17 Aprile 2023 - 19:20
il cristallo della porta infranto a calci
SONCINO - Rimprovera i ragazzini che fanno chiasso e loro gli sfondano la porta. Succede a Soncino, nel quartiere Borgo Sera. L’episodio risale al fine settimana appena trascorso e la denuncia arriva da un residente, che si è ritrovato con il cristallo del portoncino a pezzi, perché si era lamentato del baccano. Ferma la condanna del sindaco Gabriele Gallina: «Un grave accadimento, che non deve essere ignorato. Non per l’entità del danno, ma per il gesto. Purtroppo, a Soncino, in questi ultimi mesi stiamo constatando la presenza di gruppetti di adolescenti, che si caratterizzano per mancanza di rispetto delle persone e delle cose, sia pubbliche sia private — commenta il primo cittadino —: cercheremo di prendere provvedimenti, che limitino la possibilità del ripetersi di tali spiacevoli fatti».
«Gli atteggiamenti dei minorenni - continua -, nella maggior parte dei casi, sono lo specchio di quanto sperimentano osservando alcuni maggiorenni e alcuni genitori. Gli atteggiamenti maleducati e irrispettosi di alcuni maggiorenni li possiamo riscontrare, leggendo i giornali ogni giorno, nei confronti delle forze dell’ordine, dei professori nelle scuole, dei politici, dei medici e degli infermieri negli ospedali. Non possiamo pensare che i ragazzi rispettino quelle che, nelle diverse aggregazioni sociali, per semplificare, possiamo definire autorità; se le vedono continuamente sbeffeggiate e maltrattate da alcuni adulti».
Il racconto della vittima, che ha contattato il giornale con lettera firmata e a cui viene garantito l’anonimato: «Volevo informare La Provincia del fatto che sabato, alle 22 circa, mi hanno sfondato il vetro della porta di casa. Uno o più ragazzini che sostavano nei pressi dei distributori automatici l’hanno presa a calci». Una ritorsione in piena regola: «Tutto questo — prosegue il proprietario di casa — è successo dopo che ero uscito per chiedere un po’ di rispetto. Non esagero, quando dico che c’erano almeno 60 o 70 ragazzi, che hanno sostato lì per ore. Lascio immaginare ai lettori cosa significhi vivere in queste condizioni».
La scelta di rivolgersi alla stampa, oltre ovviamente alle forze dell’ordine, non arriva solo dalla frustrazione per l’accaduto. Lo scopo del soncinese è lanciare un appello: «Vorrei che le autorità, durante i controlli in paese, facessero disperdere questi gruppi. Ma, soprattutto, la mia speranza è che qualche genitore, leggendo quel che mi è accaduto, rifletta sulla situazione e possa prendere i dovuti provvedimenti».
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