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CHIEVE: L'IMPRESA

Lo Stretto a nuoto per celebrare la guarigione

Padre e figlia di Chieve uno accanto all’altra da Scilla a Cariddi: la giovane ha sconfitto una grave malattia

Giovanni Ricci

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31 Luglio 2024 - 05:05

Lo Stretto a nuoto per celebrare la guarigione

Monica Bianchi e Paolo Basso Ricci

CHIEVE - Da Scilla a Cariddi a nuoto: una traversata nelle acque dello stretto di Messina per celebrare la guarigione. Quella portata termine dal chievese Paolo Basso Ricci e dalla figlia Diana è un’impresa di gratitudine: un inno alla vita per dimostrare a se stessi che la forza di volontà può vincere ogni paura. Perché Diana, dopo aver sconfitto una grave malattia, ha scelto di tornare a immergersi insieme a papà in quelle acque che aveva attraversato già da bambina: a soli 8 anni, nel 2008, era diventata la nuotatrice più giovane in assoluto a percorrere, una bracciata dopo l’altra, i tre chilometri e mezzo di mare che separano la Calabria dalla Sicilia. Un record che Diana, oggi 24enne, detiene tuttora.


Basso Ricci, direttore della struttura di Radiologia degli ospedali di Piario e di Lovere, e la sua Diana hanno condiviso l’esperienza con altri sette nuotatori. Alle 8 del mattino il gruppo è entrato nelle acque siciliane e dopo circa un’ora è approdato sulla sponda calabrese. «Ancora una volta la tenacia ci ha permesso di vincere la sfida dello Stretto. Insieme abbiamo primeggiato contro ogni timore» commenta il radiologo.


È la quarta volta che Basso Ricci è protagonista della traversata nel braccio di mare in cui risuona l’eco mitologica dei letali mostri acquatici: la prima era stata nel 2008 — con figlia e moglie al fianco —, la seconda nel 2014 e la terza nel 2017. Il trascorrere degli anni non ha intaccato la forza d’animo e la resistenza del medico-nuotatore, che si è così ripresentato in acqua per il personalissimo poker. «Attraversare a nuoto queste acque — dichiara — è una sfidacon se stessi, per provare che le persone possono essere più forti di quanto immaginano».


La truppa di nuotatori è stata seguita a vista da una barca in modo da assicurare ai temerari le necessarie condizioni di sicurezza. «Chi affronta lo Stretto — spiega Basso Ricci — deve avere una speciale accortezza: poiché le correnti sono molto forti, è indispensabile seguire con attenzione le indicazioni di chi si trova a bordo della barca accompagnatrice. Per noi la traversata è stata, insomma, un autentico lavoro di squadra, che ci ha permesso di arrivare insieme al traguardo. È proprio questo lo spirito che vogliamo portare con noi nella nostra vita quotidiana e lavorativa».


Il radiologo, quindi, dedica una riflessione alla missione in tandem: «Ho voluto con me anche mia figlia Diana, che ha 24 anni, e che quando ne aveva appena 8 è stata la più giovane nuotatrice ad attraversare lo Stretto. Questa quarta traversata ha un sapore del tutto particolare: Diana, all’età di 17 anni, ha dovuto affrontare una grave malattia, l’ha superata e ha voluto di nuovo tornare a compiere questa impresa». Nuotando fianco a fianco, padre e figlia hanno colto l’opportunità di cementare il loro rapporto. Con la ferma intenzione di ripetersi nel prossimo futuro: per Diana sarebbe il tris, per papà Paolo significherebbe pokerissimo.

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