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DISASTRO FERROVIARIO

Pioltello, il racconto di un superstite: "Una mitragliata di sassi sotto il pavimento"

Il tragico incidente avvenuto il 25 gennaio 2018 arriva a processo. In aula alcuni testimoni: "Pensavo fosse finita"

La Provincia Redazione

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22 Febbraio 2022 - 15:29

Disastro ferroviario di Pioltello, il racconto di una vittima: "Ho sentito una mitragliata di sassi sotto il pavimento"

Una foto della tragedia del 25 gennaio 2018

MILANO - «Ho sentito una mitragliata sotto il pavimento. Il treno era diventato indomabile, sbatacchiava a destra e a sinistra. Il rumore era quello di sassi che ci stavano mitragliando i fianchi». È il drammatico racconto di uno dei superstiti del disastro ferroviario di Pioltello, nel Milanese, nel quale il 25 gennaio 2018 in seguito al deragliamento del regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi morirono 3 persone e un centinaio rimasero ferite.

Il signor Franco, oggi tra i testimoni al processo in cui sono imputati, oltre a Rete Ferroviaria Italiana, che è anche responsabile civile, l’ex ad Maurizio Gentile, ora commissario straordinario per la messa in sicurezza della A24 e A25, e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi, ha ripercorso in aula quella tragedia. «Mi ha cambiato la vita e mi ha fatto capire cosa vuol dire essere su un aereo mentre precipita. Ho cercato di chiamare mia moglie per salutarla. Ero convinto che non l'avrei più rivista, pensavo fosse finita». 

Salito a Treviglio alle 6.43 della mattina sulla carrozza 3, quella che si è maggiormente deformata, il signor Franco, che è rimasto contuso e per mesi ha avuto problemi di insonnia e incubi, ha raccontato di aver trovato posto su un «sedile basculante» nel vestibolo in quanto sul treno c'era molta gente. Una dozzina di minuti dopo la partenza ha sentito un rumore di «mitraglia» che «non era normale» ed ha capito che stava accadendo qualcosa di grave. «Ho urlato 'stiamo deragliando'». Poi il tentativi di cambiare carrozza e di chiamare la moglie «per salutarla perché ero convinto che non ne saremmo usciti. Sono cominciate a cadere le plafoniere, gridavano tutti».

«La sensazione - ha proseguito - era di essere su un aereo che stava cadendo. Poi mi sono messo giù a uovo e ho aspettato l'impatto violento». Dopo di che un «silenzio assurdo, una polvere bianca mi ha coperto gli occhiali e mi ha fatto tossire per mezz'ora. E infine i soccorsi e una voce che chiamava 'mamma, mamma'. Sentivo dolori su tutto il corpo, ma ero vivo. E ora sono qui ma sono cambiato. Non ho dormito e ho avuto incubi per un mese e mezzo o due e adesso non riesco più prendere l’ascensore e non sono più salito su quel treno». La testimonianza del passeggero sopravvissuto, come tutte quelle delle altre parti offese convocate oggi, sono avvenute assieme alla proiezione di video e immagini. (ANSA)

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