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GRANDI OPERE

Raddoppio: «Con questo progetto c'è un rischio enorme»

Il comitato tecnico-civico che ha promosso la petizione per la revisione del tracciato: «Pizzighettone non diventi come Viareggio»

Elisa Calamari

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08 Luglio 2025 - 19:42

Raddoppio: «Con questo progetto c'è un rischio enorme»

PIZZIGHETTONE - «Non vogliamo che Pizzighettone diventi un’altra Viareggio»: i componenti del comitato civico-tecnico che ha promosso la petizione per la revisione del tracciato del raddoppio ferroviario fanno riferimento alla strage avvenuta nella stazione della Versilia, nel 2009. Sottolineando che il passaggio dei convogli a ridosso delle abitazioni rappresenterebbe un rischio enorme.

Dopo l’intervento del sindaco Luca Moggi, a richiamare l’attenzione degli enti superiori in difesa dell’abitato di Pizzighettone sono ancora una volta Stefano Fornasari, Marco Sbaruffati, Silvia Ariberti, Roberto Valdameri, Paolo Cappelli e Marco Buccellé.

«Un’opera come quella del raddoppio ferroviario, così come sembra voglia portare avanti Rfi, affiancata dal silenzio assordante di Regione Lombardia, rappresenta uno sfregio alla volontà dei cittadini e dell’Amministrazione comunale – dicono –. Questo progetto aumenta la possibilità che Pizzighettone diventi teatro di un incidente ferroviario, proprio come quello di Viareggio. Resta solo da aspettare quando e dove, visto che quest’opera resterà sul territorio per i prossimi 150 anni. Nell’incidente a Viareggio morirono 32 persone: 11 nell’esplosione e le rimanenti nei giorni successivi per le ustioni gravissime. Fare viaggiare treni merci a 160 chilometri orari a sei metri dalle abitazioni, in una posizione critica e vista la tipologia di merci che verranno trasportate, è un rischio che potrebbe rivelarsi letale. Eppure questo per la politica non è importante. Sembra una questione ritenuta di vitale importanza solo per i cittadini che adempiono al loro dovere civico e per coloro che abitano a ridosso della linea ferroviaria. Ma dovrebbe far riflettere tutti».

I pizzighettonesi fanno riferimento anche ad un’altra tragedia più recente: «L’esplosione del distributore a Roma di questi giorni è la dimostrazione che anche impianti inseriti nella quotidianità, e situati ai margini delle strade, possono trasformarsi in rischi. Questo non significa che tutto ciò che è pericoloso debba nell’immediato essere spostato, ma bisogna cogliere l’occasione quando ne è possibile».

Ecco allora che viene ribadita l’importanza del tracciato alternativo proposto da Pizzighettone: «Esiste un’alternativa, più sicura e oltretutto più economica. Come contribuenti della Lombardia, una delle regioni economicamente più sviluppate, abbiamo il diritto ad opere realizzate in modo sicuro che guardano al futuro, all’innovazione. Per questo chiediamo, nuovamente e con insistenza, risposte ma che inspiegabilmente non ci vengono fornite».

Nelle scorse settimane il consigliere del Pd Matteo Piloni ha anche presentato un’interrogazione sul tema, rivolta all’assessore Claudia Terzi ma ancora senza risposte. Il comitato si chiede perché visto che le domande poste erano abbastanza semplici: capire se si sta proseguendo sulla linea del vecchio progetto e se ci sono soldi a sufficienza.

«Sembra che gli elettori non stiano ricevendo la trasparenza che come cittadini meritano – concludono i componenti del comitato –. Esiste un partito che realmente, non solo a parole in campagna elettorale, si candidi e operi concretamente per il bene dei cittadini e per il territorio? Attendiamo le risposte del vice ministro ai trasporti e dell’amministratore di Rfi, i quali verranno contattati dal Comune. Non lasceremo nulla di intentato affinché Pizzighettone e i suoi cittadini non vengano devastati da quest’opera».

In assenza di una presa di posizione regionale circa il ‘braccio di ferro’ sul tracciato che vede scontrarsi Pizzighettone e Maleo, come già riferito proprio il sindaco Moggi ha manifestato l’intenzione di rivolgersi al vice ministro Edoardo Rixi e al nuovo amministratore delegato di Rfi Aldo Isi.

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