24 Agosto 2023 - 14:05
CREMONA- Da sempre punto di riferimento per l’hip-hop in città, Febbo (nome d’arte utilizzato senza mistero da Renato Frattolillo) è un fiume in piena. «Le cose belle nascono con ‘Alabama’, una canzone pubblicata qualche tempo fa insieme al produttore piacentino Yosuke Oro - ci racconta Febbo nel bel mezzo di un agosto che fa solo da ponte fra le numerose pubblicazioni lanciate in luglio e quelle programmate da settembre -. La canzone è uscita con ED Music, etichetta abruzzese tramite la quale è arrivata anche alle orecchie di un’importante label come la Smilax, la quale si è innamorata di questo pezzo e lo ha voluto pubblicare insieme al video. Subito dopo un’altra etichetta importante a livello europeo, la Believe, ha chiesto di poter ascoltare altro mio materiale, imbattendosi in ‘Sollevi’, un brano in realtà già uscito quattro anni fa e suonato dalla mia band, i Telemachos Telegraph, oggi sciolta».
Un rilancio che ha fatto brillare l’impronta stilistica old school mischiata al soul del brano di Febbo, «qualcosa che forse ricorda un po’ il Neffa anni Novanta di ‘Aspettando il sole’», aggiunge Renato riferendo le impressioni di chi l’ha ascoltata e anticipando: «Intanto il rapporto Febbo-Smilax oggi continua a rimanere forte, tanto che a settembre uscirà una nuova canzone. È un’occasione importante per la mia musica made in provincia». Il nuovo pezzo, ‘So bad’, sarà curato dal produttore di Benevento Egiuann.
Chi conosce gli appetiti musicali di Febbo, sa che l’hip-hop è alimentato da solidi ascolti di funk, reggae, soul e jazz. E proprio l’amore per il reggae - «purtroppo troppo poco calcolato in Italia, soprattutto al nord» - è stato il detonatore di The Addition, un progetto parallelo realizzato con Jahmaikol e con una figura molto nota della musica giamaicana come Raymond Wright, sfociato nella freschissima pubblicazione estiva del singolo ‘Murder Vampire’. Così come non si spegne la passione per i live con le band: ben due al lavoro contemporaneamente che attendono solo di trovare occasioni per salire sul palco. Una è tutta cremonese, si chiama Febbo@5 A.M. e vede nell’organico Matteo Trogu, Marco Carnesella, Matteo Chirivì.
A ottobre è atteso il primo singolo. L’altra, di recente formazione, si chiama Chateau Mare, e per la fine dell’anno arriverà al primo EP. L’hip-hop è anche al centro dell’attività di docenza di Renato, che da anni tiene laboratori di scrittura creativa rap per i suoi giovanissimi studenti, perché «questa musica fa imparare cose incredibili: pensiamo solo al beatboxing e al freestyle, cioè la capacità di riprodurre basi musicali con il solo utilizzo della bocca e dell’improvvisare testi ad hoc. Si sceglie un tema e si parte».
Rap che si fa anche ponte fra generazioni, in un momento delicato, in cui la musica pare aver chiuso la porta della comunicazione nell’uno e nell’altro senso: «Certo, i tempi sono cambiati - ci racconta -: da educatore io non giudico mai la musica che piace ai ragazzi, dall’altra cerco di essere utile, di fornire strumenti, anche mettendo in guardia rispetto a certi argomenti spesso al centro della musica trap. Non voglio essere giudicante, è una ‘wave sociologica’, e un motivo ci sarà. Sono però contento di aiutare i ragazzi a discernere musica e argomenti che a loro piacciono. Il rap è indubbiamente uno strumento formidabile per comunicare con loro».
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