20 Novembre 2024 - 15:00
Federico Bonazzoli
CREMONA Prima convalescente sotto la guida di Stroppa, poi punto fisso dell’attacco grigiorosso con Corini in panchina. Tanta voglia di fare e di segnare per Federico Bonazzoli che ha solo cominciato a mostrare il suo valore e che aspira a ribaltare le sorti di una Cremonese già in ritardo rispetto alle ambizioni di inizio stagione. Un compito che non spaventa l’attaccante bresciano ma che anzi lo esalta. E Stroppa al suo ritorno può sfruttare un’arma in più in attacco.
«Sicuramente - spiega Bonazzoli - sono arrivato all’inizio dell’anno con un ritiro non svolto nella maniera ideale perché ero in uscita e quindi sono rimasto indietro con la condizione. Successivamente ho avuto un problema ai piedi che mi ha condizionato nell’ultimo mese e mezzo durante il quale non riuscivo bene a convivere con un fastidio molto importante. Ho sempre cercato di stringere i denti ma il dolore non era indifferente. Non è un alibi ma la realtà dei fatti. Oggi penso di non essere ancora nella mia migliore condizione, ma se metto gare nelle gambe e trovo gol per un attaccante è una cosa sicuramente importante. Inizio a stare meglio e spero di continuare a livello di condizione come sono ora. Mi metto a disposizione della squadra per invertire il trend delle ultime due gare».
La società ha esonerato Corini ed è rientrato Stroppa. Come avete vissuto il cambio di allenatore?
«Ovviamente quando si cambia un allenatore vuol dire che ci sono stati risultati non soddisfacenti ed è un fatto sotto gli occhi di tutti. Siamo professionisti e crediamo in quello che facciamo indipendentemente dall’allenatore che ci guida. Con Stroppa avevamo fatto bene, poi qualche risultato non è arrivato. Con Corini è accaduta la stessa cosa e penso che adesso siamo chiamati a dare il massimo per il bene nostro e della Cremonese. Non dobbiamo fermarci e continuare a fare sempre meglio».
Con la maglia grigiorossa Bonazzoli ha giocato sia da prima punta che da seconda. Come è cambiato il ruolo?
«Non voglio limitarmi a essere un solo tipo di attaccante. A non essere solo un 9 o solo un 10 per capirci. Mi piace giocare a calcio e non sono un attaccante che gioca per ricevere una o due palle a partita. Mi piace dialogare con i compagni e segnare gol, non ho problemi a giocare da prima o da seconda punta. In un attacco a due mi trovo meglio sia che io sia il più alto o il più basso, mi piace stare in mezzo al campo e fare gol, però sono a disposizione del tecnico».
Con Stroppa la Cremonese gioca alta e attacca nello stretto, con Corini gli attaccanti avevano invece più campo e la rete di Bonazzoli contro la Salernitana è stata un esempio lampante del concetto. Per una punta cambia il modo in cui deve giocare?
«Giocare in uno spazio stretto o largo è un dato di fatto. Sicuramente sono due cose che vanno di pari passo, perché in una gara c’è bisogno di entrambe le cose. Il giocatore bravo è quello che sa fare non dico tutto ma molte cose alla alla stessa maniera. Mi piace sia giocare nello stretto, sia sfruttare lo spazio che si crea per andare dietro la linea. Sono situazioni soggettive e variabili in base alla partita. Se domini una gara mettendo gli avversari nella propria metà campo hai 50 metri di campo da coprire, se invece scegli di stare dietro e aspettare devi coprire 80 metri, ma non lo dico io, è il calcio. Per me qualsiasi modo di attaccare è ben accetto».
Tre squadre sono in fuga. La Cremonese nel breve periodo deve rivedere suoi obiettivi?
«Adesso guardare la classifica è l’ultima cosa da fare, c’è da pensare al Frosinone e ragionare gara dopo gara. Le somme si tireranno più avanti perché siamo a campionato appena avviato. Domenica sarà come una finale per noi e saranno così anche tutte le altre gare».
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