche di malattia, quindi della vita vera, quella reale, che può anche far male ma vale comunque la pena di essere vissuta. ‘La vita davanti a sé’, per dirla piratando il titolo di un meraviglioso romanzo di Ramain Gary. Attilio Facchini, avvocato con la passione per le storie, con il romanzo ‘Come un dente di leone’ (ha vinto il premio letterario Giana Anguissola) e grazie a uno stile immaginifico quanto basta ma delicato e rassicurante, ha fatto l’operazione perfetta per un libro per ragazzi secondo la trilogia dettata da Raul Montanari: il giusto mix fra i propri ricordi; ciò che di noi stessi è rimasto immutato negli anni; quello che si apprende spiando il mondo dei più piccoli.
«Quando sono nati i miei figli Susanna ed Elia ho cominciato a guardare le cose da una prospettiva un po’ diversa. In questa storia c’è qualcosa di effettivamente vissuto, anche se la caratteristica particolare è che il ricordo è emerso solo dopo la stesura. Ero molto piccolo, 6 o 7 anni, e frequentavo le elementari a Sora. Un giorno la maestra ci disse che doveva entrare in classe una nuova compagna, ‘una bambina speciale’. Con i miei compagni ci trovammo a domandarci che cosa intendesse, facendo le ipotesi più fantasiose. Si presentò uno scricciolo dal viso pallidissimo ma al tempo stesso con un sorriso meraviglioso. Ci conquistò tutti. Qualche giorno dopo, però, la stessa maestra ci disse che non sarebbe più tornata a scuola e in cambio ci diede una sua fotografia. L’ho ancora impressa nella memoria, il viso pallido con un foulard a coprirle la testa, ma sempre con un sorriso che illuminava, abbracciata a un orsacchiotto. Ci ho riflettuto in seguito, è come se fosse nel mio inconscio, nascosto da qualche parte. Un’altra cosa fantastica di cui mi sono reso conto dopo è che ho chiamato la protagonista del mio romanzo Grazia Pia. Ebbene: questa questa ragazzina si chiamava Maria Pia».
Facchini parla del suo romanzo con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it. Siamo in un piccolo paese, dei ragazzini frequentano una classe elementare, hanno 11 anni. Grazia Pia Letizia, con questo fantastico nome che si ritrova, è lo zimbello della classe. Il fatto poi che ami leggere e suonare musica classica la rende una preda ideale della terribile Micaela e delle sue scagnozze, Sara ed Elvira. Grazia ha anche un’altra passione: le piante, a cui si diverte ad associare le persone che incontra. Micaela è una pianta carnivora, la professoressa di italiano è una violetta e quella di matematica un cactus. La mamma? Un bellissimo girasole, fin troppo appariscente. Quando a scuola viene annunciato l’arrivo di un nuovo compagno, Grazia comincia a fantasticare: chi è questo ragazzo che spunta ad anno scolastico già iniziato e che la prof definisce speciale? È Alessandro, e si rivela antipatico e simpatico insieme, fragile come un dente di leone eppure fortissimo e capace di far cambiare prospettiva a Grazia su molte cose. Alessandro la trascina in un mondo fantastico popolato da strane creature, dove sogno e realtà si confondono e dove è possibile vivere il più grande dei dolori e la più indimenticabile delle amicizie.
Un legame nato piano ma diventato indistruttibile, più forte di ogni male. Alessandro è fragilissimo ma al tempo stesso molto coraggioso, il che permetterà a entrambi di formare un baluardo per far fronte alle difficoltà che la vita presenta che presenta a entrambi. «Attraverso questa amicizia, Grazia viene introdotta in un mondo parallelo, fatto di mostri solo in apparenza, e questo è il modo che ho trovato per dare la possibilità a dei bambini attraverso l’immaginazione di recepire le difficoltà esterne, di metabolizzarle e in qualche modo di riuscirle a tollerarle, a sopportarle». Oltre ai fiori c’è la musica, con la sensazione che in qualche modo scandisca le varie fasi della vita.
Uno dei protagonisti dice ‘in questa vita niente e per sempre purtroppo, ogni cosa si trasforma però in qualcos’altro e diventa più bella’ come un’opera di Beethoven, come La sonata al chiaro di luna che fa da colonna sonora al passaggio decisivo della storia. «La melodia scandisce non solo le opere di narrativa ma anche la vita stessa. Nella Sonata al chiaro di luna il primo movimento è pacato e struggente mentre il terzo è travolgente, perfetto per la piccola morale che Giovanni, il maestro di musica di Grazia Pia, cerca di impartirle per aiutarla a elaborare e superare la difficoltà che sta vivendo. Passare dal primo movimento al terzo significa trasformare qualcosa che può diventare anche più grande e più bello. Basta solo non avere paura di questo passaggio ed essere in grado di apprezzare il cambiamento».
Nel mondo dei giovanissimi i bulli occupano il loro posto facendosi largo a gomitate, e qui non potevano certo mancare. In qualche modo, sempre attraverso le piante, Facchini dà però loro una via d’uscita. «Il tema è chiaramente importante nel romanzo così come lo è anche nella nella vita dei ragazzi di oggi. Il ricorrere ancora una volta alla metafora delle piante da un lato permette a Grazia Pia di far fronte agli attacchi di queste bulle, ma dall’altra anche di trovare per Micaela una soluzione al suo problema. Ovviamente la colpa non è mai dei ragazzi ma di quello che c’è dietro le loro esperienze. Così lascio presagire verso la fine del romanzo anche una possibilità di soluzione delle difficoltà che vive questa questa ragazzina che da associata a una pianta carnivora diventa un ramoscello di rosmarino per delle motivazioni poi che stanno spiegate nel romanzo e dando una visione un po’ più ottimistica alla situazione. Esattamente perché in questa vita niente è per sempre e tutto si trasforma».
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