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3 MINUTI 1 LIBRO: IL VIDEO

Storie di fantasmi in cerca di riscatto

Un giovane professore riesce a vedere gli spiriti e a parlare con loro. La sua missione è dar pace ai morti. Lezione di ascolto anche per i vivi

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

13 Dicembre 2023 - 05:20

CREMA - Alcune strane nebbie si aggirano ovunque egli vada fin da bambino: sono spiriti di persone defunte, rimaste bloccate nel mondo dei vivi per questioni personali irrisolte. Diventato adulto, sfrutterà il suo potere per aiutare alcuni di loro nel liberatorio passaggio all'aldilà. Parlare con fantasmi per fare comprendere ai vivi l’importanza del dialogo, prendersi cura di anime di morti in cerca di riscatto che non riescono a lasciare la terra perché hanno questioni irrisolte è dunque l’esperienza del giovane professore senza nome protagonista de ‘Gli Spiriti del mare’ mandato in libreria dal cremasco Gianluca Bissolati e illustrato da Salvatore Pellone. Un impegno che assolve a costo di mettere a rischio i propri affetti più cari. Ogni fantasma gli racconta la sua vita per riuscire a capire il perché è rimasto nel mondo dei vivi, nell’aldiqua invece che nell’aldilà.

La prima ‘ombra’ che ha visto è quella di sua nonna, una sorta di Virgilio che lo accompagnerà lungo il difficile viaggio. «Gli fa da guida e l’abilità del giovane nel mettersi in contatto con le ombre è cresciuta insieme alla consapevolezza della nonna di essere rimasta nel mondo dei vivi proprio per vegliare su di lui», spiega Bissolati, che parla di questo suo libro nella videointervista ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.

Lungo la sua strada incontrerà Davide, macellaio morto da diversi anni, con un passato burrascoso e una storia d’amore tormentata alle spalle. Poi Bandele, un immigrato guineano che si aggira per la stazione ferroviaria nel tentativo di raggiungere il figlio disperso. Infine Clara, una bambina autistica deceduta in un incidente d’auto poco prima di un compito importante che ha lasciato in lei un segno indelebile. Anime che cercano una possibilità di andarsene finalmente libere che solo il giovane senza nome potrà dare loro. Ma il protagonista scoprirà ben presto che il fatto di vedere gli spiriti non è sufficiente per salvarli. Dovrà fare ricorso a tutta la sua esperienza e umanità, mettendosi sempre in discussione e realizzando, pian piano, che ogni caso è unico e come tale va trattato se si vuole avere qualche possibilità di risolverlo. Un insegnamento, questo, che darà anche a lui una seconda possibilità, permettendogli di leggere diversamente i suoi rapporti con gli spiriti più particolari di tutti: i vivi.

«L’obiettivo del romanzo - aggiunge Bissolati - è far presente che anche nelle situazioni più disperate c’è sempre la possibilità di trovare una soluzione ai propri problemi». L’ambientazione è fantastica, ma i temi trattati sono molto reali. Per esempio la storia di Bandele è quella del dramma degli invisibili morti il lungo e drammatico viaggio dall’Africa o di stenti una volta giunti nella ricca Europa. Oppure la storia di una bambina di una decina di anni autistica morta in una particolare circostanza che non le ha permesso di fare qualcosa che per lei era molto importante «è l’occasione per narrare il mondo dell’autismo, troppo spesso sconosciuto». Infine, lo spirito della nonna, che racconta il suo contributo durante la seconda guerra mondiale «mettendo in luce anche l’importanza del ruolo delle donne nel conflitto; un apporto molto spesso ignorato».

Conclude lo scrittore cremasco: «Al di là che sia con spiriti o persone reali, qualsiasi incontro aggiunge qualcosa sia a noi che lo viviamo che all’altro, uno scambio reciproco». Nella nostra società le possibilità di incontro sono molte, ma è difficile approfondire i rapporti: «Più che altro è questione di stile di vita. Spesso si avrebbe anche voglia di dedicare un po’ più tempo agli altri, ma banalmente per stanchezza o per mancanza di tempo e per i ritmi troppo serrati di impegni continui, non si riesce a vivere l’incontro con le altre persone fino in fondo». 

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