24 Aprile 2025 - 13:35
Coach Luca Bechi
CREMONA - Il destino della Juvi si decide nei prossimi 40 minuti. Al termine della sfida contro Avellino, gli oroamaranto sapranno se potranno festeggiare la salvezza direttamente oppure se dovranno concentrarsi sui playout. In quale posizione della griglia, è tutto da stabilire e lo stabiliranno i risultati delle dirette rivali Cento e Livorno.
Coach Luca Bechi analizza quindi quella che è una gara da all-in, in cui bisogna rischiare tutto senza risparmiarsi.
«E’ l’ultima gara della regular season - esordisce Bechi - che come tutti sappiamo conta parecchio per guadagnare il migliore piazzamento possibile in classifica, che può andare dalla salvezza diretta ai playout. La posizione dipenderà dal risultato di Livorno. Un incastro stimolante che definirà la griglia finale. Ho detto ai ragazzi che abbiamo una sola condizione necessaria ossia la vittoria. Avellino ha disputato un grande campionato, ha mantenuto sempre una certa distanza dalla lotta per la salvezza e ha sempre navigato tra zona playoff e play in. Abbiamo molto rispetto per quello che ha fatto. Avellino ha talento ed esperienza grazie a Bortolin, Mussini, Earlington e Lewis più una panchina di giocatori affamati e determinati. La Juvi è in un momento buono al di là della sconfitta, perché il messaggio è stato quello di trasformare la frustrazione in rabbia agonistica perché la gara di sabato scorso deve restare alle spalle e dobbiamo pensare a quella che viene. Abbiamo l’occasione di guadagnare la migliore posizione in classifica».
Il campionato ha offerto tante sorprese: Bechi si sarebbe mai aspettato di trovarsi di fronte a una lotta tanto dura e aperta?
«Il campionato si è rivelato interessante, coinvolgente e competitivo, in cui tutti possono battere tutti. Ha vinto Udine che per me è la squadra più forte e più quadrata oltre che ben allenata. Poi a tutti gli altri livelli sarà lotta serrata».
Quale squadra ha sorpreso in positivo e quale invece la delusione?
«Ci sono state tante squadre che non ha raggiunto obiettivo per il quale era partita ma campionato duro ricco di infortuni e qualcuno lo ha pagato. La sorpresa in positiva credo Udine su tutti ma ha dimostrato strada facendo di avere una solidità e una freddezza incredibili. È stata molto continua rispetto a Rimini e altre».
Non è prima volta che la Juvi Ferraroni affronta una sfida da dentro o fuori.
«Non è la prima volta e c’è interesse per questa gara. I tifosi si sono mobilitati, invito un’altra volta tutti gli appassionati di basket a seguire la Juvi e sostenerla perché siamo in un momento topico e siamo pronti a giocarcela. Abbiamo sempre fatto il nostro dovere anche se i risultati spesso non ci hanno arriso e questo è un dato di fatto, ma la squadra ha sempre, tranne due o tre gare, combattuto e lottato e sarà così anche contro Avellino».
Come stanno vivendo i ragazzi la vigilia della sfida?
«Serenamente e stanno lavorando. Sono ragazzi uniti, ci sono tutti gli ingredienti per fare una buona partita e più che mai pensiamo a noi stessi».
All’andata Avellino fu una prova importante per la Juvi: che cosa si può riproporre di quella gara?
«Dobbiamo ripeterci difensivamente, credo che una delle chiavi da ripetere come all’andata sia questa».
Personalmente Bechi come si avvicina a questa sfida?
«Ne ho vissute tante così, qualche volta è andata bene e altre volte invece male, non ho alcun rito particolare, resto attento a quello che devo fare e concentrato per fare le scelte migliori. Soprattutto credo sia importante trasmettere fiducia per dare ai ragazzi la confidenza giusta per giocare gare emotivamente provanti. Dovremo avere pazienza nei 40 minuti come nelle ultime gare casalinghe in cui abbiamo recuperato lo svantaggio. Fiducia perché siamo buona squadra e abbiamo buoni giocatori».
Che sfida sarà con il collega Crotti che ha portato la Juvi proprio in serie A2?
«Non abbiamo mai lavorato insieme, ci siamo visti all’andata. La sua carriera è ricca di successi e c’è stima però domenica noi dobbiamo pensare a fare la nostra gara».
Ad Avellino gioca Sabatino, una delle sorprese positive della Juvi del passato.
«L’avevo già allenato quattro anni fa e non solo alla Juvi, è cresciuto come ragazzo, dovremo stare attenti».
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