Ho letto venerdì 27 dicembre 2013 la lettera pubblicata a firma di un deputato del Sel e riguardante i Centri di identificazione ed espulsione (Cie ) di Roma. Non obietto nulla sulle sue testimonianza, i suoi racconti sono veramente raccapriccianti se corrispondono alla realtà ma possiamo noi cittadini italiani, porci qualche domanda? Perché esistono questi centri? Dove potrebbero andare queste persone al di fuori di queste strutture? La causa dell’apertura di questi centri è da addebitare all’Italia? Sono domande a cui è difficile rispondere ma sicuramente non alla legge Bossi- Fini, una legge che in passato ha segnato un rallentamento dell’immigrazione clandestina fino a che poi si è deciso, senza eliminarla, che questa legge doveva essere accantonata e allora... avanti tutti che l’Italia è un paese senza frontiere. Nessuno vuole essere tacciato di razzismo ma penso che il male che viene fatto a queste persone venga proprio da loro, dal loro numero esponenziale di presenze e gli italiani penso che se ne siano accorti tutti meno che i politici i quali sono sempre pronti alle critiche ma non trovano mai le soluzioni. Troppo facile dire che questo è così, quello è colà, ma la soluzione a chi spetta? Gli italiani muoiono di fame non ce la fanno a finire il mese, ci sono molti disoccupati, in pratica queste persone sono dei clandestini nel loro paese per il quale pagano le tasse e altro ancora, ma non vedo mai nessun politico che si esponga come nei casi degli immigrati. L’altro giorno seguendo un servizio su uno di questi centri ho potuto notare come poi non se la passino male anche se sono senza soldi, ma però la loro sigarettina possono ancora permettersela visto che nel ‘pacco giornata’ rientra anche quella. Gli italiani invece per far fronte alle loro esigue esigenza hanno o debbono rinunciare anche a quelle per mantenere una certa dignità umana. Perciò cari politici venite a raccontarci una storia diversa perché ormaigli italiani sono stanchi di lavorare solo per le tasse e per mantenere queste persone. Pier Alfredo Gualdi (Grontardo)
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