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Bang bang, due colpi e siamo a terra

La Ternana stende la Cremo a tradimento ma non del tutto, perché non è da sabato pomeriggio che la squadra perde colpi

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

14 Aprile 2024 - 14:28

CREMONA - Bang bang, due colpi e siamo a terra. La Ternana stende la Cremo a tradimento ma non del tutto, perché non è da sabato pomeriggio che la squadra perde colpi, e soprattutto perde la propria identità. La Cremo si sta buttando via nel momento decisivo, e anche in quello in teoria più favorevole: vinto lo scontro diretto col Como, il calendario le offriva una sequenza di partite, è inutile girarci intorno, più facili, ideali per sfruttare l’inerzia positiva e volare via. Sudtirol, Feralpi, Bari e Ternana, nemmeno se nel calcio esistesse come al ristorante il menu alla carta ci si sarebbe potuti scegliere un calendario così goloso.

E invece no. La vittoria di Bari è una foglia di fico che non basta a nascondere tre sconfitte che, se non fanno una prova di colpevolezza come c’è scritto nei gialli, di sicuro fanno pensare male.

Anche perché sono venute in circostanze che si assomigliano in modo sinistro. Avversarie fra il modesto e lo scarso, però sostenute da un istinto di sopravvivenza molto sveglio. E una Cremo incapace di imporre la sua caratura superiore, di mettere al loro posto queste avversarie ricche solo di verve agonistica e di fiato, ma sempre più sfacciate man mano che la Cremo si incartava.

Le due sconfitte di fila allo Zini, poi, si assomigliano come le gemelline di Shining: Feralpi e Ternana colpiscono d’incontro quando la Cremo nello sforzo di inseguire la vittoria che non vuole arrivare si sporge fino a precipitare.

Almeno, però, a Bolzano e con la Feralpi c’era l’attenuante molto generica dell’affanno per non aver sbloccato il risultato. Con la Ternana invece il gol era arrivato, e un gol che aveva tre pregi, che elenco in ordine crescente: è stato il primo gol del generoso Tsadjout, è stato il gol più bello del campionato grigiorosso col doppio scambio con Johnsen, e per l’appunto ha schiodato lo zero a zero, che in partite come questa è il classico scollinamento che lancia verso il traguardo.

A meno che, si capisce, non ci si butti via. Come invece ha fatto la Cremo, facendosi infilare quattro minuti dopo da Favilli, un altro centravanti che non è che abbia il gol sulla punta della scarpa. Bang numero uno.

Tutto da rifare, e nel primo tempo la Cremo pur sbagliando tanto ha anche costruito, sulla spinta di Collocolo e anche di Johnsen e Falletti, fin troppo frenetica ma lo si può anche capire data la smania trasparente dei due di ripagare la fiducia loro data da Stroppa.

Il quale però la fiducia l’ha ritirata in modo precipitoso a metà partita. Fuori entrambi gli uomini dai garretti veloci, restaurazione di un copione già visto e già anche bocciato dal campo. Mettici il fatto che Collocolo, l’unico centrocampista completo che abbiamo, non ha ancora recuperato piena autonomia atletica; morale della favola, un secondo tempo senza sapore come un chewing gum troppo masticato, e nel recupero ‘bang’ numero due con Distefano. Un gol che peraltro non è arrivato così a ciel sereno, perché la Ternana l’uomo davanti al bravo Saro l’aveva già messo un paio di volte.

E adesso? Restano cinque partite, e se ci credi non mi preoccupano i cinque punti dal Como o il calendario difficile, mi preoccupa questa Cremo che sta perdendo identità. E che Stroppa deve aiutare a ritrovarsi in tempo per prendere l’ultima corsa per la Terra Promessa.

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