11 Ottobre 2023 - 13:39
Pierluigi Ruggieri, 33 anni
CAMOGLI - Questa avventura parte da Castelleone, paese vivo e ricco di attività sportive. La grande realtà del calcio, quindi l’atletica e la pallavolo. Eppure a Castelleone c’era un bambino che amava la piscina, tanto da farla diventare la sua seconda casa ed è cresciuto in acqua fino a diventare un giocatore di pallanuoto che oggi milita in serie A1. Lui è Pierluigi Ruggieri, 33 anni: suo fratello Carlo si è fatto conoscere nel calcio, ‘Pigi’ ha preso tutta un’altra strada. Preferiva la piscina dalla quale è partito per Crema dove si è avvicinato alla pallanuoto fino a raggiungere i massimi livelli. Classe 1990, Ruggieri vive a contatto con l’acqua dalla mattina alla sera. E grazie alla pallanuoto ha conosciuto anche l’amore. 'Comincio al mattino tardi con il primo allenamento come atleta della Rari Nantes Camogli – racconta Ruggieri -. Dalle 12 alle 14 in acqua; un’ora per pranzare, quindi nel pomeriggio alleno le squadre giovanili Under 12, Under 14 e Under 16. Infine, alle 20, scatta il secondo allenamento con la prima squadra. Va così tutti i giorni e sono felice'.
Coniugare la passione con il lavoro è una fortuna che capita a pochi.
'Vivo col costume addosso tutto il giorno, sono sempre alla piscina Giuva Baldini di Camogli. Sono arrivato in Liguria per amore, perché ho conosciuto sei anni fa Roberta Bianconi. Io giocavo a Catania in A2 e da là mi sono trasferito a Camogli. Lei milita nel Rapallo e fa parte del Setterosa. Io inizialmente giocavo a Camogli ma allenavo le giovanili della Pro Recco. Là ho trascorso un’esperienza stupenda che mi ha insegnato molto come allenatore. Da quest’anno la scelta di stare a Camogli a 360 gradi: atleta in serie A1, nel ruolo di portiere e allenatore delle giovanili'.
Ruggieri sta vivendo un’esperienza tutta nuova e stimolante.
'Certamente, perché a 33 anni mi tolgo lo sfizio di giocare in serie A1: è la mia prima esperienza in questa categoria. Se dovessi paragonarmi al calcio direi di aver fatto la stessa cavalcata di Moreno Torricelli alla Juventus. Dalla serie D con il Crema, al massimo livello'.
Lungo il cammino di Pierluigi, che ricorda con grande entusiasmo.
'Fino a 26 anni ho girato molto. Quando ho lasciato Crema, a 18 anni sono passato al Fanfulla Lodi dove ho giocato in serie C, serie B ed infine A2. Successivamente la società è fallita ma sono rimasto a Lodi ripartendo dalla serie D nella stagione 2016-2017: un anno spettacolare culminato con il ritorno in serie C. Nell’estate 2017 mi ha chiamato il direttore sportivo di Catania che mi ha voluto là. In Sicilia ho conosciuto il coach Giovanni Puliafito; sono rimasto fino al 2020-2021. Dal 2021-2022 sono passato a Camogli: dopo due stagioni in serie A2 è arrivata una bellissima promozione e oggi sto vivendo la prima esperienza in A1'.
È stata una bella stagione, quella della promozione?
'Indubbiamente, anche perché posso dire di essere stato tra i protagonisti del salto di categoria. A fine stagione dovevo scegliere se smettere e allenare, oppure togliermi uno sfizio. A 33 anni posso ancora concedermi qualche anno di attività. Anche se ho già più la testa da allenatore'.
Quali sono i progetti da bordo vasca?
'Credo che quello di allenatore di pallanuoto sia il mio futuro. Sono a buon punto, il mio sogno sarebbe arrivare alle Olimpiadi da tecnico e non da atleta. Io sono all’inizio della carriera come tecnico. Lavoro undici mesi all’anno con i ragazzini e in mezzo c’è anche il campionato con lunghe trasferte. Nonostante tutto, riesco a dividere la mia carriera di portiere e di tecnico'.
Come è stato l’esordio a 33 anni nella massima serie?
'Emozionante perché la prima partita è stata proprio contro la Pro Recco. Un ambiente che conosco bene perché ho lavorato con loro, ma garantisco che anche a 33 anni una gara del genere non ti lascia indifferente. La Giuva Baldini è una delle poche piscine ad avere la curva dei tifosi: c’è un ambiente caldo, ci saranno state tre mila persone a seguire la gara. Abbiamo perso nettamente, ma è stato un momento storico per Camogli che è ritornata in A1 dopo dieci anni. Quando sono sceso in acqua in un secondo ho ripensato alla mia vita: alla piscina di Crema, a mia mamma che veniva a prendermi da piccolo; ho ripensato a tutta la mia vita perché stavo coronando un percorso lunghissimo passato dal Nord al Sud Italia che mi ha insegnato tanto'.
In futuro ci sarà spazio anche per il matrimonio?
'Per adesso io e Roberta conviviamo. Lei ha obiettivi sportivi più grandi in questo momento. A 34 anni disputerà gli Europei a gennaio in Israele e poi i Mondiali a Doha. Punta all’oro Olimpico di Parigi 2024 con il Setterosa dopo aver messo al collo un argento a Rio 2016. Diciamo che in famiglia è lei la campionessa. Nella pallanuoto femminile è stata l’unica a vincere il premio come migliore giocatrice d’Europa, quindi è lei quella forte nella pallanuoto. L’ho conosciuta una settimana dopo che ero arrivato a Catania: una ligure e un castelleonese si sono conosciuti in Sicilia e ora convivono a Camogli'.
Tutto partendo dalla piscina di Castelleone.
'Mia mamma Nadia è di Castelleone, mio papà Giuseppe no. Io e mio fratello Carlo siamo nati a Torino ma ci siamo trasferiti in provincia di Cremona nel 1997. Da mio fratello, ex calciatore, ho imparato la mentalità e il senso dell’impegno. Sono cresciuto nella piscina di Castelleone ed ero uno dei pochi che nuotava: mi divertivo tra tuffi e apnee. Quando vedo la piscina di Castelleone mi si stringe il cuore. Io ho iniziato a Crema con Andrea Delle Rose e ho conosciuto anche Massimo Parietti: sono coloro che mi hanno lanciato in questo mondo. La passione per la pallanuoto l’ho sempre avuta, ma quanto imparato da loro oggi lo trasmetto ai ragazzini che alleno'.
Ha seguito l’epopea della Bissolati a Cremona?
'Certamente, ho seguito la serie A1 di pallanuoto proprio grazie alla Bissolati. Mi facevo accompagnare dai genitori alla Canottieri oppure alla comunale. Cremona ha avuto dei campioni come Azevedo, di cui oggi alleno il nipote a Camogli, oppure Ferrari che abita a Camogli. Sacrifici per la pallanuoto ne ho fatti, ma non mi sono mai pesati. Nei week end mi allenavo e raggiungevo i miei amici sempre alla sera tardi, ma mi sono sempre divertito lo stesso'.
La provincia di Cremona e la pallanuoto che rapporti hanno?
'È un mondo sconosciuto la pallanuoto: io mi definisco un professionista nei dilettanti'.
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