06 Settembre 2023 - 05:30
CREMONA - Davanti ad un autunno che si annuncia quanto mai incerto per lavoratori e pensionati, i leader provinciali dei sindacati unitari chiedono alle istituzioni più sostegno ai redditi medio bassi, un patto del Welfare che non lasci indietro le persone in difficoltà e politiche di espansione economica. Richieste che si rivolgono ovviamente anche al Governo, in vista della manovra finanziaria. La situazione economica locale sembra reggere, confermano le parti sociali, ma le condizioni macro economiche sfavorevoli possono incidere anche sul tessuto sociale e produttivo cremonese.
«La manovra – sottolinea Elena Curci segretario generale della Cgil di Cremona – sarà il banco di prova di questo governo e le risorse si trovano dove ci sono, partendo dalla lotta all’evasione e tassando gli extraprofitti non solo delle banche: per noi i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione devono tornare ad essere riconosciuti e resi esigibili da tutti».
Per Curci si deve procedere con il salario minimo. «Bisogna introdurlo e approvare la legge sulla rappresentanza, strumento essenziale per contrastare i contratti pirata. Questo Governo continua a fare scelte sbagliate allargando i part-time involontari e la precarietà, reintroducendo i voucher e liberalizzando i contratti a termine, aumentati anche nelle nostra provincia, e il subappalto a cascata. Chiediamo inoltre che venga difeso e rilanciato il Servizio sanitario nazionale. Anche una nostra delegazione sarà il 7 ottobre a Roma per la manifestazione di piazza a sostegno di queste richieste».
Dino Perboni, segretario generale della Cisl Asse del Po, aggiunge: «Dalla Germania, la recessione si va estendendo all’Eurozona e di conseguenza in Italia e nel nostro territorio provinciale. Dobbiamo dire che grazie ai lavoratori e alla vitalità delle relazioni industriali, l’economia cremonese ha mostrato capacità di resistenza e reazione in termini di crescita, seppur oggi giungono segnali di rallentamento. L’Istat continua a riscontrare un abbassamento dell’indicatore inflativo rispetto ai mesi scorsi, ma è ancora alta per i beni non durevoli che colpiscono le fasce di reddito basso e medio-basso. Per affrontare la fase di raffreddamento dell’economia, serviranno scelte adeguate, liberandosi dell’inutile rigorismo della Bce che già tanti danni ha fatto. In questo quadro, c’è bisogno di una politica economica che persegua obiettivi anticiclici. Un grande accordo fra governo, sindacati, associazioni datoriali che punti al rilancio del valore reale di salari e pensioni e metta al centro coesione, buona occupazione, formazione e politiche attive. Un patto per il welfare».
Per Fabio Caparelli, segretario della Uil, i prossimi mesi non si annunciano facili. «Già prima della chiusura estiva molte aziende del territorio hanno fatto richiesta di cassa integrazione ordinaria, non solo per far fronte alle alte temperature presenti nei luoghi di lavoro, come previsto da decreto legislativo, ma anche per ridimensionare la produzione, sulla base degli ordini previsti. Ci sono dunque rischi per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti con redditi medio bassi, ma anche per chi vive già in una condizione di sofferenza economica. Non possiamo che essere cauti per quanto si potrà verificare nei prossimi mesi, certo auspichiamo in un rilancio dell’occupazione, soprattutto giovanile, e in un ‘paniere’ calmierato nei costi».
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