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IL PERSONAGGIO

Francesco Crotti da Capralba: «Io ragazzo normale e la strana notorietà»

Il 18enne dopo la medaglia d’oro europea a Tampere nel salto triplo: «L’anno prossimo avrò la maturità, sento già la tensione...»

Fabrizio Barbieri

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fbarbieri@laprovinciacr.it

18 Agosto 2025 - 10:32

Francesco Crotti da Capralba: «Io ragazzo normale e la strana notorietà»

Francesco Crotti dopo il successo sulla pista finlandese con la bandiera tricolore sulle spalle

CAPRALBA - «La notorietà? Non è che mi piaccia tantissimo. Amo rimanere nella mia quotidianità». Francesco Crotti è uno dei giovani fenomeni dell’atletica italiana. Il suo oro nel salto triplo (15.93) agli Europei U20 ha contribuito al successo azzurro nel medagliere di Tampere. Da ragazzi qualunque tutti si sono ritrovati al centro dell’interesse mediatico di tutta Italia. Lui vive a Capralba con mamma, papà e sorella e si prepara alla quinta superiore: «L’anno prossimo avrò la maturità, sento già la tensione...».

Francesco Crotti con la famiglia al termine della gara vinta nel salto triplo a Tampere valida per gli Europei Under 20. Con lui papà Luigi la sorella Caterina e la madre Flora

È cambiata la vita, vero?
«A dire il vero sì. Tutti i miei amici mi hanno chiamato dopo la gara, anche per le strade del paese tutti si fermano per complimentarsi. È strano. Di certo non ci ero abituato».

Atletica, medaglie, un mondo diverso. Ma lei va ancora a scuola...
«E ci tengo parecchio. Ho appena terminato la quarta e l’anno prossimo arriverà la maturità. Frequento il Pacioli nel ramo amministrazione, finanza, marketing. Riesco a fare bene anche sui libri. Non ho avuto debiti. Me la cavo bene».

In famiglia come si vive questo momento?
«I miei genitori sono contenti. Non si aspettavano che potessi conquistare una medaglia d’oro e a dire il vero nemmeno io ci credevo».

Aveva già fatto una bella misura al coperto però.
«Sì, ma mi ero anche fatto male. Ci ho messo cinque mesi a recuperare dall’infortunio. In mezzo c’è stata tanta fisioterapia. Questa medaglia di fatto l’ho inseguita...».

Quando ha capito che poteva vincere l’oro?
«Solo dopo il salto decisivo. Quando sono atterrato ho pensato ‘forse ce la posso fare’. E da lì ho realizzato».

La velocista Dualla è stata una delle star della competizione, ma ha lasciato un po’ stupiti il fatto che abbia rinunciato ai mondiali senior a Tokyo. Cosa ne pensa?
«Io avrei fatto come lei, avrei detto no. Bisogna dare tempo al tempo. Bisogna costruirsi un passo alla volta. C’è il rischio di bruciarsi in fretta. È chiaro che il mio obiettivo sia arrivare lì, ma voglio farlo per step e affrontare un impegno così importante con la giusta preparazione sia fisica che mentale. Salire è dura, è anche bello, ma per scendere ci si mette un attimo...».

Obiettivo?
«Lavorare tanto, arrivare nella Nazionale maggiore. Migliorarmi sempre di più».

Francesco Crotti con la sorella Caterina

A che punto è il suo salto?
«Posso sviluppare ancora tanto. A dire il vero agli Europei non ho nemmeno saltato benissimo... Agli italiani sono arrivato sopra il 16 metri. A Tampere dopo il salto giusto mi sono un po’ spento. Diciamo che ho performato all’80% delle mie possibilità».

Quanto si lavora per ottenere questi risultati?
«Nel periodo estivo faccio allenamento dal lunedì al sabato. Durante l’inverno salto il lunedì perché ho il pomeriggio a scuola. Lavoro circa due ore per seduta».

Quando studia?
«Non dopo l’allenamento perché sono troppo stanco. Cerco di portarmi avanti nel primo pomeriggio».


Lei è uno dei tanti esempi dell’Italia multirazziale con papà italiano e mamma nigeriana. Ha mai sentito qualche commento razzista?
«Diciamo che episodi di razzismo vero e proprio non ne ho vissuti. Qualche battuta l’ho sentita, la sento ancora. Devo dire che mi faccio una risata, ignoro chi fa questi commenti. Sinceramente credo che il problema serio sia di chi fa certi commenti nel 2025...».

Sua madre Flora è nigeriana. Quanto è legato alle sue origini africane?
«In Nigeria ci sono stato da piccolino, ma onestamente non me la ricordo molto. Mi piacerebbe tantissimo tornarci, esplorare le mie origini. Mantengo un certo legame attraverso la cucina. Mia madre prepara diversi piatti tipici nigeriani. Diciamo che il fufu è il mio preferito. Mi piacerebbe mangiarlo proprio in Nigeria...».

A 18 anni ci sono anche gli amici, le serate...
«I locali non fanno per me. Sono un tipo molto tranquillo».

Cosa fa nel tempo libero?
«Principalmente dormo. Poi ho una grande passione per la mountain bike. Esco spesso e mi diverto».

Le piace?
«Uscire il sabato sera con gli amici e viaggiare. È una passione che mi dà grande gioia».


Vacanze più belle?
«A Barcellona con gli amici».

È fidanzato?
«Sì, con Giulia».

Materia preferita?
«Direi economia».

Quanti sponsor l’hanno cercata dopo l’oro Under 20?
«La verità? Nessuna telefonata».

Atleta di riferimento?
«Pedro Pichardo. Un vero e proprio mito. Un grande saltatore».

Fuori dal mondo dell’atletica?
«Sono un grande tifoso milanista e ho sempre amato Mario Balotelli. Solo per quello che faceva in campo, ci tengo a specificarlo...».

Lei ha suscitato curiosità per fare il salto triplo con gli occhiali, senza una montatura particolarmente sportiva. Un segno distintivo?
«In realtà non ci vedo senza... Non mi danno fastidio. Questa cosa me la chiedono in tanti. Qualcuno pensa che lo faccia per crearmi un personaggio, ma non è così. È solo comodità».

Qualche giorno di ferie?
«Sì, tre e poi mi devo concentrare sulle prossime gare da una parte e sulla scuola dall’altra. Quest’anno c’è la maturità e mi devono mettere d’impegno senza troppe distrazioni. Sono già in tensione per questo appuntamento...».

La prima telefonata che ha ricevuto dopo la gara?
«Della mia fidanzata, che colgo l’occasione di ringraziare. Ho sentito subito anche i miei zii di Capralba che hanno fatto il tifo per me da casa».

Come è stata la vita a Tampere?
«Bellissima. È un posto tranquillissimo, dove non ci sono pregiudizi. Puoi uscire di casa vestito come vuoi che tutti ti sorridono e ti salutano. Poi c’erano 25 gradi al massimo e per fare attività sportiva è il massimo in questa stagione, a differenza di qua a Capralba dove sembra di essere in un forno».

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