10 novembre 1971
Novembre 2019
Tutti tra i 20 e i 22 anni - L'equipaggio, inglese, era composto da tre ufficiali e tre sottufficiali - L'«Hercules» della RAF era decollato dall'aeroporto di San Giusto (Pisa) per una manovra combinata in Sardegna - Pochi minuti dopo i contatti radio si sono interrotti, l'aereo ha perso quota ed è caduto in mare - Pochi i relitti recuperati - Le ricerche sono state ostacolate dal maltempo
LIVORNO, 9. — Quella che è avvenuta stamani, all'alba, nel cielo della Meloria, è la più grave sciagura aerea militare d'Europa in tempo di pace e anche la più grave che abbia colpito le forze armate italiane. Quarantasei giovani paracadutisti del primo reggimento della brigata «Folgore» di stanza a Livorno sono morti inabissandosi in mare con un aereo «Hercules» C. 130, quadrimotore della «Royal Air Force» a bordo del quale erano anche sei militari dell'Aeronautica inglese componenti l'equipaggio.
Fino alle 13,30, ora in cui sono rientrati nel porto di Livorno il rimorchiatore «Luigi Neri», il panfilo «Leticia» e la motovedetta della capitaneria di porto «232» dei 52 militari che erano a bordo dell'«Hercules» — i paracadutisti italiani erano tutti di leva e avevano tra i venti e i ventidue anni — erano stati recuperati soltanto tre camicie, due maglioni, una giacca a vento, un sacco a pelo; dell'aereo soltanto un carrello ed un battello di gomma che a contatto del mare si era parzialmente gonfiato.
L'«Hercules» era partito stamani, poco dopo le 5.30 dall'aeroporto militare di San Giusto, nell'ambito di un'operazione combinata tra reparti italiani e di altre nazioni aderenti al Patto Atlantico. Quando alle 5,41, il contatto radio tra l'«Hercules» e la torre di controllo di San Giusto di Pisa si è interrotto, i 46 paracadutisti dovevano essere ancora legati ai loro posti in quanto l'aereo era sempre in fase di decollo trovandosi a circa nove miglia dalla costa labronica, e poco al di là della verticale dell'isola della Meloria.
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