Ma Carlo Sassi non fu soltanto un giornalista: era soprattutto un grande appassionato di calcio, innamorato dei colori grigiorossi della Cremonese. Non mancava occasione per venire a Cremona e passare a salutare Domenico Luzzara, presidente-simbolo della Cremo. Con lui amava scherzare sul curioso destino che lo aveva portato al vertice della società: «ti sei ritrovato presidente perché hai fatto l’impianto elettrico dello stadio gratis», diceva ridendo. Una battuta che nascondeva però una verità: Luzzara aveva davvero ricevuto la squadra quasi come un «compenso», ma poi se ne innamorò, guidandola con passione per decenni. Un amore condiviso anche dal figlio Attilio, scomparso troppo presto, al quale Sassi era legatissimo.
Questo legame speciale con Cremona lo portava spesso allo Zini, dove era accolto come uno di casa. Giornalista brillante e uomo di spirito, Sassi univa la sua competenza alla capacità di sdrammatizzare, di alleggerire anche i temi più accesi. La sua ironia e il suo sorriso restano impressi in chi lo ha conosciuto, insieme a un’integrità professionale che oggi sembra appartenere a un’altra epoca.
Con lui se ne va un pezzo di storia della televisione italiana e anche un amico della città di Cremona. Carlo Sassi ha raccontato il calcio come nessuno prima, ma soprattutto lo ha vissuto con la stessa passione dei tifosi veri. E quella passione, per la sua Cremonese e per il pallone, resterà il segno più autentico che lascia dietro di sé.