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THE STONE

A un passo dal Paradiso...

Bonardi e Paracchini, dello Stradivari, alla tappa di Extreme Triathlon

Gabriele Cogni

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14 Agosto 2024 - 19:09

A un passo dal Paradiso...

Paracchini con il supporter Gastaldi in prossimità dell’arrivo

CREMONA - La sfida ai propri limiti agonistici è un qualcosa che va oltre una competizione, un tempo, una posizione di classifica. Assume un significato speciale, unico e stimolante che va a fissare in maniera indelebile un’esperienza. Nell’estate sportiva cremonese ci sono stati due atleti, Pierluigi Bonardi e Roberto Paracchini, che hanno affrontato proprio un impegno con un’identità così forte, nella tappa italiana del circuito Extreme Triathlon. The Stone, svolto nel territorio Bresciano, è stato un confronto severo per quanto proposto in termini di distanze e di impegno, trasformandosi in un percorso fisico e mentale, prima ancora che in una gara. I 3,8 chilometri di nuoto nel lago d’Iseo alle 4 del mattino, poi 175 chilometri in bici in Val Camonica scalando Aprica, Mortirolo e Gavia, infine un trail run di 38,5 chilometri, con partenza da Ponte di Legno e arrivo ai 2600 metri di passo Paradiso. Lassù dove le fatiche dopo sedici ore di sfida sono divenute lacrime di gioie e di fortissime emozioni. Su in quota, dove i due cremonesi hanno realizzato il loro grande sogno.

«A spingerci a compiere questa impresa – hanno spiegato – è stata proprio la voglia di confrontare le nostre capacità con un impegno così selettivo. Entrambi abbiamo disputato altre gare su lunghe distanze, ma a dare un’emozione così forte all’arrivo è stata solo questa. The Stone si svolge inoltre in un territorio a cui siamo legati ed è stato speciale anche per tale motivo».
Compagni di squadra in Stradivari Team, la preparazione a questo esclusivo appuntamento ha fatto nascere anche un legame di amicizia speciale: «Abbiamo condiviso molti degli allenamenti per preparare una prova così impegnativa, da un punto di vista atletico e anche mentale. In modo particolare i lunghi in bicicletta sono stati tanti affrontati insieme. Più o meno siamo arrivati a dedicare venti, venticinque ore a settimana».

Il giorno dell’evento, la partenza al buio delle 4 del mattino per la lunga frazione di nuoto, «ma pensavamo peggio e invece è andata bene». Bonardi ha sottolineato: «Per almeno 45’ c’è stata oscurità completa attorno a noi, però siamo riusciti ad avere il faro d’arrivo come riferimento», anche se, ha fatto eco Paracchini: «la traiettoria da seguire era dritta e sembrava non finire mai». Poi la frazione in bicicletta: «Un percorso impegnativo, con passi importanti da affrontare» e infine il trail run: «con passaggi anche molto ripidi in cui si poteva salire solo camminando e non di corsa. E abbiamo trovato anche la neve. Negli ultimi 7,5 chilometri, obbligatorio da regolamento, abbiamo avuto al nostro fianco un supporter che ci ha accompagnati sino all’arrivo». Paracchini è stato seguito nella parte finale dell’ultima frazione dall’amico Erminio Gastaldi, mentre a fianco di Bonardi ha corso la moglie Benedetta Anselmi.

Una giornata lunghissima, iniziata in realtà in piena notte poco prima delle due e una gara infinita da gestire, anche da un punto di vista dell’alimentazione: «Ci ha seguiti la nutrizionista Veronica Signorini che ha stilato tutto il programma per affrontare nel modo migliore tutta la prova. Sul Mortirolo ci siamo fermati alcuni minuti per mangiare riso in bianco e durante lo svolgimento, circa ogni mezzora, era prevista assunzione di cibo e integratori».

Al traguardo, su in alta quota a passo Paradiso, la sensazione finale provata è stata straordinaria, con «lacrime di gioia ed emozioni uniche» per entrambi. Sensazioni condivise con le rispettive famiglie «che hanno avuto un ruolo davvero fondamentale nella realizzazione di un’impresa di questo genere» e con gli amici al seguito «anche loro con una funzione molto importante».

Un traguardo entrato nella testa dei due atleti cremonesi, che hanno mirato con grande determinazione e impegno, nei mesi di preparazione, e sono riusciti a realizzare con forza e costanza. Per un’esperienza che resterà impressa per sempre.

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