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14 giugno 1949

Fausto Coppi ha vinto il XXXII Giro d'Italia

"A 35 anni vorrei difendermi come si difende ancora Bartali,,

Giugno 2020

Fausto Coppi ha vinto il XXXII Giro d'Italia

MILANO, 13. — Giovannino Corrieri ha vinto l'ultima tappa, la Torino-Milano di questo XXXll magnifico Giro d'Italia. Il siciliano, lasciato libero da Bartali, ha saputo piazzare la sua ruota veloce davanti a quella di Ricci e di Fausto Coppi, ripetendo così il colpo dello scorso Giro di Francia quando riuscì a completare con la vittoria al Parco dei Principi, il trionfale successo della squadra italiana e del suo capitano Bartali.

I veri due eroi della giornata sono stati Leoni e Conte. Era magnifico vedere tutta la Squadra della «Legnano» e primo fra tutti Vincenzo Rossello, prodigarsi per condurre il loro capitano fino a Milano. Leoni, malconcio e febbricitante ha avuto la forza di terminare il «Giro». La folla poi all'arrivo l'ha ricompensato degnamente della sua dedizione e della sua volontà.

L'altro eroe è stato Conte. Il bianco-celeste dopo aver vinto la tappa volante di Novara è caduto malamente riportando contusioni ed escoriazioni per tutto il corpo. Con la forza della volontà anche lui è arrivato a Milano. Il vincitore del «Gran Premio Tana» ha voluto essere vicino al suo capitano nel giorno del trionfo.

La «Bianchi» infatti ha vinto con Coppi il «Giro» e il «Gran Premio della Montagna», con Conte il «G.P. Tana» per le tappe volanti e ha ottenuto anche il maggior numero di vittorie di tappa: cinque, tre Coppi e due Conte.

Il «Giro» è finito. Ora dovremmo tirare le somme. Il «Giro» è finito con la vittoria del favorito: Coppi. Il bianco-celeste però ha voluto aggiungere alla sua scontata vittoria la grande impresa delle Alpi francesi per legittimare e consacrare il suo successo. È stata questa la firma migliore per essere riconosciuto vincitore e campione senza riserve.

Ma le differenze di campione e no, di migliore e peggiore, di fortunato e sfortunato le facciamo noi, noi giornalisti, voi tifosi. I corridori sono migliori di noi e ci insegnano tante cose.

Vi racconteremo ora un episodio che dice tutto. Un ragazzetto, uno studente, dopo essersi fatto firmare una cartolina da Bartali, andò da Coppi che stava scherzando con i compagni di squadra e gli allungò timidamente la cartolina. Coppi firmò sotto il nome di Bartali e disse: «Rispettiamo l'età». Il ragazzo si fa ardito e chiede. «Ma lei è un grande campione!». Coppi lo guarda «Io? A 35 anni vorrei difendermi come si difende ancora Bartali: quello è un campione». Non facciamo nessun commento.  

E tanti, tanti episodi ancora: Leoni che soccorre Conte caduto, e Logli che, senza gomme, perde il quarto post in classifica e non impreca, e Bartali ancora che toglie uno spago che s'era attorcigliato fra i raggi della ruota posteriore della bicicletta di Coppi.

Tanti e tanti episodi di sport che non è lo sport de bartaliani e dei coppisti.

Dovremmo qui ricordare tutti i migliori e i peggiori ma lo spazio ce lo vieta.

Tutti hanno meritato gli applausi che la folla ha dispensato; anche Carollo che ha saputo sfruttare una sua reale inferiorità. La grande cavalcata è finita. Finita con la vittoria di un campione che ha sempre avuto in mano la corsa e con la conferma di un altro intramontabile campione e la scoperta di un altro giovane: Astrua. Se qualche difetto c'è stato, la grande vittoria di Coppi ha fatto dimenticare tutto. E il Giro di Francia attende per riconfermare e per concedere una riprova a chi non è stato fortunato.