05 Maggio 2023 - 11:23
SONCINO - I vandali arrivano fino in parrocchia: «Episodi incresciosi, a loro ascrivibili, si sono verificati anche in chiesa — ha rivelato ieri l’arciprete don Giuseppe Nevi —: abbiamo già riferito il tutto alle autorità competenti. Non voglio però scendere troppo nei dettagli». E se sull’accaduto, il primo sacerdote soncinese mantiene la riservatezza, sul giudizio in merito alle baby-gang di Soncino è invece affilato: «Con questi giovani, bisogna essere autorevoli. Bisogna far passare forte e chiaro il messaggio che la legge dev’essere rispettata. La società smetta di assistere in maniera acritica a fenomeni di questo tipo».
La chiesa porge quindi l’altra guancia, ma non chiude gli occhi quando gli adolescenti si mettono a spaccare porte delle abitazioni per ritorsione contro i proprietari che li riprendono per il baccano, come è accaduto in Borgo Sera. O a decapitare statue per noia, com’è successo all’area-museo di arte contemporanea Macbus, o ancora a insozzare le mura di Castelgiardino, della Filanda e di altri monumenti.
E don Nevi, non certo avvezzo al nascondersi di fronte ad argomenti anche difficili, non evita il confronto: «Se sono a conoscenza del problema del vandalismo? Sì, ma non sono stati i genitori a parlarmene. Qualcosa è successo anche nelle nostre chiese. A tal proposito — dichiara l’arciprete — sono convinto che il rispetto vada insegnato e l’importanza dell’educazione tra i giovani consolidata. Non possiamo lasciar correre, col rischio che tra i ragazzi si diffondano comportamenti che si potrebbero definire antisociali». Il sacerdote non manca di redarguire tutti, dalle istituzioni alle mamme e ai papà distratti: «La società — conclude infatti laconico il parroco — ha degli strumenti per reagire. Eppure, almeno fino ad ora, non li ha usati».
Beninteso, il parroco di Soncino non è l’unico a commentare con fermezza il diffondersi del fenomeno dei vandalismi a Soncino. Anzi. Le stesse scuole del borgo, stando a fonti certe e verificate, hanno più volte approfondito il tema, anche con contatti fra i vari istituti, per individuare i responsabili di alcuni gesti eclatanti, non ultimo quello della porta spaccata a calci in pieno centro. Ne sono informati anche molti genitori e residenti, che non hanno nascosto il loro disappunto e la loro preoccupazione.
Perfino il sindaco Gabriele Gallina si è espresso pubblicamente con durezza e ha poi emanato un’ordinanza ad hoc per chiudere uno dei principali luoghi d’aggregazione dei gruppetti giovanili. Ovviamente, ne sono al corrente anche le forze dell’ordine. Scarseggiano però le denunce, spesso affidate più allo sfogo che ai verbali in caserma. Agire, quindi, diventa più difficile.
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