18 Gennaio 2014 - 14:07
E' il primo del 2014, un giovane di 29 anni, Gabriele Cipolla di un paesino della provincia di Verona, si è tolto la vita per la mancanza di lavoro. Dopo aver inoltrato decine di curricula, ha deciso di porre fine alla sua esistenza: si vergognava di dover ancora dipendere dai genitori e nella valutazione pesava anche l’altro fratello,di 26 anni, anche lui in cerca di occupazione. E’ il quadro di milioni di famiglie italiane, la rappresentazione a volte tragica, di centinaia di migliaia di ragazzi che non riescono a realizzare il primo sogno di ogni giovane : il lavoro. (...) come Gabriele crollano, non riescono più a sopportare tutto questo e in un momento di debolezza decidono di finirla con la vita. Sono diverse centinaia gli italiani che negli ultimi due anni hanno fatto questa scelta dolorosa non riuscendo più a sopportare la fine di un lavoro, l’impossibilità di trovarne o, vedere la propria attività artigiana o commerciale chiudere per tasse e mancanza di commesse. La mamma di Gabriele ha lanciato un grido di dolore misto a rabbia perché altri giovani non siano costretti a distruggere la loro vita come il figlio. Io conosco i responsabili politici e morali di questa situazione, potrei citarli uno per uno, sono quelli i cui figli non correranno mai il rischio di doversi ammazzare perché non trovano lavoro, sono fortunati loro, hanno dei genitori bravi, molto bravi. Gabriele invece è sfortunato, è figlio di un’Italia ingiusta e ingrata.
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(Cremona)
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