5 gennaio 1951
Gennaio 2021
TOKIO. 4. — Poco prima dell'alba le forze comuniste cinesi sono entrate oggi a Seul, mentre circa centoventimila «rossi» si vanno raggruppando per un deciso attacco che mirerebbe a tagliare la ritirata degli americani dalla città. Seul è in fiamme. Lungo la costa occidentale della Corea navi da guerra e da trasporto delle N. U. sono raccolte per intervenire e permettere, ove ciò si renda necessario, una ritirata via sud di Seul. Anche l’aeroporto di Kimpo è stato abbandonato dalle ultime forze americane. L'ultimo aereo che ha lasciato l'aeroporto è decollato poco prima dell'alba. Tutto il personale ed il materiale americano nell'aeroporto è stato trasferito a sud senza vittime né danni.
Si conferma stasera l'avvenuta occupazione di Kimpo da parte dei rossi, mentre viene precisato che il ritiro delle truppe alleate da Seul ha avuto luogo senza immediato contatto col nemico, e quindi senza perdite rilevanti. L'ultimo battaglione americano che ha varcato il fiume Han è stato quello che difendeva un posto di blocco sulla strada per Kaesong, 16 chilometri a nord-ovest di Seul.
Il battaglione ha fatto saltare gli ultimi pontoni militari sul fiume Han. Il grande ponte ferroviario sul fiume, che collegava Seul al sud, era già stato fatto saltare in precedenza. Tuttavia, la distruzione dei ponti non poteva fermare la fanteria comunista, dato che il fiume è ghiacciato.
Ulteriori dispacci infatti informano che un battaglione di truppe comuniste ha attraversato questa sera il fiume Han, sulla riva di Seul, ed ha proseguito verso sud inseguendo le forze delle Nazioni Unite in ritirata.
Inoltre le forze di protezione del porto di Inchon hanno abbandonato questa località via mare mentre le artiglierie delle unità navali bombardavano le strade di accesso alla città.
È dunque in atto il ripiegamento generale delle forze dell'ONU in tutta la Corea. Questa sera a Washington il segretario alla difesa generale George Marshall ha dichiarato che la situazione in Corea «va sviluppandosi quasi esattamente come previsto e che le forze dell'ONU sono state disposte in modo da poter affrontare tali previsioni». Il generale ha aggiunto che in molti casi le forze dell'ONU si sono trovate a combattere contro una superiorità numerica nemica quasi incredibile.
A questo proposito gli osservatori militari di Tokio sottolineano che l'ultima frase del comunicato odierno del gen. Mac Arthur lascia pensare che la linea naturale difensiva Suwon-Inchon-Wonju, a sud di Seul, non verrà probabilmente difesa dalle truppe dell'ONU. Ancora una volta le truppe comuniste stanno svolgendo una vasta manovra di accerchiamento delle unità alleate, procedendo lungo le montagne del settore centrale verso Wonju, un centinaio di chilometri ad est di Seul.
Stando a quanto afferma il comunicato del generale Mac Arthur, elementi appartenenti a sei armate cinesi ed a due corpi d'armata nord coreani, resisi disponibili dopo l'evacuazione di Hungnan da parte delle forze dell'ONU, hanno iniziato la marcia verso il sud aggirando sul fianco destro le unità dell'ONU che difendono la regione di Seul.
È a causa di tale minaccia, che è stato deciso di abbandonare Seul, così come era stata abbandonata Pyongyang, senza combattere né organizzare un vasto movimento di ripiegamento. Il comunicato odierno di Mac Arthur, abitualmente molto misurato nelle parole, afferma infatti nettamente che «la caduta di Wonju permetterebbe al nemico di utilizzare la strada per il sud che passa per Chechon, Yonju, Andong e va fino a Pusan».
Stasera si apprende via radio che alcuni violenti combattimenti sono in corso nel settore di Hongchon, sita a 30 chilometri a sud del 38° parallelo, sulla strada di importanza strategica che attraversa la zona montagnosa al centro della Corea, a mezza via fra il parallelo e Wonju. Uno sfondamento in questo settore sarebbe la rovina per le forze operanti a sud di Seul le quali sarebbero, come dicevamo, tagliate fuori da una ritirata via terra. Circa 150.000 comunisti partecipano alle operazioni nel settore centrale del fronte: la presa di Wonju è il loro obiettivo.
La conquista di Seul è stata ottenuta dai comunisti a prezzo di perdite «spaventose» in uomini e materiali. I rossi sono stati attaccati contemporaneamente dal mare, dal cielo e su terra, ed hanno cosparso di cadaveri le vie d'accesso alla capitale.
Ma è appunto col sistema dei «battaglioni suicidi» che i cinesi avanzano. Il loro numero è talmente enorme che ha obbligato Mac Arthur ad un ripiegamento totale. Solo se tale ripiegamento sarà completato senza che nessuna unità rimanga tagliata fuori, si potrà dire che il comando dell'ONU ha vinto la sua battaglia. La frase non è ironica: si tratta di un drammatico problema strategico che, se risolto, porrebbe la guerra di Corea al punto dove venne lasciata alla fine di settembre: il famoso «ridotto» Taegn Pusan.
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