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31 marzo 1945

A 20 giorni dal crollo, ancora si magnificano le vittorie dell'Asse

L'Isola venduta: la Sicilia occupata dagli Alleati

Marzo 2018

A 20 giorni dal crollo, ancora si magnificano le vittorie dell'Asse

L'isola del Sole già una volta ha cacciato lo straniero oppressore e sempre, con valore e mistico patriottismo, ha gridata la sua indipendenza e la sua italianità. Oggi, purtroppo, i fieri isolani séno nuovamente assoggettati da un i]noasore barbaro e prepotènte, ma dalle falde dell'Etna alla piana che da Aragona digrada versa Agrigento, dalle Egadi, memori della vittoria di Lutazio Catulo, a Palermo, rossiccia all'ombra del Pellegrino, da Catania, candida ed aperta, alle cittadine laboriose dell'interno, da Mistret-ta a Licata, da Yizzini a Castelveirano, ci giungono i primi accordi premonitori del grande scampanìo che si prepara se appena dalla Madre Patria verrà un richiamo di riscossa, lo scampanìo del novello Vespro si farà boato, urlo di rabbia e di vendetta, grido di esultanza e di vittoria, mentre da tutte le bocche si irriderà il nemico in fuga! L'isola del Sole deve tornare alla Madre diletta, a dispetto dei movimenti autonomisti creati dal mercante br'tanno che mira al suo fine, a dispetto dei loschi avventurieri che hanno tradito l'Italia e venduta la Sicilia. Che venduta essa sia stata, non vi ormai più dubbio. Ricordo che alle grandi manovre dell'Anno XV e. T. venne preposto l'allora Generale di Corpo d'Armata Ambrosio, lo stesso che, nell'Anno XXI, era Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, difensore dell'Isola. Ed il compito delle manovre fu proprio quello di studiare la possibtlità di reazione ad uno sbarco avversario. Il partito rosso prese terra a Mazzara ed a Marsala, sulla stessa costa ove, piii ad oriente, le forze angloamericane sbarcarono il 10 luglio 1943. Vennero attaccate ed, arrestate. Alla chiusura delle manovre, il gen. Ambrosio tenne un grande rapporto ed affermò che esse avevano inequivocabilmente dimostrato che « chi si attentasse a mette le mani sull' Isola le avrebbe certamente stroncate ». Quando però il nemico venne per mettere le mani sull'isola, lo stesso spavaldo comandante, ormal legato a Badoglio ed attore principalissimo del tradimento, non solo non seppe • troncare le mani altrui, ma alzò le sue l'in segno di resa. A cancellare tutto ciò suoneranno i nuovi Vespri. E l'isola del Sole tornerà a raggiare, come gemma impareggiabile, nella corona di terre italianissime che, nel Mare nostrum, cinge l'Italia


Moltissimi Italiani non crederanno alla notizia che Bonomi voglia dichiarare guerra al Giappone. Attri-buiranno a noi questa trovata, che si presta a mettere sempre più in ridicolo il Governo dei servi. Invece è una cosa seria. Una delle 44 clausole segrete dell'armistizio contempla l'obbligo, da parte dell'Italia, di partecipare alla guerra contro l'Impero nipponico. A Roma, tutti i capi 'dei partiti conoscono le condizioni capestro imposte dagli « alleati », ma nessuno di^ essi può ribellarsi a quanto Vittorio Emanuele e Pietro Badoglio hanno accettato^ Gli Anglo-americani sono disposti a lasciare agli amii-fascisti ampia libertà di concionare, di pubblicare giornali, di tenere assemblee e comizi, al solo patto però che l'armistizio non venga minimamente criticato e rìgidamente osservato. Gli Italiani, l'B settembre, speravano nella pace; ancor oggi v'è gente la quale, purché la guerra finisca, è disposta ad accettare una qualsiasi soluzione. Ma si illude! La lotta invece dovrà continuare ancora per degli torni, e cioè fino a quando nell'Estremo Oriente il Giappone non sarà sconfitto. Dimodoché, dato e non concesso che il conflitto in Europa si risolvesse con la sconfitta dell'Asse, l'Italia dovrebbe versare ancora molto sangue nel Pacifico per gli interessi di Washington e di Londra. Naturalmente l'occupazione anglo-americana rimarrebbe e tutte le nostre già striminzite risorse alimentari, industriali ed agricole servirebbero non certo od alleviare i disagi del popolo affamato, ma a rifornire le nazioni « alleate ». La quotidiana persecuzione contro i fascisti e tutti coloro che tali sono qualificati solo perchè si ribellano alla ignobile capitolazione, ' ha uno scopo ben preciso: tentare con ogni mezzo di distruggere i germi della rivolta. Ma è fatica sprecata. Posti di fronte alla dura realtà, gli Italiani insorgerebbero ugualmente senza pietà contro il gruppo dèi traditori e venduti al nemico. I più feroci sarebbero gli stessi che più hanno creduto nella menzogna spudorata dell'antifascismo. Purtroppo allora sarebbe troppo tardi perchè irrimediabile ormai il danno inflitto alla Patria.

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