22 Novembre 2023 - 08:51
Wayne McCullough
CREMONA - «Svegliarsi alla mattina, uscire di casa per andare all’allenamento e vedere il buio per 20 ore, con al massimo tre ore di luce al giorno, è stata un’esperienza molto strana, per uno come me che veniva da Hockley in Texas, dove sono nato. Ora Cremona è una cosa diversa. Mi trovo bene anche qua» ha raccontato Wayne McCullough, l’ala-guardia della Vanoli, «ma nella mia prima esperienza europea, a parte questa strana situazione della lunga notte finlandese, mi sono trovato molto bene. Come mai sono andato a giocare in Finlandia? Non avevo inizialmente alcun agente a quel tempo e non avevo neppure grandi contatti con giocatori americani che avrebbero potuto darmi informazioni sul basket internazionale ed europeo, così ho seguito il consiglio del mio primo agente e ho firmato per il Lathi. I finlandesi sono persone riservate, ma quando si aprono sono molto disponibili e gentili e io e mia moglie abbiamo tutt’ora amici in Finlandia. Inoltre, con il mio ex allenatore a Lathi, Pieti Poikola, mi sento spesso al telefono».
Waybe dopo la scuola media viene reclutato dalla Colorado Christian University, un college di Seconda Divisione, dove vince un titolo delle università cattoliche private. Al termine dei quattro anni universitari non viene scelto dalla Nba e firma per una squadra canadese, gli Island Storm, dove gioca per due anni, per poi trasferirsi a un’altra squadra, i Moncton Magic, dove gioca per altri due anni e vince il campionato. Debutta nel grande basket europeo con il Darussafaka di Istanbul, con cui raggiunge i quarti di finale del campionato e gioca anche nella Fiba Champions League. Suoi compagni di squadra ad Istanbul erano anche tre giocatori che avevano vestito le maglie di formazioni italiane, come Aaron White, l’ala ex Milano, Gabe Olaseni, il centro già a Sassari, e un ex della Vanoli, la guardia Markel Starks, visto a Cremona per solo 9 partite. «Passare dalla Finlandia, dove ripeto, mi ero trovato molto bene, alla Turchia è stato però un po’ uno shock culturale» racconta il giocatore. «Ma è stata un’altra grande esperienza, nonostante il traffico e lo stile di vita differente. Il club si prendeva molta cura di noi giocatori anche fuori dal campo e in modo molto professionale».
Giocatore grintoso, che sa fare tante piccole cose per aiutare la squadra, le sue cifre in campo in questi tre anni ad alto livello nei campionati europei sono rimaste costanti, tra gli 8.9 punti a partita ed oltre i 9 al secondo anno in Turchia, come anche a Cremona dove segna una media di 10.5 punti a partita, e ha aumentato la percentuale del tiro da tre punti con oltre il 41 per cento (42.5). Ragazzo tranquillo, legato alla famiglia, in città con la moglie e i due figli, un maschio di quattro anni e una bambina di due, dice di lui Andrea Conti, general manager della Vanoli: «Avevo seguito Wayne fin da quando giocava in Finlandia, poi in Turchia e quando gli avevamo prospettato di essere titolare, mentre a Istanbul era il sesto uomo, ha accettato la nostra offerta».
Dal Canada dai vasti paesaggi, alla fredda Finlandia, alla cosmopolita Istanbul, a Cremona, McCollough sta costruendo una carriera con l’obiettivo di fare passi in avanti ogni campionato.
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