18 Ottobre 2024 - 10:11
CREMONA - I testi in teatro sono sempre un pre-testo, punti di partenza per dire altro, sollecitare un aspetto, una tematica o semplicemente confrontarsi con un linguaggio. Questo è ben evidente di Open Mic Farm di Gianluca Ariemma, in scena ieri sera a Rivarolo del Re dopo il debutto al Filo di martedì al Filo e il passaggio di mercoledì a Ostiano per la rassegna Acrobati(che) Poeti(che), curata da Alceste Ferrari. Ariemma ha preso La fattoria degli animali di George Orwell e ne ha fatto una riflessione ‘autonoma’ sul linguaggio del potere, dando conto di un adagio andreottiano: il potere logora chi non ce l’ha. La compagnia teatrale Dietro la Maschera si è conquistata la menzione speciale al Fringe Milano Off dell’anno scorso per questo allestimento che asciuga il testo orwelliano concentrandosi sul rapporto/confronto fra Napoleone, il maiale dittatore (lo stesso Ariemma) e Palladineve, il dittatore rivoluzionario, sedotto dal potere, Salvo Pappalardo. A incarnare gli altri ruoli Giulia Messina, trasformista vocale e fisica da tenere d’occhio. Cosa interessa della Fattoria degli animali al trio Ariemme/Pappalardo e Messina? Interessa la riflessione sul linguaggio politico e sull’atto violento di ogni rivoluzione, atto che si completa sempre in una restaurazione.
La parte centrale di Open Mic Farm è rappresentata dal confronto televisivo fra Napoleone e Palladineve, confronto che parte dalla necessità di scoprire chi nella notte abbia rubato il latte di cui i maiali sono ghiotti. Il gioco drammaturgico è legato a un umorismo nero e al modello della stand up comedy con l’obiettivo di raccontare quanto il linguaggio seduttivo e che parla alla pancia dell’elettorato sia foriero di false verità facilmente credibile. Così il confronto fra Napoleone e Palladineve è un gioco al trash, al politicamente scorretto e si concretizza con l’uccisione di Napoleone e la salita al potere di Palladineve che incorona sé stesso. Nel discorso di insediamento il riferimento è al discorso di Antonio per la morte di Cesare nell’opera di Shakespeare, mixato con riferimenti al Riccardo III che Pappalardo dimostra di saper gestire con freschezza e la giusta intensità.
Open Mic Farm raggiunge ciò che voleva dimostrare: la costruzione retorica del potere e la vocazione alla seduzione e alla menzogna, sullo sfondo rimane La fattoria degli animali che forse rischia di essere poco comprensibile per chi non l’ha letta e accessoria se ci si concentra sulla volontà del regista di offrire una riflessione sul potere e i suoi meccanismi seduttivi e mistificatori della realtà. Detto ciò, Open Mic Farm di Dietro la Maschera è un lavoro che molto deve alla temperatura della sala e che per cura e intelligenza merita attenzione.
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