+39 0372 404511

Cerca

BASKET: PICK AND ROLL

Vanoli: occasione persa. La Juvi ‘quasi’ big

Contro la Virtus Bologna ko che brucia, anche per colpa di qualche decisione arbitrale. A Verona la Ferraroni ha giocato alla pari per lunghi tratti con una formazione di rango

Daniele Duchi

Email:

redazione@laprovinciacr.it

29 Ottobre 2024 - 09:44

Vanoli: occasione persa. La Juvi ‘quasi’ big

L’americano Trevor Lacey (Vanoli) e Eddy Polanco (Juvi)

CREMONA - Ci sono treni nello sport, così come nella vita, che quando passano bisogna salirci senza troppe indecisioni, occasioni da prendere al volo perché sai bene che difficilmente te ne potrebbe capitare un’altra. Una di queste ghiotte possibilità se l’è invece lasciata sfuggire la Vanoli nel match di sabato sera al PalaRadi, al cospetto della Segafredo Virtus Bologna, una delle corazzate del massimo campionato italiano, formazione costruita per competere ai migliori livelli anche in Eurolega. Un’avversaria che sai bene quanto sia impossibile da battere, almeno che non credi fermamente nelle tue possibilità e giochi la partita perfetta, magari approfittando della non migliore forma altrui. Ebbene, chi era al palazzo e ha cari i colori biancoblu si è reso conto di quanto la formazione di Aldo Vanoli sia andata davvero vicinissimo all’impresa, salvo poi...

Partiamo dall’inizio, da quella difesa pazzesca con la quale l’inedito quintetto schierato da coach Demis Cavina – Lacey play, Davis guardia, Jones ala, Nikolic ala forte, Owens centro – ha creato grossi grattacapi agli avversari e che, anche con i cambi, ha visto la Vanoli mantenere buoni vantaggi (anche +8 sul 35-27) fino all’intervallo lungo di metà gara. Si dev’essere fatto sentire eccome Luca Banchi negli spogliatoi, con le Vu nere rientrate a ridosso della ripresa del gioco; in effetti da quel momento è iniziata un’altra partita, più equilibrata, con Clyburn, Polonara e Diouf a fare la voce grossa ma senza riuscire a staccare i padroni di casa, capaci di pareggiare e giocarsi il match dopo il 58-64 del 34°. A decidere la contesa, oltre alle mancanze dei giocatori di casa (di cui parliamo dopo) e ad alcune decisioni arbitrali davvero paradossali, è stato quel talento puro di Will Clyburn, lo stesso eroe del mercoledì precedente a Belgrado che ha permesso alle Vu nere di conquistare in trasferta il primo successo della nuova stagione europea.

Che la Vanoli non possegga nel proprio roster campioni del calibro di Clyburn (e dei tanti altri che schiera la Virtus) è risaputo, così come si è capito che per lunghi tratti (ma non per tutti i 40 minuti) i biancoblù sanno il fatto loro, hanno grinta da vendere, giocano (come sabato sera) con quella determinazione feroce e necessaria per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Però, è palese, ci sono giocatori in grave difficoltà, uno in particolare inaspettato. Il riferimento è per Paul Eboua, lontano parente del dominatore assoluto delle ultime gare dello scorso campionato (che gli sono valse il contratto quadriennale con l’Armani Milano), mentre ora non riesce a incidere in alcun modo, anzi contro la Virtus (ma anche nelle gare precedenti) ha commesso alcune ingenuità non da lui. Sicuramente lo staff di Cavina, con il supporto del general manager Andrea Conti, sta cercando di aiutare il ragazzo a superare problematiche che appaiono soprattutto psicologiche (quanto servirebbe un mental coach professionista). Difficoltà che sta incontrando anche Phil Booth, giocatore che fatica a trovare la via del canestro (2 su 11 dal campo contro la Segafredo) con forzature controproducenti. E visto che ci siamo parliamo anche di Tariq Owens, centro che sin qui ha inciso decisamente sotto le aspettative rispetto al campionato precedente disputato a Napoli, anche se è apprezzabile il tentativo dei compagni di coinvolgerlo maggiormente. A proposito di area colorata, evidente che l’assenza dell’infortunato Poser crei non pochi problemi di gestione del reparto lunghi. Ecco, nonostante tutto questo, la Vanoli è andata vicino a battere la Segafredo, lasciando ovviamente grande rammarico sebbene la caratura dei felsinei sia di altissimo livello. Contro squadre così si sarebbe dovuta alzare l’asticella e rischiare di più. «A una cinica Virtus i due punti, a Cremona solo i complimenti», riportava come titolo sabato sera un sito specializzato; ragazzi, non so voi, ma dei soli complimenti ci saremmo anche un po’ stancati, non bastano più, servono i punti. E domenica (ore 16.30) si va a Scafati.

LA SQUADRA DI BECHI HA CONCESSO TROPPI RIMBALZI 

Non riesce una nuova impresa alla JuVi Ferraroni costretta alla resa, dopo aver giocato alla pari della forte avversaria, sul campo della Tezenis Verona, una di quelle compagini che anche quest’anno vuole giocarsi fino in fondo la promozione nella categoria superiore. Impresa che si è presentata subito improba, vista l’impossibilità da parte di coach Luca Bechi di schierare per infortunio il play titolare Federico Massone, con la conseguenza per il tecnico livornese di dover dare una dose massiccia di minutaggio (ben 31 minuti) a Gianmarco Bertetti in cabina di regia, non sempre perfetto stavolta nella costruzione del gioco, anzi a volte un po’ confusionario e con troppe palle perse (ben sei). Chiaro che spremere i giocatori in situazioni di emergenza può portare a incappare in errori, ma intendiamoci la sconfitta non è certo colpa di Bertetti. È stata in generale una prova non brillantissima da parte della formazione juvina, in particolare nel tiro dalla lunga distanza (6 su 27 pari al 22%) e nella lotta sotto i tabelloni (32 rimbalzi contro 47 di Verona). E non scordiamoci la levatura della squadra veronese e dei suoi leader esperti quali Jacob Pullen, Jalen Cannon, Lorenzo Penna, Leonardo Faggian, Giulio Gazzotti e via dicendo.
Visto come sta procedendo la stagione dei ragazzi del presidente Enrico Ferraroni – il bilancio, più che positivo, è di quattro partite vinte e tre perse – non vale la pena rimuginare più di tanto sul kappao rimediato a Verona (analizzare gli errori, però, quello sì), conviene mettere in archivio la gara di domenica scorsa, cercare di recuperare il prima possibile gli acciaccati e iniziare a concentrarsi verso i due prossimi impegni, entrambi in calendario al PalaRadi, sabato alle 20.30 contro il fanalino di coda Assigeco Piacenza (ancora fermo a quota zero), e mercoledì 6 novembre (sempre alle 20.30) contro la Valtur Brindisi, penultima in graduatoria con una sola vittoria all’attivo.

Ho volutamente sottolineato la situazione di classifica delle due imminenti avversarie degli oroamaranto (entrambe costruite pensando a obiettivi diversi) perché, visto il momento difficile attraversato dalle due formazioni, non si cada nella insana tentazione di ritenere ‘facili’ le due gare. Assigeco e Valtur non meritano sulla carta la posizione attuale e si stanno muovendo entrambe sul mercato per cercare di mettere rimedio alla situazione deficitaria in cui sono piombate; Piacenza, dopo aver esonerato il tecnico Stefano Salieri e affidato la squadra al vice allenatore Humberto Alejandro Manzo, ha ufficializzato l’ingaggio dell’ala serba Nemanja Gajic; dal canto suo, Brindisi (retrocessa lo scorso anno dalla serie A e guidata in panchina da un allenatore più che esperto come Piero Bucchi) per tamponare gli infortuni, ha firmato un accordo a tempo determinato – due mesi – con l’ala capoverdiana, con passaporto portoghese, Ivan Almeida. Insomma, parliamo di due team che stanno cercando di trovare le soluzioni giuste affinché si giunga ad una svolta importante della loro stagione, e sicuramente arriveranno a Cremona ferite e con il dente avvelenato. Per questo i giocatori della JuVi Ferraroni non dovranno commettere l’errore di sottovalutare gli avversari, e coach Luca Bechi – gran conoscitore della categoria e delle implicazioni psicologiche, oltre che tecniche, della pallacanestro – sicuramente avrà già iniziato a stimolare in questo senso i suoi ragazzi. Anche perché, inutile nasconderlo, si tratta di due ghiotte occasioni per incrementare ulteriormente il bottino di punti in classifica, fermo restando che si dovrà scendere sul parquet amico animati dalla stessa intensità e determinazione ammirate in occasione del match vinto contro Orzinuovi.

È imperativo, in questo campionato rinnovato ed equilibrato di serie A2, rimanere sempre sul pezzo, guardare al proprio traguardo e scendere in campo ogni volta come se fosse la partita più importante (tutte lo sono) della stagione.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400