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12 maggio 1948

Einaudi Presidente della Repubblica

L'elezione avvenuta al quatto scrutinio con 518 voti – Hanno votato a favore democristiani, liberali, repubblicani e socialisti

Maggio 2020

Einaudi Presidente della Repubblica

ROMA, 11. (A.U.) - Le operazioni  di scrutinio della quarta votazione hanno finalmente dato il risultato positivo e con la maggioranza assoluta il senatore Luigi Einaudi è stato eletto Presidente della Repubblica dalle due assemblee riunite.

Una manifestazione di entusiastica simpatia ha salutato l'annuncio datogli dal Presidente della Camera on. Gronchi. L'elezione di Luigi Einaudi alla suprema magistratura dello Stato, sarà appresa dal popolo italiano con viva soddisfazione. Non è un uomo di parte che ascende alla presidenza della Repubblica, né un uomo comunque discusso che avrebbe indubbiamente provocato dissensi e avversione: è un uomo che ha illuminato la Patria con l'alto ingegno, un principe della scienza economica che tutto il mondo conosce e ammira: un cittadino di carattere che ha tenuto saldamente il suo posto di responsabilità nella vita e nella scuola e si è fatto ammirare per la dirittura morale cui si sono sempre ispirati gli atti della sua esistenza.

La scelta di Luigi Einaudi è una garanzia di giustizia, lealtà, alto sentimento patriottico ed umano. Egli, alle virtù dello scienziato congiunge quelle del galantuomo onesto ed imparziale che farà onore all'alto posto cui è stato chiamato, e costituirà per tutti, all'interno e all'estero, la figura italiana dell'equilibrio e della serenità.  

Una settimana di brutta polemica si è conclusa con un atto di resipiscenza e saggezza che fa onore al Parlamento Italiano. Domani Einaudi troverà schierato al suo passaggio l'autentico popolo italiano che lo saluterà e lo consacrerà primo Presidente della Repubblica Italiana.

Il senatore Einaudi, prima dell'inizio della seduta odierna, accettando la candidatura, aveva dichiarato che egli avrebbe servito in qualsiasi modo il Paese.

Emozione in casa Einaudi
L'annuncio ufficiale della elezione - Il neo-presidente dice: “Sia fatta la volontà di Dio”.

Un redattore dell’Ansa ha assistito alla cerimonia della comunicazione dell’elezione a Presidente della Repubblica recata a Luigi Einaudi dagli on. Gronchi e Bonomi.

La casa di Einaudi è una villetta sulla via Tuscolana all'estrema periferia della città dove il nucleo urbano finisce e ha inizio la campagna. Una piccola villetta di otto stanze che si trova però in un magnifico grande parco con alberi centenari e aiuole molto curate.

Pochi minuti prima delle 21 giungevano il ministro Del Vecchio e il direttore della Banca d'Italia Menichella. Solo allora Einaudi si è alzato per ricevere i visitatori sulla porta del suo studio. Tutti erano emozionati, soprattutto la signora che aveva ricevuto poc'anzi una telefonata che annunciava la partenza da Montecitorio delle macchine che recavano gli onorevoli Gronchi e Bonomi. Questi arrivavano infatti subito dopo accompagnati dai due segretari generali della Camera e del Senato in tre macchine scortate da agenti motociclisti.

Il piccolo gruppetto di persone varcava la soglia e si incontrava con Einaudi uscito dalla sua stanza per riceverli. Tutti quindi passavano nello studio mentre si faceva improvvisamente silenzio. Il Presidente della Camera Gronchi tirava fuori di tasca un foglio di carta su cui erano scritti i risultati delle votazioni e pronunciava queste parole: «Ho il piacere di annunciare che nelle votazioni svoltesi al Parlamento si sono avuti i seguenti risultati: Einaudi 518, Orlando 320, dispersi 4, schede bianche 29.

Avendo perciò superato la metà più uno dei voti io ho proclamalo Luigi Einaudi Presidente della Repubblica».

Einaudi visibilmente commosso rispondeva: «Non so che ripetere una frase antica: vox parlamenti vox populi, vox populi vox dei. Sia fatta la volontà di Dio e che il Signore mi perdoni l'orgoglio di questa accettazione».

Mentre i pochi presenti applaudivano, l'on. Gronchi prima e l'on. Bonomi dopo, abbracciavano e baciavano il Presidente della Repubblica e si congratulavano con lui.

Il Presidente
Luigi Einaudi è nato a Carru (Cuneo) il 24 marzo 1874. Professore di scienze delle finanze nell'Università di Torino (e di economia politica e legislazione industriale nel Politecnico di Torino e di scienza delle finanze nell'Università Bocconi di Milano, sinché da questi suoi incarichi fu espulso dai fascisti). Vicepresidente dell'Accademia dei Lincei. Socio dell' Accademia delle Scienze di Torino. Socio onorario dell'«American economie association» e dell'«American academy» di Boston. Socio corrisponderne del «Cobden Club» e di altre accademie italiane e straniere. Senatore del Regno dal 6 ottobre 1919. Membro della consulta nazionale. Collaboratore della Stampa di Torino fino al 1900 e del Corriere della sera (1900-‘25). Direttore della Riforma sociale sino alla sua soppressione nel 1935 e della Rivista di storia economica. Governatore della Banca d'Italia dal 4 gennaio 1945. Di cose piemontesi pubblicò dei volumi sulla finanza sabauda dal 1700 al 1713. Primo libro: «Un principe mercante» (1900). Il Consorzio agrario di Mondovì gli ha assegnato la spiga d'oro (distinzione massima) per l'opera di ricostruzione di vigneti filosserati a Dogliani. Attualmente era Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro del Bilancio.