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CALCIO SERIE B

Giacchetta: "La Cremonese vuole confermarsi protagonista"

Il direttore sportivo guarda avanti: "Un impegno preso con la città"

Ivan Ghigi

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12 Giugno 2024 - 17:28

Giacchetta: "La Cremonese vuole confermarsi protagonista"

Simone Giacchetta

CREMONA - Una promessa ai tifosi che rappresenta allo stesso tempo il rinnovo dell’impegno nei confronti di una città intera: la Cremonese ripartirà per essere ancora protagonista in serie B.
Il direttore sportivo grigiorosso Simone Giacchetta si rifà al messaggio del vice presidente Maurizio Calcinoni nell’analizzare la stagione appena conclusa e nell’anticipare quelle che saranno le linee guida per la prossima.
«È terminata una stagione — ha esordito Giacchetta — che ha visto la Cremonese compiere una cavalcata entusiasmante ma il risultato finale non è stato come sperato. A un certo punto della stagione avevamo ambito in modo concreto a salire in serie A ma la promozione è sfuggita. Resta un campionato da protagonisti, in linea con l’impegno che la società aveva preso con la città. Siamo stati protagonisti senza coronare il sogno di risalire subito. La partenza ad handicap ha inciso sia sulle scelte iniziali che sulla classifica. Il cambio del tecnico ha fatto partire la scalata condizionata da un calo fisiologico verso primavera che ha prodotto incertezze e non ha permesso di tirare fuori il meglio da tutti. La finale playoff ha confermato che comunque ci abbiamo provato fino in fondo».

Rimane l’orgoglio di essere stata la retrocessa dalla A più forte? Quale sarà il prossimo step?
«Vogliamo mantenere un obiettivo di alto livello. La Cremonese vuole essere ancora protagonista e assume questo impegno con grande entusiasmo per dare forza alla crescita intrapresa negli ultimi anni. Non è scontato essere protagonisti assoluti in serie B: abbiamo visto club più navigati che hanno faticato a vincere. Il Parma ha impiegato parecchio tempo per risalire in A con la storia e i trascorsi che ha alle spalle. La Cremonese è risalita in B nel 2017 e da allora solo tre squadre sono riuscite a risalire in serie A nel giro di un anno».

Saranno integrati in rosa i giocatori di rientro dai prestiti?
«Al di là dei prestiti secchi che rientrano, vediamo se qualche società eserciterà il riscatto. Nel programmare la nuova stagione ci sarà la rosa voluta dall’allenatore. Alcuni giocatori potrebbero non rientrare nei piani o per esigenze personali o per scelta tecniche. Per ora aspettiamo di vedere i riscatti».

In uscita invece Antov e Coda. Penserete a un loro ritorno?
«Il difensore ha finito il prestito e partirà. Per Coda non eserciteremo il riscatto. Siamo riconoscenti nei loro confronti: tutti e due hanno dato tanto e sono stati esempi da seguire per come ci si allena e come si giocano le gare, ma per ora non sono nostri».

Il futuro di Daniel Ciofani?
«Da tanti anni è alla Cremonese e con lui abbiamo condiviso tante soddisfazioni. Il suo percorso da calciatore sembrava dovesse terminare, tanto che ha intrapreso fatto corso da direttore sportivo. Non ci siamo più parlati e non so cosa vorrà fare».

Inserirete in squadra giovani di prospettiva come nel 2020 o manterrete una squadra esperta?
«La priorità è avere giocatori bravi. Se sono anche giovani è meglio. Abbiamo vinto un campionato di serie B con tanti ragazzi fortissimi e alcuni oggi sono in nazionale. È stata una stagione difficile da ripetere perché abbiamo avuto tanti ragazzi e tutti pronti a esplodere: Carnesecchi, Fagioli, Okoli, Gaetano, lo stesso Zanimacchia. Oggi vedo che pure in serie A l’età dei calciatori si abbassa perché si prova ad anticipare la maturazione dei giovani e di conseguenza ne tolgono molti alla serie B. Se guardiamo l’Italia Under 21, pochi di quei ragazzi saranno in B, cosa che invece capitava ancora con Carnesecchi, Fagioli e gli altri. L’anagrafica della nostra rosa era matura e dopo retrocessione sono arrivati Bertolacci e Vazquez: l’idea è ringiovanire restando competitivi. Ci piacerebbe avere giovani bravi e pronti cresciuti in casa ma dal vivaio finora non ne sono usciti con queste caratteristiche. Ricorreremo anche ai prestiti per svecchiare la squadra».

Avete sotto contratto una quarantina di giocatori da gestire. Dove la squadra deve essere migliorata?
«A molti dovremo trovare sistemazione e non sarà semplice. Avremo tante cose da fare e la voglia di raggiungere ogni obiettivo ci porterà ad avere un pensiero costante sul lavoro. La squadra verrà puntellata in ogni reparto. In difesa manca qualcuno, così come in mezzo. In attacco contiamo solo Tsadjout oggi. Se pensiamo allo stile di gioco di Stroppa bisognerà avere esterni che abbiano grande capacità nell’uno contro uno e ci aspetta una bella ricerca sui quinti per dare spinta a questo tipo di calcio».

Capitolo portieri?
«Siamo stati sfortunati per un verso e fortunati per un altro. Non capita a tutti di avere così tanti infortuni in porta. Il ko di Sarr ci ha fatto scoprire Jungdal che ha fatto uan bella esperienza, quindi nel finale è uscito anche Saro. Questa situazione secondo me non ci ha penalizzati. Abbiamo tre portieri ma con un anno in più non sono più under e questo inciderà sulla lista».

Stroppa ha dovuto lavorare adattando una rosa costruita per un altro modulo.
«È stato questo il merito di Stroppa, adattare la squadra al nuovo modulo. Lo stile gioco e la mentalità hanno prodotto energie nuove, diversi giocatori si sono adattati a ruoli diversi o nuovi con ottimi risultati. All’inizio forse eravamo a corto di condizione fisica, ma una volta raggiunta abbiamo fatto bene tanto che siamo diventati la migliore difesa. Penso a Bianchetti: tanti che sembravano in difficoltà si sono rivelati protagonisti assoluti. Adesso Stroppa potrà scegliere le caratteristiche ideali dei giocatori».

Col senno di poi andrebbe ad acquistare ancora Falletti e Johnsen?
«Noi sul mercato non abbiamo mai cercato un numero 9. Il gioco di Stroppa che dipende da una punta e tante mezze punte ci ha portato a fare certe scelte. Johnsen può fare più ruoli ed era il profilo ideale per cambio di passo e capacità di ribaltare l’azione. Quando si gioca nella metà campo avversaria servono questi giocatori, ma è chiaro che alla fine vince chi fa più gol. I due acquisti erano stati accolti bene da tanti, poi in campo ci sono molti altri fattori a incidere sul rendimento. E Johnsen è dispiaciuto per aver saltato la finale per infortunio. A gennaio comunque avevamo trattato diversi elementi e chi è arrivato aveva il benestare anche del tecnico».

Vazquez resterà ancora il tuttocampista?
«Vazquez è un campione vero. Non ha mai saltato un allenamento e ha giocato tutte le gare. A volte ha fatto vedere la sua classe sopra la media, altre volte invece ha faticato. Ha dato grandi tempi di gioco alla squadra perché vede passaggi che non tutti vedono. Da uno come lui ti aspetti la giocata determinare in ogni momento. Si è dedicato più alla costruzione del gioco che alla finalizzazione. Parleremo tra noi per capire quali saranno i calciatori da cui ripartire».

La società vuole restare ai vertici e avrà anche una tifoseria da vertici.
«Lo Zini trasmette grande energia, si è creato un grande connubio tra tifo e squadra. Le presenze allo stadio sono aumentate ma quello che ci fa più piacere è che tanti ragazzini sono stati coinvolti dall’entusiasmo. Le nuove generazioni sono cresciute pensando ai colori grigiorossi e non ai top club. In passato abbiamo anche ricevuto contestazioni ma sempre civili e costruttive. Comprensibile che i tifosi abbiano rimostranze ma non ci siamo sottratti al confronto. Non vogliamo fare campionati anonimi, vogliamo tenere alto il feeling tra calciatori e tifosi».

Avete comunque festeggiato la promozione della Primavera. Quali obiettivi in Primavera 1 e quanto sarà utile l’Under 19 alla prima squadra?
«La Primavera 1 è un campionato gratificante che stavamo inseguendo in silenzio da tempo, anche grazie al lavoro di Bonavita. Non possiamo ignorare che il vivaio è una risorsa importante per la prima squadra. Sarà sempre più dura per le proprietà comprare a suon di milioni. Le proprietà straniere hanno dopato il mercato e non tutti stanno al passo, per cui il vivaio va visto in questa ottica. La Primavera 1 è gratificante per ragazzi ed è una vetrina per il club. I ragazzi e quelli che lavorano con la Primavera hanno fatto qualcosa di straordinario e spettacolare. Nessuno ha vinto le prime 13 gare consecutive. Torniamo tra i club di prima fascia, ma abbiamo ragazzi pronti. Servirà anche qualche ingresso per sostenere la stagione: non sarà facile perchè il mercato Primavera ha regole diverse dettate dal blasone e dai colori delle società. Avremo umiltà di chi è appena arrivato ma che conosce le proprie qualità».

La Cremonese ha recitato un ruolo da protagonista con la Figc per arrivare all’apprendistato d’autorità.
«Sì, siamo riusciti ad arrivare alla modifica dell’articolo sui tesseramenti vincendo una guerra normativa importante per cui le società hanno la possibilità di sottoporre l’apprendistato unilateralmente per un anno ai ragazzi del 2006 e di 3 anni per quelli del 2007. La Cremonese però ha sempre cercato di gratificare i ragazzi: da mesi abbiamo proposto un contratto da professionisti a quelli che potrebbero avere la possibilità di restare in prima squadra».

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