9 maggio 1950
Maggio 2018
Coppi a Cremona.
La notizia rimbalzò di bocca in bocca e sui fili del telefono, arrivò in redazione. Strada facendo ringraziamo mentalmente l'intelligentissimo informatore (deve possedere inconsciamente una perfetta mentalità giornalistica) e arriviamo così al ristorante Gallina. Un giovane cameriere ci introdusse nella sala dove Coppi stava facendo colazione tra gli sguardi ammirati e avidi di una turba di ragazzini, reduce dal Vigorelli dove, in coppia con Bevilacqua, aveva colto domenica un magnifico successo nell'omnium internazionale e nell'americana, e diretto a Mantova per partecipare all'Omnium delle Nazioni.
Eccoci, dunque, di fronte al campionissimo, all'uomo che tutti osannano, al grande rivale, di Bartali. Coppi, è bene dirlo subito, parla poco e soppesa, quasi con tirchieria, ciò che dice. Nulla v'è in lui di superfluo. Sa quello che vuole. Sentendolo parlare, si capisce il perchè di tante sue portentose vittorie. Le sue risposte secche, brevissime indicano chiaramente come egli preferisca essere solo, essere incontrastato. L'occhio è sempre fisso lontano come se avanti avesse una meta che egli solo conosce e della quale è gelosissimo.
Coppi è una personalità complessa, unica nel ciclismo italiano. Molto della sua forza sta nel suo sistema nervoso, nella sua volontà di ferro.
Anzitutto il capitano della «Bianchi » ha confermato che la sua attività è tutta volta a due mete: il campionato italiano che si correrà domenica a Varese e il e Giro d'Italia ». L'attività futura è condizionata a queste corse quindi anche il e «Giro di Francia» sul quale Coppi è di un riserbo assoluto. « Non ascolti — ci ha detto — quello che è stato detto e scritto fino ad oggi sulla mia partecipazione al «Giro di Francia». Non c'è nulla di positivo. Ancora non ho deciso. Potrei parteciparvi come anche rimanere assente. Non c'entra né Bartali né l'U.V.I. Sono cose che si vedranno a suo tempo. Se vi parteciperò sceglierò naturalmente uomini sui quali posso fare affidamento e nei quali ho fiducia. Non faccio nomi, Però, anche perchè voglio vedere quello che accadrà al «Giro d'Italia», al quale, e questo può dirlo, tengo in modo particolare ».
La signora Coppi non si è pronunciata, ma ha fatto capire che non le dispiacerebbe che suo marito tentasse ancora l'avventura del Tour. «Dopo quello che ha fatto lo scorso anno — continua la signora — non è improbabile che Fausto ritenti la prova. Si ha paura solo la prima volta. Alla seconda si è più tranquilli».
Applausi a San Siro per gli allievi grigio-rossi.
Bella disputa tra gli allievi dell'Inter e i nostri ragazzi terminata con un 1-1.
Quando gli allievi grigio-rossi sbucarono dalla scaletta e misero i piedi sul terreno di S. Siro, avevano le gambe molli dall'emozione. E noi sentivamo paura per loro, che si lasciassero mettere in soggezione dall'ambiente e dalla squadra avversaria imbottita dei più bei nomi dell'allevamento nero-azzurro.
L'Inter, sicura, spavalda. Invece, traspariva l'emozione in ogni movimento dei grigio-rossi, affannosi, incerti, presi nelle triangolazioni rapide dei nero-azzurri sospinti da due mediani d'attacco di grande qualità.
Poi finalmente i primi sintomi della calma: una sicurissima uscita con presa alta di Manfredi, alcuni perentori interventi di Zelioli, il controllo sempre più stretto di Rota e Quaini sulle pericolose estreme nero-azzurre, le prime azioni e il risultato di 1:1 dopo una partita bella e avvincente.
Più fini, tecnicamente superiori i nero-azzurri, allievi di una scuola che ha una grande tradizione; più dinamici, dal gioco meno tecnico, meno elaborato ma più redditizio i grigio-rossi. Se nell'Inter abbiamo ammirato le qualità di Padalino, Marinelli, Rudelli, Erba e Campagnoli, a tutti i ragazzi grigio-rossi dobbiamo estendere un elogio incondizionato. Hanno lottato con generosità commovente, senza risparmio di energie, terminando con un più che meritato pareggio in casa dell'avversario più forte. Hanno saputo vincere l'emozione e reagire alla rete avversaria: ci è piaciuta soprattutto l'intelligenza con la quale l'attacco nel secondo tempo ha giostrato a continui spostamenti. Sono ragazzi che giocano con un cuore grande così e possiedono, oltre alle notevoli qualità personali, un affiatamento preziosissimo.
Da loro, attendiamo per il futuro ottime cose: siamo andati a Milano per avere conferma di questa nostra convinzione e l'abbiamo avuta più che a sufficienza. Speriamo vengano seguiti come si deve.
Cremonese-Prato 3-1 (1-0).
Dire della partita è inutile. Chi l'ha vista non ha perso il suo tempo perchè, a parte quattro reti (e i goals piacciono sempre) qualche buona cosa è stata pur combinata. A che pro quindi guastare tutto andando a trovare il pelo nell'uovo, e quale utilità nello snocciolare una serie di azioni minuto per minuto? Non serve. Se qualcuno non è stato soddisfatto venga a vedere Napoli e Pisa. Vedrà delle magnifiche partite e una Cremonese che non è inferiore a tante squadre che pure hanno più punti. Maggio è cominciato bene. Speriamo finisca altrettanto bene. Intanto però bisogna cominciare a pensare al prossimo anno. Ma qui il discorso è lungo e lo completeremo un'altra volta.
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