Sepolto il mito di Giuliano in un piccolo cimitero della Sicilia
L'improvvisa fine del bandito, ucciso dai carabinieri prima che espatriasse a bordo
di un aereo straniero
Luglio 2016
PALERMO, 5. — (O.E.) E così è finito il più doloroso episodio di criminalità di questo dopoguerra: «il mito di Giuliano » riposa ormai sotto la terra del piccolo cimitero di Castelvetrano, il paese dove ii « bandito », inconsapevolmente , è caduto nella trappola della polizia mentre si recava dalla « sua » donna e mentre stava ultimando i preparativi per espatriare a bordo di un aereo straniero
Ucciso stanotte alle 3,33, verso mezzogiorno di oggi, la salma di Salvatore Giuliano. crivellata di ferite, è stat a sepolta, dopo l'autopsia di rito. Sepolta in quel Castelvetrano. piccolo paese delle «belle speranze» dove al bandito brillò l'ultimo miraggio della gloria e della ricchezza attraverso l'espatro. Sulla rude cassa di legno qualche palata di terra, tra il silenzio dei pochi astanti , fra i quali erano il colonnello Luca con il suo aiutante capitano Perenz, il procuratore generale della Repubblica di Palermo, il direttore dell'Istituto di medicina legale di Palermo, il prefetto e il questore di Trapani, il comandante del Gruppo dei carabinieri di Trapani , il giudice istruttore della Sezione istruttoria di Palermo. Il cadavere di Salvatore Giuliano giaceva in un cortile di dieci metri per sei, nel quale si entra attraverso un porticato senza cancello, alla distanza di tre o quattro metri da una porta. Vicino al cadavere era un mitra e accanto alla bocca insanguinata del bandito, una pistola tedesca.
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