10 Maggio 2024 - 07:42
Tiziano Bordi con la maglia
CREMONA - "Ho scoperto di avere nel cassetto un pezzo da museo, un vero tesoro e lo porterò allo stadio Zini in occasione della sfida contro il Cittadella."
A parlare è Tiziano Bordi, 54 anni di Zibello, che si è ritrovato fra le mani una maglia della Cremonese della stagione 1983-1984, quella della promozione.
"Lo sponsor è Grana Padano, bianca con righe rosse e grigie, numero 11. Quando ho realizzato che quella maglia era particolare ho svolto qualche ricerca e alla fine ho parlato con il noto collezionista Alessio Superti, grande conoscitore della storia della Cremonese e delle sue divise. Lui mi ha confermato essere un’autentica divisa della società grigiorossa, quella della stagione 1983-1984. Ci sono alcuni dettagli che la collocano esattamente nella prima metà degli anni '80. La notizia che più mi ha fatto esultare di gioia è che sicuramente l’ha indossata anche Gianluca Vialli. All’epoca le società avevano una sola muta di maglie che tenevano tutta la stagione. Era difficile che un giocatore la lanciasse ai tifosi perché l'avrebbe dovuta pagare. Quelle maglie al massimo circolavano a fine campionato, e come tali erano appunto 'pezzi' rari, non c'era ancora tutto il mercato dei nostri giorni. Che l'abbia indossata Vialli non ci sono dubbi, sebbene i calciatori cambiavano maglia in ogni gara, non c'era ancora la numerazione fissa. Abbiamo cercato qualche fotografia dell'epoca per trovarne una che ritraesse Vialli con il numero 11 ma è dura: Gianluca si vede che indossa quella divisa, ma il numero non si vede".
Bordi descrive la maglia e come ha fatto a ritrovarla.
"È proprio una vecchia maglia di lanina pesante a maniche lunghe. Ha ancora i polsini intatti. È rimasta per anni in una cassapanca ma è ancora integra. Mi hanno detto che è un pezzo pregiato e da quando l’ho scoperto mi hanno chiamato a decine, anche di notte. Non riesco ancora a credere alle offerte che ho ricevuto, non credevo che si potesse arrivare a tanto per una maglia di calcio. Mi hanno cercato collezionisti oppure fan sfegatati di Gianluca Vialli. Alcuni offrono di acquistarla, altri di scambiarla. Ma non la vendo e non la cedo. Allo stadio Zini contro il Cittadella la indosserà mia figlia Vittoria. Mi sembra un bel gesto, mi sembra una bella curiosità".
Bordi non aveva capito subito che la maglia fosse quella del campione cremonese.
"No perché ho giocato a calcio per anni e ho conservato nel tempo numerose maglie delle società per le quali ho militato nei campionai dilettanti. Ora che ho famiglia, un giorno mia madre ha voluto svuotare i miei cassetti e mi ha restituito tutte le divise che avevo collezionato. Nel farle passare una a una come se sfogliassi un album di ricordi, mi sono imbattuto in questa vecchia maglia bianca della Puma con il numero 11. All'inizio sono rimasto perplesso. Non ricordavo di aver mai giocato con l'11, né riuscivo a ricordare una società della zona che avesse avuto Grana Padano come sponsor. Insomma, non ricordavo di averla mai indossata. E ci credo: quella maglia infatti non era mia, ma di Vialli. Sul petto ha solo il marchio Puma, lo stemma della società non c'è. Mi ha spiegato proprio Superti che l'usanza di cucire sulla maglia anche lo stemma della Cremonese è cominciato solo negli anni successivi. Credo che anche questo fattore renda la maglia unica. Non ho capito subito che fosse l’11 di Vialli, ma da quando me lo hanno spiegato sono orgoglioso del mio tesoro".
Resta un'ultima domanda: come ha fatto a finire nei cassetti di Bordi quella maglia?
"Me lo sono chiesto anche io e la risposta credo sia questa. Quando ero bambino dalle mie parti veniva a pescare il vecchio proprietario dell'Hotel Continental di Cremona. Veniva a passare il tempo e ha cominciato a fare amicizia con tante persone del posto, compreso me. E' stato più volte a casa dei miei genitori e io mi sono ritrovato spesso alla domenica mattina al Continental. All'epoca la Cremonese era di casa, vi alloggiava prima delle partite, oppure c'erano spesso i suoi dirigenti. Grazie alla simpatia che il proprietario dell'Hotel aveva nei miei confronti ho potuto vedere da vicino tanti calciatori e credo che quella maglia sia stata proprio un regalo arrivato da lì. Non ricordo bene da parte di chi, ma è stato un regalo a un bambino. Avevo apprezzato il gesto, ma poi quella maglia era finita insieme a tutte le altre. A distanza di anni è saltata fuori, con tutta la sua storia e non ci credo ancora".
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