17 Aprile 2024 - 05:35
CREMONA - Cambia il colore della divisa, gli orizzonti si spostano dal fiume al lago, ma l’umanità descritta da Marco Ghizzoni è sempre la stessa, quella della provincia, sapida, ironica, sfacciata e un po’ cialtrona. Protagonista suo malgrado di situazioni imprevedibili, al limite del grottesco. Un piccolo mondo nel quale gli scrittori dalla penna arguta amano intingere la penna e strappare al lettore sorrisi, per lo più affettuosi. Al suo quinto romanzo, lo scrittore cremonese approda sul lago con ‘Le bionde del Benaco’, passa dai carabinieri alla polizia, dai luoghi del cuore di casa sua dei primi libri a quello che definisce il luogo dell’anima, il lago di Garda. Protagonista è un poliziotto un po’ strano, il commissario Umberto De Tullio, «i cui secoli di discendenza partenopea erano compressi in quarant’anni di brescianità e sovrappeso». Ghizzoni ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’.
Spiega: «Come tutti i miei libri, anche questo intriso di umorismo e di ironia e mi è piaciuto riprendere un po’ la letteratura hard boiled (Ndr: genere poliziesco che si distingue dal giallo deduttivo per una rappresentazione realistica del crimine, della violenza e del sesso) e farne una sorta di parodia. Sono un grandissimo amante di Raymond Chandler, ma anche appassionato di Fred Buscaglione, grandissimo musicista prima che cantante, il primo a fare una parodia in musica del genere hard boiled. Quindi ho colto l’occasione, ho immaginato il commissario molto simile a un Fred Buscaglione un po’ appesantito. Una somiglianza che esibisce e accentua con dei baffetti alla Buscaglione, che a sua volta ne aveva alla Clark Gable. Per alleggerire il peso del suo lavoro, ma anche della sua coscienza, si diverte ogni sera a frequentare un locale venezuelano, il Publito, dove letteralmente annega pensieri e dispiaceri nel rum. Nessuno a parte le ragazze del locale, conosce questo suo lato da mister Hyde».
Tutti lo reputano un bravissimo commissario, ed effettivamente lo è. Oltre a essere grandissimo appassionato di musica jazz, soprattutto di batteristi, di cui conosce vita, morte e miracoli. Personaggio arguto, si trova a suo perfetto agio in un piccolo mondo antico. «La costante è proprio quello della provincia. Mi sono sempre definito non uno scrittore ma un narratore e amo raccontare le storie di provincia, mondo che mi affascina perché si presta all’ironia, al sarcasmo, all’umorismo. Un mondo che seppur pieno di difetti è attraente. Il luogo perfetto per De Tullio che riesce a muoversi bene in quel clima umano, riesce come dire a a trattare con tutti anche con i balordi che abitano la provincia pur non dando troppa confidenza a nessuno perché sa che qui è molto sottile il limite tra la confidenza e la gentilezza. Spenderei una parola per la madre, che ha velleità investigative e un fiuto affinato guardando ossessivamente le serie tv di Fos crim, come dice lei». All’alba di ogni giorno, cascasse il mondo, telefona a figlio perché la aggiorni sui casi e per ricordargli che lei vuole a tutti i costi diventare nonna.
Tutto comincia quando dal lago sulla sponda del campeggio La spiaggia incantata spunta un corpo che però non è un cadavere. A scoprirlo è un campeggiatore tedesco un po’ particolare tedesco, Jurgen Mann. «L’ho chiamato così per giocare ironicamente sul cognome, che è quello dei due grandissimi scrittori Thomas e Klaus. È un aprile piovosissimo, lui è furioso e depresso perché di turisti non se ne vedono. Mentre si consola bevendo birra e guardando quel panorama meraviglioso che offre il lago di Garda dalla sponda occidentale, si imbatte nel corpo e subito va su di giri perché capisce che questo può dargli grandissima visibilità e pubblicità. Chiama immediatamente le forze dell’ordine e arriva il commissario. Sorpresa: arriva accompagnato da una collega novellina, Sabrina Toniolo, poliziotta veneta dalla bellezza abbacinante. Il campeggiatore farà di tutto per provarci, anche in maniera ridicola. Arriva a ruota anche un altro personaggio degno di nota: il medico legale, tipo tanto colto quanto pedante, bravissimo ma molto molto difficile da sopportare. Sarà lui a scoprire che il cadavere non è... morto. Inizia da lì in una serie di equivoci, perché alla fine è sì un giallo, ma è anche una commedia degli equivoci».
In questa galleria di personaggi non poteva mancare il matto, un pescatore. «Lo chiamano Hemingway un po’ per giocare sul protagonista del libro più famoso dello scrittore americano, ‘Il vecchio e il mare’, un po’ perché come Hemingway ha il vizio del dell’alcool. In realtà era una persona normale fino a quando non ha fatto un incidente con la barca. È un bravissimo pescatore, su tutto il resto latita. Il problema sta nel fatto che è proprio lui a essere il testimone di quanto accaduto e quindi il commissario avrà delle difficoltà a tirargli fuori la verità». Nei piccoli paesi c’è l’immancabile pedante dipendente pubblico, in questo caso è il guardapesca. Infine il colpevole, sul quale non sveliamo nulla, ma che comunque si muove tra le pagine del libro. Un’umanità tipica della provincia, dove non mancano anche bassezze, piccole truffe e tentativi di raggiro, che prendono corpo nel racconto. «Non ho fatto altro che prendere l’ispirazione dalla mia vita quotidiana e spostarla sulle rive del lago di Garda».
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