05 Maggio 2022 - 16:02
VIADANA - Un museo per ricordare la strada fatta, per evidenziare i forti collegamenti con l’arte e la pubblicità e per sottolineare il legame con il territorio. Con queste idee ieri a Cicognara è stato inaugurato il museo aziendale della Pennelli Cinghiale: un viaggio tra le memorabilia «del pennellificio più pop d’Italia». Un’azienda fondata nel 1945 da Alfredo Boldrini che attualmente ha una trentina di dipendenti e produce 1.400 pennelli all'ora e il cui mercato, oltre all’Italia, è rappresentato soprattutto dai Paesi del Mediterraneo.
La storia di Pennelli Cinghiale è sovrapponibile a quella dell’Italia degli ultimi decenni: piccole realtà che con l’intelligenza e l’equilibrio tra tradizione e innovazione riescono a trasformarsi in realtà solide e durature, grazie alla capacità di superare le crisi e di non «sedersi» sui successi conquistati. E poi c’è il «colpo di genio» che rimane nella memoria collettiva: uno degli spot più performanti della storia della pubblicità italiana. «Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello» è la frase che ha trasformato lo spot in un cult, grazie alla maestria di Ignazio Colnaghi, il miglior creativo nel campo pubblicitario dell’epoca. «Un gioco di parole, l’ambientazione e due volti particolari — aggiunge l’amministratore delegato Eleonora Calavalle — sono stati fondamentali per il successo dello spot. Tra l’altro venne girato senza allestire il set, ma nel vero traffico di Milano».
Da tutte queste suggestioni al museo il passo è stato breve, grazie anche al coinvolgimento — per l’allestimento del museo — di DutyGorn, uno degli street artist più eclettici e di successo sulla scena italiana e internazionale. «È stato un vero e proprio colpo di fulmine l’incontro con DutyGorn — commenta Calavalle —. La sua continua ricerca, sperimentazione artistica e straordinaria intuizione di creare vere e proprie opere d’arte, anche a partire da uno strumento di utilizzo comune come il pennello ci ha affascinato». Il museo, multimediale, accoglie i visitatori con molteplici sorprese: dall’installazione che apre il percorso in azienda alla teca multimediale con le voci di chi ha fatto la storia del marchio, dalla scheda tecnica del pennello Katy dedicato da Boldrini alla figlia Catiuscia a una cambiale da lui firmata e riacquistata su eBay. Un viaggio, quindi, che diventa soprattutto patrimonio della nostra memoria.
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