+39 0372 404511

Cerca

IL DEBUTTO

Il cremonese Voltini nel musical Sherlock Holmes con Marcorè

«Sono Wiggins risolvo misteri». L’esordio nella Compagnia dell’Ago. «Ora la passione è lavoro»

Mariagrazia Teschi

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

03 Novembre 2024 - 09:44

Il cremonese Voltini nel musical  Sherlock Holmes con Marcorè

Adriano Voltini

CREMONA - «Cinque minuti prima dell’inizio dello spettacolo vorrei essere altrove, catapultato dall’altra parte del mondo. Il brusio del pubblico in sala mi riporta alla realtà, l’adrenalina fa il resto. Mi calo nei panni di Wiggins, il capo della banda di ragazzini di strada che aiutano Sherlock Holmes a risolvere i misteri. E non ne esco più, fino a quando il sipario si chiude e fioccano gli applausi ..... ». Adriano Voltini, cremonese, classe 1999, ha debuttato al teatro Verdi di Firenze lo scorso 24 ottobre nel musical ‘Sherlock Holmes’ con la regia di Andrea Cecchi. L’orologio nel taschino, l’impermeabile per le umide notti londinesi e l’immancabile pipa fumante, l’investigatore della violenta e cupa Londra di fine Ottocento ha il volto di Neri Marcorè: «Umano, umile, con i consigli giusti da dare al momento giusto. È sempre positivo, per certi aspetti ‘british’ e quindi così vicino al personaggio che interpreta. Lavorare con lui e questo meraviglioso cast è un’esperienza fantastica, sono davvero al settimo cielo. E mi ripeto: ce l’ho fatta, per anni è stato un sogno, una passione, ora è il mio lavoro».

cast

Sul palco il cast al completo. Sotto Neri Marcorè

marcore

Sherlock Holmes - Il musical’ sarà dal 7 al 10 novembre al Brancaccio di Roma e poi in tournée. Tra le tappe, Assisi, Padova, Reggio Emilia («un’oretta da Cremona, vi aspetto!), Bologna, Trento, Imola, Ancona, Modena, Prato. Per Voltini si tratta di un debutto nel musical dove canta, balla e recita ma non un debutto in assoluto: l’attore cremonese ha già calcato le assi del palcoscenici nazionali nello spettacolo ‘L’attimo fuggente’ con Luca Bastianello nei panni dell’appassionato docente di letteratura John Keating, interpretato sul grande schermo da Robin Williams.

«Al Parenti di Milano e poi a Roma, al Teatro Sala Umberto. Una bellissima esperienza di teatro di prosa, era maggio dello scorso anno e mi ero appena diplomato all’Accademia di musical della Scuola di teatro musicale a Milano. Mi è stato affidato il ruolo di Richard Cameron, uno dei pochi studenti che non subisce il fascino del professore. A differenza di Cameron, io ho ‘colto l’attimo’! La Scuola del Teatro Musicale prepara gli aspiranti giovani attori a spiccare il volo nel mondo dei professionisti dello spettacolo, proprio come l’entusiasta professor Keating incoraggia i suoi studenti a credere nelle loro capacità e a seguire le proprie ambizioni».

Lei interpreta il ruolo di Wiggins, il più grande degli Irregolari e capo del gruppo. Quali sono i suoi tratti?
«È un adolescente avventuroso e perspicace, con un sorriso sfacciato e il dono della parlantina. Con la sua banda si aggira nelle vie della Londra vittoriana e aiuta Holmes a risolvere i misteri. Lavora nell’ombra, protetto dalla nebbia. Il regista mi ha affidato anche altri piccoli ruoli cantati e ballati nell’ensemble, il mio ruolo principale e amatissimo però è Wiggins, l’Irregolare di Baker Street».

Dal palcoscenico amatoriale a quello professionale dopo una lunga gavetta...
«È vero... Come succede a molti giovanissimi che si vogliono affacciare a questo mondo meraviglioso e complicato, ho mosso i primi passi artistici con Matteo Giambiasi e la Compagnia dell’Ago nei saloni dell’oratorio di Sant’Agostino. Momenti indimenticabili che porto sempre con me. Ho continuato a studiare canto, danza e recitazione con impegno e caparbietà, poi, quasi senza che me ne accorgessi la passione si è trasformata in professione. Ho vinto borse di studio, poi è venuto il momento delle produzioni, poi del diploma. Ora il gran debutto nel musical».

Accanto alla Compagnia dell’Ago, nel percorso di formazione da performer a chi si sente riconoscente?
«A Paola Posa che non ha mai mancato di darmi sostegno e consigli per la danza, per il canto invece a Monica Azuaga. Senza di loro non sarei arrivato dove sono ora. La strada è ancora lunga però, ne sono consapevole... work in progress, sempre e comunque».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400