01 Gennaio 2024 - 19:02
Marco Villa
MONTODINE - Il 2024 è l’anno a cinque cerchi. Così, se dici Olimpiade, il pensiero corre ad agosto, a Parigi. Poi si fanno spazio i ricordi, i più recenti, di trionfi meravigliosi, ottenuti ai Giochi di Tokyo. Il cammino del ciclismo su pista dopo le gare olimpiche del 2021 si è arricchito di altri successi di prestigio, di conferme e di nuove speranze. Soprattutto, è stato lo sviluppo di un nuovo preciso percorso su cui sta lavorando giorno dopo giorno Marco Villa, il tecnico della Nazionale.
Come va il lavoro in azzurro?
«I Giochi ad agosto sono il punto di arrivo – ha commentato il montodinese Villa – e sono già due anni, con la qualifica olimpica, che ci stiamo lavorando. Un’attività ampia, che richiede la cura di tanti aspetti, come ad esempio posizioni e materiali. E ancora, prevede una funzione di rapporto con le squadre, perché ci sono atleti che hanno cambiato il team, portandomi così al confronto con nuovi direttori sportivi, a cui mostrare che pista e strada possono convivere insieme. Tutto il lavoro è finalizzato ad arrivare pronti all’obiettivo delle Olimpiadi di questa estate a Parigi».
Pista e strada possono coesistere durante la stagione: un punto che lei non ha mai smesso di sottolineare.
«L’obiettivo è fare recepire che la pista fa bene alla strada. I campioni che abbiamo visto ad esempio all’inaugurazione al velodromo di Crema sono testimonial di questo modo di affrontare l’attività. Filippo Ganna si allena in pista, anche vicino alle prove su strada. È un concetto che dovrebbe entrare pure nella testa dei direttori sportivi dei ragazzi».
Il 2024 non è solamente Giochi Olimpici di Parigi, ma parte già molto presto: tra una decina di giorni sono infatti in programma gli europei.
«La rassegna continentale che si svolge dal 10 gennaio ad Apeldoorn rappresenta un primo obiettivo della nostra stagione. Non abbiamo a disposizione Ganna, che vola in Australia con la sua squadra per il Tour Down Under, per poi fermarsi a disputare la prima tappa di Coppa del Mondo su pista in calendario ad Adelaide. Questo per sottolineare ulteriormente di un atleta che si allena in pista, corre su strada, e subito dopo torna di nuovo a gareggiare in pista».
Il team cremonese dell’Arvedi Cycling è una realtà che ha nel suo dna l’attività su pista: come procede la collaborazione?
«La società è nata per supportare gli atleti multidisciplinari e questo modo di fare attività ha portato anche la gioia di un oro a Tokyo 2020 con Francesco Lamon. Lui è sempre uno dei papabili per Parigi, ci sono poi altri come Michele Scartezzini e Niccolò Galli che sono nel gruppo olimpico. Ringrazio l’Arvedi Cycling per questa preziosa attività di supporto ai corridori sempre in stretta collaborazione con la Nazionale, nella speranza di arrivare a conquistare altri risultati di rilievo in questa stagione».
C’è un’atleta cremonese protagonista di un 2023 da favola tra le Junior ed è Federica Venturelli. Risultati meravigliosi li ha ottenuti anche in pista, in cui ha fissato pure un record del mondo, con un promettente futuro. Come state lavorando con lei in prospettiva 2024?
«Venturelli è un’atleta che ha mostrato con i fatti e con i tempi le sue capacità. Lascia la categoria Junior, adesso fa il suo ingresso nel gruppo delle più grandi e ha già modo di allenarsi su pista con le Elite, di confrontarsi con loro. E mai dire mai. Intanto ha la possibilità di crescere con ragazze come ad esempio Elisa Balsamo, vincitrice del Mondiale su strada due anni fa, Vittoria Guazzini e altre ancora. Venturelli ha modo di lavorare con atlete che hanno importanti esperienze alle spalle e di imparare molto da loro. Poi sarà il cronometro ad agosto a dare il suo responso».
É iniziato il nuovo anno: Marco Villa cosa chiede al 2024?
«Di fare una bella stagione. Non ci nascondiamo, ci sono le Olimpiadi e una delle grosse ambizioni sarebbe di ripetere i risultati di Rio e di Tokyo. Siamo anche consapevoli che tutte le nazioni si stanno organizzando e stanno lavorando bene: le Olimpiadi sono la massima espressione, troveremo sicuramente molta concorrenza, ma ci faremo trovare pronti».
Nei giorni scorsi è stato inaugurato il velodromo di Crema, che tornerà finalmente a ospitare di nuovo gare: potremo vedere sull’anello anche gli atleti della Nazionale?
«Perché no? Abbiamo Montichiari che deve essere il centro di alta specializzazione, ma anche le piste all’aperto devono essere utilizzate al meglio, sia per lo sviluppo dell’attività giovanile, che ritengo fondamentale, anche sulla pista del velodromo di Crema, sia per altri tipi di appuntamento».
E chissà che Crema non possa avere questa estate pure l’occasione per fare festa a nuovi trionfi olimpici degli azzurri. Mancano ancora otto mesi, ma il pensiero e soprattutto le speranze corrono già in direzione Giochi di Parigi. Insieme all’Italia della pista di Marco Villa.
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