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ATLETICA

Nuovo Desalu, stessi obiettivi

Il velocista: «Questa sarà una stagione importante. Mondiali nel mirino lavorando sull’aspetto mentale»

Jacopo Orlo

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08 Maggio 2025 - 05:00

Nuovo Desalu, stessi obiettivi

Il velocista Fausto Desalu

CASALMAGGIORE - Nuova stagione, nuove corse e nuovi auspici anche per il velocista Fausto Desalu. Il trentunenne casalasco, campione olimpico nella staffetta 4x100 a Tokyo, è pronto a cominciare la sua annata proprio alle World Relays a Guangzhou in Cina (10 e 11 maggio). Un anno nel quale spicca il grande appuntamento dei Mondiali di atletica in Giappone. Proprio nello stesso stadio dove Faustino, in quell’indimenticabile estate del 2021, ha impresso una pagina di storia dello sport cremonese e italiano.

La sua agenda ricomincia dove l’avevamo lasciata l’anno scorso: secondo azzurro di sempre sui 200 al Meeting in Svizzera; nono alle Olimpiadi; fuori di un soffio dalla finale della staffetta 4x100. Come valuta il 2024?
«Sono veramente molto contento, quel risultato alle Olimpiadi per l’Italia non veniva fuori da diversi anni. Penso di aver fatto una bella gara: per soli cinque centesimi ho mancato una finale storica per il nostro Paese ma anche per me stesso. Un po’ di rammarico c’è, perché qualcuno può pensare che sia stato il primo degli esclusi, ma mi sono comunque ritagliato un ruolo di prestigio in una competizione come quella in cui sfidi tutto il mondo e dalla concorrenza difficile».

In una recente intervista ha dichiarato di voler arrivare sotto i venti secondi.
«Già l’anno scorso, in Svizzera quel punteggio si poteva fare. In quella gara ero partito piano, ma avevo chiuso forte senza scompormi. Considerando che dopo il personale di 20.13 ottenuto nel lontano 2018 a Berlino a 24 anni, e dopo sei anni travagliati, sono riuscito da poco a migliorare ancora il mio personale, e a vincere un oro nella staffetta... Con umiltà ma grande fiducia non voglio pormi limiti».

L’obiettivo quest’anno è correre a Tokyo per una medaglia?
«L’obiettivo è riprovarci e puntare sempre in alto. Cambiano solo il logo e il nome della gara, ma a distanza di un anno la pista e gli avversario in gara saranno gli stessi».

Parigi e staffetta: per sei centesimi di secondo l’Italia è rimasta giù dal podio, e in quella corsa non era presente...
«Mi è dispiaciuto tanto non poterci essere. Avevo comunque dimostrato di giocarmela con i grandi, ad avere più esperienza nelle staffette. Hanno voluto fare scelte diverse, e ho accettato».

Il debutto stagionale alle staffette in Cina, dunque, è anche un’occasione di riscatto per quella mancata di Parigi?
«In realtà no. Quando l’Italia chiama io rispondo sempre; poi al momento si faranno le scelte tecniche. Nessuno sa la formazione prima di allora: io ho dimostrato di stare bene e di aver fatto il mio dovere. Poi, per me, questa è una gara importante perché servirà alle qualificazioni dei Mondiali, ma il mio obiettivo è a settembre».

Con il suo allenatore Bacchieri su cosa vi state focalizzando di più negli allenamenti?
«Sull’aspetto mentale. Da un punto di vista atletico e fisico infatti, salvo infortuni, non ho problemi. Credo di dover lavorare su quella determinazione in più, quella forza in più, per credere proprio in quei cinque centesimi per raggiungere una finale. Infatti, la gara di Parigi mi è servita per rendermi conto come la mia mente si sia accontentata di essere tra i migliori nella gara più importante dell’atletica, mentre in realtà posso fare grandi cose. Non mi ero mai trovato fino ad allora a competere per una finale olimpica. A Rio 2016 uscii in batteria, a Tokyo in semifinale per errori tecnici. Nel 2024 mi sono trovato a correre in una situazione psicologicamente nuova per me. E stiamo lavorando di questo. Mi guardo indietro e quanta strada ho fatto finora, tra errori e soddisfazioni. E quando ripenso alle volte in cui ho sbagliato una gara o mancato un obiettivo, è perché mi ero dato troppe pressioni. Ho capito come non devo correre con qualcosa in più, ma con il meno possibile. Ho già tutto quello che mi serve dentro di me. Se rimango tranquillo, come avvenuto agli Italiani a La Spezia fino alle Olimpiadi, so quello che posso fare: correre forte. Quindi l’altro mio obiettivo è essere sereno, concentrato nel qui ed ora quando serve, senza pensare ad altro. Correre per me stesso, senza assilli».

Quest’anno i Mondiali di Tokyo sono in programma da metà settembre in poi, una data molto avanti nel calendario rispetto al solito. È cambiata in qualche modo la tua programmazione?
«La preparazione in realtà è uguale, solo spostata di qualche mese in avanti. Gli anni scorsi a novembre cominciavo a fare carichi di lavoro più significativi, stavolta a metà giugno posso permettermi ancora di essere in rodaggio in vista dell’appuntamento principale. Ogni gara da qui in avanti servirà quindi al corpo e alla mente di rielaborare sensazioni e strategie migliori per quelle gare».


Quali i prossimi appuntamenti?
«Con il mio staff li stiamo ancora decidendo. Siamo incerti se partecipare ad alcune gare di Diamond League o categoria A tra Marocco e Belgio, poi a giugno in Germania».

Come si descriverebbe nel presentarsi ai blocchi di partenza quest’anno?
«Credo di essere un atleta più consapevole delle proprie capacità, con le ambizioni sempre chiare ma senza più l’ossessione di dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Mi godo questa nuova maturità sportiva, e la corsa fin qui compiuta, cercando di togliermi aspettative pesanti e di riassaporare il piacere di correre per me stesso».

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