26 Agosto 2025 - 10:13
Uno scontro tra fregate in un'immagine del XVIII secolo. Nel riquadro: Fabio Ala Ponzone, miniatura. Museo naval, Madrid
CREMONA - La visita ad una villa di inizio Ottocento voluta dal marchese Antonio Maria Pallavicino Clavello a Cicognolo, nella campagna cremonese, mi ha inaspettatamente portato al cospetto di una Colonna rostrata. Sulla base un’epigrafe resa quasi illeggibile dal tempo mi coglie impreparato non certo sul grande marinaio ed esploratore Alessandro Malaspina, comandante della spedizione di esplorazione geografica e scientifica voluta dalla Corona Spagnola negli anni 1789–1794, ma impreparato sul marinaio ed esploratore Fabio Ala, al quale questo monumento è dedicato. E pensare che siamo figli della stessa terra.
Fabio Ala nacque a Cremona il 29 maggio 1770, terzogenito del marchese Giovanni Francesco Ala e della marchesa Paola Cattaneo. Oltre a Fabio, la coppia ebbe altri quattro figli: Daniele, Benedetto, Lucia e Teresa. Nell’ottobre 1777, in seguito alle complicazioni di un aborto spontaneo, la marchesa Paola venne a mancare, lasciando cinque figli in tenera età.
La gestione dei ragazzi fu affidata al precettore di casa Ala, l’ex gesuita spagnolo Ramòn Ximènez de Cenarbe (Hecho 1743 – Milano 1831), fuoriuscito per espulsione dalla Spagna nel 1767 a seguito della soppressione della Compagnia di Gesù. Coltissimo umanista ed espertissimo delle scienze esatte, preparerà personalmente i piani di studio per ognuno dei ragazzi Ala, che termineranno poi a Firenze e a Pisa la loro istruzione, sempre seguiti dallo Ximenez, frequentando corsi universitari e lezioni accademiche.
Terminati gli studi, come spesso avveniva nelle famiglie nobili, i figli cadetti venivano avviati alla carriera militare o ecclesiastica, il giovane Fabio d’accordo col padre scelse la via del mare nella Real Armada Spagnola, nazione in cui la famiglia Ala aveva legami di parentela presso la Corte madrilena di Carlo III e con Alessandro Malaspina, che in quegli anni era vice comandante della Compañia de Gauardias Marinas y Colegio Naval di Cadice. Inoltrate le opportune richieste, il 5 giugno 1787 a casa Ala arrivò un dispaccio del Ministro della Marina di Spagna Antonio Valdés y Fernández Bazán con la concessione reale.
La famiglia iniziò dunque l’organizzazione del trasferimento a Cadice del giovane Fabio (nell’Armada fu registrato come Fabio Ali Ponzoni) il quale, accompagnato da Giuseppe Ganassa, suo uomo di servizio, lasciata verso fine agosto l’amata casa paterna, si trasferì da Cremona a Genova dove il 4 settembre si imbarcò, con destinazione Cadice, sul brigantino Contessa di Marbeuf. I venti contrari incontrati e l’estenuante lentezza delle pratiche di quarantena a Malaga fecero sì che il brigantino giungesse a Cadice solo il 24 ottobre. Con l’inizio del nuovo anno il giovane Ala, pur non avendo ancora compiuto i 18 anni previsti, fu ammesso nella Compañía de Guardias Marinas che ebbe come prima sede Las casas de Reyna y del Sacramento di Cadice. Questo Corpo, creato nel 1717, fu voluto dall’allora Intendente General de la Marina José Patiño Rosales con l’intento di educare all’arte marinaresca i giovani della nobiltà.
L’ottima preparazione culturale, sia scientifica che umanistica, acquisita sotto la guida del precettore Ximenez, aiutò moltissimo il nostro giovane, tanto che il 25 aprile gli venne assegnato il grado di Guardiamarina e più avanti, in una lettera indirizzata al padre il 25 novembre 1788 così lo informava: «Due fregate vanno fra pochi mesi a dare un giro a tutto il mondo, per riconosce terreno, levantar planos delle parti non molto conosciute dell’America spagnola. La Corte ha dato ordine che i due comandanti possano scegliere gli ufficiali e guardie marine che conoscano siano meglio adattati per un somigliante viaggio. Malaspina ha di già chiesto al nostro Comandante che io vada nella sua fregata».
Il 30 luglio 1789 le due corvette, Descubierta e Atrevida, salpavano le ancore dalla baia di Cadice. Con questa manovra prendeva le mosse la famosa spedizione alla quale partecipò come Brigadier de Guardias Marinas, imbarcato sulla Corvetta Descubierta al fianco del Comandante Capitan de Fragata Alessandro Malaspina, il quale assegnò a Fabio il compito di affiancare gli Ufficiali più anziani nei vari compiti di bordo, ma in particolare di eseguire con loro rilevamenti astronomici, tenere il diario di bordo inserendo coordinate geografiche e condizioni meteo, eseguire la nuova cartografia di alcune baie e coste.
Durante la lunga navigazione Fabio maturò due avanzamenti di grado e si meritò la Croce di Cavaliere di San Giovanni dell’Ordine di Malta. Dopo cinque anni e due mesi, il 21 settembre 1794 le due corvette conclusero la lunga e fruttuosa navigazione dando fondo nella baia di Cadice, ma questo non fu certo per Fabio un momento di gioia. Leggendo la posta che si era accumulata venne a conoscenza dell’ «amara notizia della perdita del suo fratello Benedetto» caduto il 15 ottobre 1793 nella battaglia di Wattignies che vide l’esercito rivoluzionario francese sconfiggere gli Austriaci guidati dal principe Coburgo.
Alla fine del 1794 fu costituita a Madrid, al comando di Malaspina, la Commissione per il riordino di tutto il materiale prodotto durante la spedizione di cui avevano fatto parte oltre a Fabio Ala, promosso nel frattempo Teniente de Fragata, anche il pittore e incisore Ferdinando Brambilla, nato a Cassano d’Adda nel 1763 e a lungo alle dipendenze della corte spagnola.
L’immediato futuro, però, non sarebbe stato prodigo di buone nuove al nostro Fabio Ala: nel novembre 1795 scrive al suo precettore di casa Ximenez: «Il nostro amico Malaspina si trova agli arresti per ordine del Re, senza che se ne conosca il motivo, né si riesca a intuirlo... Io e coloro che erano ai suoi ordini siamo stati assegnati ai rispettivi dipartimenti, perché è stata sospesa la commissione cui eravamo destinati». Malaspina dopo l’arresto (causato, come in più occasioni è stato scritto, da invidie ed intrighi di Palazzo) fu processato e dichiarato colpevole, degradato, radiato dal servizio e imprigionato alla Coruña nel castello di San Antón.
Fabio ricevette l’ordine di lasciare Madrid e rientrare al comando di Cadice, suo Dipartimento Marittimo di appartenenza e consegnare tutti gli scritti relativi alla commissione che avevamo al nostro carico e, di già archiviati dalla Segreteria di Marina. Come se non bastasse, durante il viaggio verso Cadice fu assalito da una banda di briganti che gli tolsero tutto fuorché la vita. In una lettera al padre Fabio scrive: «Dopo avere dato a questi scelerati tutto il denaro che aveva presso di me, che ascendeva a 185 pezzi, i due orologgi ed altre bagatelle somiglianti, potei rallegrarmi di non essere stato maltrattato di bastonate come suole succedere, quantunque minacciato pure della vita».
Riprese così per il nostro ufficiale la normale attività, anche se la sua grande vicinanza e familiarità col Malaspina non era ben vista dagli alti comandi che pensarono bene di destinarlo oltreoceano, inizialmente con destinazione Santo Domingo quindi all’Avana. Qui trascorse alcuni anni con incarichi vari. Il 7 ottobre 1802 col grado di Teniente de Navio fu destinato come Comandante in Seconda sul brigantino Alerta e il compito di rilevare l’intero Golfo del Messico per poi produrre una nuova cartografia.
Il compito si protrasse fino al settembre 1805, dopo di che l’Ufficiale cremonese fu destinato a Veracruz per ricoprire l’incarico di esaminatore della scuola sottufficiali presente in quella piazzaforte. Il 7 gennaio 1807 gli fu spedita da Milano una missiva dal fratello Daniele: « … Colle lagrime agli occhi, e coll'animo desolato vi scrivo. Iddio ci ha tolto il nostro adorato padre; e in questa irreparabile perdita non ho nemmeno il conforto di potere piangere con voi, e nelle vostre braccia. Oh Dio! sia fatta la vostra santa volontà».
Col passare degli anni fu poi, di quella piazzaforte, ispettore delle attrezzature navali, Comandante delle Matriculas, Responsabile dell’Ingegneria ed infine Capitano del Porto, gli riuscì pure nel tempo libero, di mettere a frutto il grande lavoro di ricerca e di studio fatto nel Nuovo Mondo e compilare il volume ‘Diccionario Geografico de America’ che portò con sé in Italia, ma che mai vide i torchi.
Il 25 ottobre 1814 il fratello Daniele da Milano così gli vergò: « … Calcolando il tempo della pace seguita in Parigi, in principio d’aprile, e del ritorno de’ Borboni al trono di Francia, coll’abdicazione di Buonaparte, mi sembra, che la nuova dovrebbe essere arrivata a Veracruz; e voi avreste già abbandonato l’America, per restituirvi al seno ed alle braccia di un fratello, cui nulla manca ora per la sua piena contentezza». Dopo ventotto anni di assenza dalla amata patria, dei quali diciannove trascorsi senza interruzione di continuità in America Centrale, il Teniente de Navio Fabio Ala Ponzone chiese ed ottenne di rientrare in Spagna.
Il 3 giugno 1815 si imbarcò a Veracruz sulla Fragata de 40 canones Prueba in partenza come scorta di un convoglio mercantile e raggiunse Cadice alla metà di agosto. Raggiunse quindi Madrid dove presentò al Ministro della Marina la richiesta di licenza della durata di un anno, che gli fu concessa. Lasciata Madrid raggiunse Barcellona e qui imbarcò per Genova e da qui raggiunse Milano dove prese stabile dimora nel palazzo di Porta Nuova (l’attuale via San Marco) del fratello Daniele il quale, dopo il matrimonio con donna Maria Visconti Ciceri, si era trasferito definitivamente. Qui Fabio tornò finalmente ad assaporare il piacere della familiarità, aumentato tra l’altro dalla presenza del piccolo nipote Filippo, e della mondanità milanese, ma anche i frequenti ritorni nel palazzo di Cremona.
Nell’ottobre 1816 ricevette la notizia della promozione al grado di Capitan de Fragata e con l’avanzamento ricevette anche la Croce di Cavaliere del Real y militar ordem de San Hermenegildo, ma la carriera militare ormai non era più nei suoi progetti di vita futura, per questo chiese il prolungamento della sua licenza, che gli venne concesso. Ma la felicità ritrovata fu, purtroppo per lui, breve, la sera del 3 marzo 1817 mentre accompagnava galantemente una signora alla carrozza, la morte lo visitò senza preavviso. La cerimonia funebre si tenne, davanti a grande espressione di affetto, sabato 8 marzo nella chiesa di San Marco in Milano.
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