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CALCIO: SERIE A

'Cremo: possiamo andare lontano, a caccia... di punti'

Prime parole del centrocampista Grassi da grigiorosso

Fabrizio Barbieri

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fbarbieri@laprovinciacr.it

25 Luglio 2025 - 17:35

'Cremo: possiamo andare lontano, a caccia... di punti'

Giacchetta e Grassi

CREMONA - Dopo anni in Serie A e una carriera costellata da esperienze importanti – da Bergamo a Parma, passando per Napoli, Spal, Cagliari e l’ultimo triennio a Empoli – Alberto Grassi riparte dalla Cremonese. Classe 1995, centrocampista di sostanza, Grassi è stato presentato ieri mattina al Centro Arvedi. Il suo arrivo rinforza un reparto che sarà fondamentale per le ambizioni grigiorosse. Alla corte di Davide Nicola ritrova una guida tecnica che ha già saputo esaltarne le caratteristiche, e un gruppo che – a detta sua – sembra già casa. In campo è uno pratico e anche durante l’intervista va al sodo senza troppi giri di parole.


Alberto, come nasce la scelta di Cremona?
«Cremona è sempre stata una piazza che mi ha attirato. Poi certo, il fatto che ci fosse mister Nicola ha aiutato. So come lavora, so cosa chiede ai suoi giocatori e sono felice di essere qui per mettermi a disposizione».

Si presenta come un centrocampista di rottura. Qual è il tuo ruolo preferito?
«A me è sempre piaciuto fare la mezzala, perché ti permette di attaccare e difendere. Però anche da mediano mi adatto volentieri. L’importante è essere utile alla squadra».

Ha parlato di equilibrio tra costruzione e interdizione: si considera più un costruttore di gioco o uno schermo davanti alla difesa?
«Diciamo entrambi. Mi piace giocare la palla, ma mi piace anche fare muro, proteggere la difesa, recuperare palloni. Credo che oggi un centrocampista debba saper fare tutto».

Ha già avuto modo di conoscere i nuovi compagni. Che impressione ha avuto del gruppo?
«Bellissima. Ho trovato subito un grande senso di unità, di coesione. C’è unione nello spogliatoio. E posso dire una cosa: si può essere forti quanto si vuole, ma senza spirito di squadra non si va lontano. Qui ho trovato le basi giuste».

Chi conosceva già dei grigiorossi?
«Conoscevo già Bonazzoli, con lui c’era già un bel rapporto. E adesso arriverà anche Pezzella, che è un altro ragazzo che stimo. Avere volti amici ti aiuta ad ambientarti più in fretta».

Un bresciano a Cremona. Sente la rivalità tra i tifosi?
«No, anzi. Ho tanti tifosi della Cremonese nella mia zona. Appena sono uscite le voci sul mio arrivo ho ricevuto tantissimi messaggi. Mi ha fatto molto piacere vedere che così tanti tifosi erano dalla mia parte. Questo affetto mi dà ancora più motivazione per fare bene».

Ha citato tanti allenatori importanti. C’è qualcuno che ricorda particolarmente?
«Ne ho avuti molti, tutti con idee diverse. Gasperini, per esempio, è stato il primo a farmi capire quanto conti l’uno contro uno. Ognuno mi ha insegnato qualcosa. Il calcio di adesso mi piace tanto quanto quello che ho conosciuto all’inizio: è cambiato, ma resta una sfida continua».

La Cremonese oggi ha un progetto solido e una proprietà locale. Quanto conta, in un calcio sempre più condizionato dai fondi e dagli investitori stranieri?
«Conta tantissimo. Una proprietà del territorio ti fa sentire a casa, come succedeva a Bergamo o a Empoli. Senti che chi guida la società ha un legame autentico con il club, con la città. È un valore aggiunto».

Parliamo un po’ fuori dal campo: che tipo è nella vita di tutti i giorni?
«Molto tranquillo. Mi piace stare con la mia famiglia, con gli amici. Quando c’era mio nonno andavamo spesso a caccia, era un momento nostro. Ora ho smesso, ma resta un ricordo bello. Oggi preferisco la semplicità: casa, affetti, poche cose ma vere».

E questo gruppo può fare bene?
«Secondo me sì. Ci sono giocatori forti, anche con carriere fin qui al di sotto delle proprie qualità reali. Ma il potenziale è tanto, e se restiamo uniti potremo toglierci delle soddisfazioni».

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