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Ciclismo

Il Circuito del Porto domenica attende il suo 50° re

Il Trofeo internazionale Arvedi taglierà il traguardo del mezzo secolo di ininterrotta attività

Giovanni Ratti

Aprile 2016

Il Circuito del Porto  domenica attende il suo 50° re

In principio fu Mauro Landini. Il quale domenica tornerà sul palco del Circuito del Porto per premiare il vincitore della cinquantesima edizione della gara di cui fu il primo primo, avendola vinta mezzo secolo fa con la maglia bianconera della ferrarese Codifiume, battendo Agostino Cremonesi della Pejo. Da allora si sono intrecciate le storie di 47 vincitori (con due felici recidivi, Alberto Destro ‘87 e ‘95, Paolo Simion 2012 e 13, mentre Maurizio Piovani per gli amici Piove si è limitato a sfiorare la doppietta), e il 48° uscirà anzi schizzerà fuori da un ribollente pentolone di pretendenti che l’enciclopedico Alessandro Brambilla ha messo in fila snocciolando nomi cognomi e indirizzi con una velocità che sembrava di sentire l’Adriano De Zan di certi arrivi in volata quando la tivù i colori te li lasciava immaginare e i ciclisti correvano anche nelle biglie da spiaggia.
E proprio la volata è il destino cui il Porto ha sempre faticato a sottrarsi e sempre più faticherà, dato che i migliori sulla piazza sono corredati da squadre che sono macchine da guerra capaci di risucchiare qualsiasi velleitario della soluzione solitaria con la naturalezza con cui Totò risucchiava uno spaghetto. E però, o forse proprio per questo, domenica saremo come sempre lì ad applaudire gli ardimentosi che riusciranno a guadagnarsi qualche mezzo giro in solitaria.
Poi, alla fine dei dodici giri, volata sia, una vertigine col cuore in gola che stavolta varrà ancora più del tantissimo che vale sempre. Che ci sia qualcosa di speciale nell’aria del Porto lo si respirava già ieri nella conferenza stampa di presentazione nella sala quadri del Comune. Intorno al tavolo con Rossano Grazioli e Italo Carotti vertici del Cc Cremonese che per gradire compie 125 anni, con Angelo Pegoiani presidente provinciale Fci e frontman dell’organizzazione, con il mastermind tecnico Massimo Rabbaglio, con l’assessore Mauro Platè, c’erano il già citato Alessandro Brambilla che ha condotto l’incontro raccontando tutto il raccontabile e poi sfidando i cronisti a chiedere qualcosa che lui non avesse già detto, grossi calibri della federazione nazionale e regionale (il casalasco Corrado Lodi, Cordiano Dagnoni, Fabio Perego), e un eccellente pezzo di passato prossimo del nostro ciclismo come Gianluca Bortolami cui è stato un po ’ sadicamente ricordato quella volta che vinse la tappa al Tour ma, iniziando a festeggiare già ben prima del traguardo, si fece sfuggire di un solo secondo la maglia gialla («In un attimo sono passato dalla gioia allo sconforto totale...», sorride ora).
E poi rappresentanti dell’Associazione Ciclisti Cremonesi indispensabile puntello dell’evento con il loro volontariato. Fra di loro Franco ‘Pinza d’oro’ Priori che, nemmeno a dirlo, a quella prima edizione c’era: «Si correva su strade sterrate - ricorda - si può immaginare la strage di forature, io seguivo la corsa per il Cc Cremonese ed ero vestito di bianco, con quel polverone sono tornato a casa che sembravo uno spazzacamino, per la gioia di mia moglie». Già l’elenco ufficioso degli iscritti è farcito di pretendenti alla cinquantesima riga dell’albo d’oro, e chi ne mastica scommette che se molti hanno già scoperto le carte c’è chi viaggia ancora in incognito come quel Filippo Ganna (Colpack) che di storia ne ha già fatta vincendo il titolo iridato dell’inseguimento individuale. E con tanti barracuda della volata a contendersi una sola bistecca, già gli ultimi chilometri ci sarà da correrli con l’elmetto.
Sono trentacinque le squa- dre iscritte (sei Continental, l’anticamera del professionismo), con organici ridotti a cinque o sei atleti ciascuna; dieci i team stranieri con la nazionale britannica, il Cycling Academy Team creato in Israele su idea di Peter Sagan, la Attaque Gusto di Taipei e vedremo se è solo una pennellata di folklore, la Synergy di Baku capitale dell’Azerbaigiàn specifichiamo a beneficio di chi va a scuola adesso che la geografia è stata abolita, due francesi, una slovena nonostante ci sia una concomitanza in Austria, una squadra ceca e una svizzera, più lo Zappi’s Racing Team fondato dall’italiano Flavio Zappi in Inghilterra.
Delle italiane ci sono tutte le corazzate, fra le quali cercheranno uno spiraglio il Vélo Club Cremonese di Fulvio Feraboli e i ragazzi di Rabbaglio fra i quali non ci sarà il cremonese Giovanni Pedretti impegnato con la squadra Continental al Giro di Turchia («Sta facendo un figurone, ci avrebbe tenuto a correre la gara di casa ma è cresciuto troppo in fretta...», sorride sornione Rabbaglio che candida per direttissima al successo Stefano Moro).
In gara ci saranno figli d’arte nel senso più comune del termine come Riccardo Minali che ha il numero uno avendo vinto l’anno scorso come papà Nicola nel ‘92, come Alessio Brugna figlio di Walter, Mirko Colonna figlio di Federico primo nel ‘93; e figli d’arte in modi meno consueti come Sergei Rostovtsev che se il cognome ti dice poco non sentirti in colpa perchè i cromosomi giusti gli vengono da mamma Olga Sliussareva iridata in pista, o il già ricordato Filippo Ganna il cui papà Marco fu collega di Oreste Perri nella nazionale azzurra di canoa.
E insomma questo Circuito del Porto ne ha fatta di strada da quando venne regalato a Cavatigozzi da appassionati un po’ visionari che si chiamavano Secchi Gagliardi Tambani Cometti Vicini. Una gara rionale nata dall’e ntu sias mo per la nascita del Porto Canale («Di tutto il progetto del Porto almeno le bici sono rimaste...» ha notato Lodi con un tocco di ironia) ma già con il Dna della grande gara. Galloni guadagnati sul campo e che Pegoiani rivendica con puntiglio: «Gli ultimi due anni l’Uci ha fatto i complimenti per la riuscita della gara, puntiamo a fare tris.
Ringrazio in anticipo i volontari che saranno un’ottantina sul circuito, insieme alle forze dell’ordine, dalla polizia locale (rappresentata da Umberto Merletti, ndr) che correndosi il primo maggio sarà a sua volta in regime di volontariato, ai motociclisti della stradale, a carabinieri e finanzieri. Anche questo è gioco di squadra». Di una squadra che vince da cinquant’anni.
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