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ARCHEOLOGIA

Le rovine di Sanxingdui e il futuro dell'archeologia

Ricercatore giapponese, dagli scavi abbiamo molto da imparare

Daniele Duchi

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30 Marzo 2021 - 12:26

Le rovine di Sanxingdui e il futuro dell'archeologia

TOKYO (30 marzo 2021) - Le nuove scoperte archeologiche nel sito di Sanxingdui, nella provincia del Sichuan, nella Cina sud-occidentale, possono fare da apripista al futuro dell’archeologia cinese e mondiale. Queste le parole di Yoshio Kawamura, un ricercatore del Kyushu National Museum in un’intervista concessa a Xinhua. «Le nuove scoperte sono il risultato degli sforzi incessanti degli archeologi, che hanno applicato metodi scientifici e tecnologici d’avanguardia in molti campi» ha detto l’archeologo giapponese. La ricerca di Kawamura sull'archeologia cinese e sui manufatti in bronzo è strettamente legata a un reperto rinvenuto a Sanxingdui. Durante il suo primo viaggio in Cina come studente universitario Kawamura si è imbattuto nei reperti in bronzo dissotterrati nel sito di Sanxingdui conservati presso il Museo Provinciale del Sichuan ed è stato lì che ha visto per la prima volta la famosa maschera di bronzo con gli occhi sporgenti. Il ricercatore ricorda di essere rimasto particolarmente sorpreso dalle opere esposte: «gli oggetti di bronzo legati alla civiltà cinese che avevo studiato durante le lezioni di storia al liceo avevano tutti la funzione di contenitori ma la cultura del bronzo e di maschere di forme così strane realizzate nel bacino di Chengdu andava ben oltre la mia immaginazione».

«È stata quella maschera ad ispirare i miei studi dedicati all’archeologia cinese, specialmente per quanto riguarda i bronzi», ha raccontato Kawamura a Xinhua. In seguito, la sua carriera è proseguita con l’impiego presso il Museo Nazionale di Tokyo dove nel 2012 si è svolta una mostra speciale sui tesori delle dinastie cinesi, con l’esposizione di reperti culturali caratteristici risalenti alle dinastie Xia e Song. Durante tale evento, Kawamura, che era anche il curatore della mostra, fu felice di rivedere dopo vent'anni la maschera di bronzo con gli occhi sporgenti che tanto lo aveva colpito. «I manufatti in bronzo dissotterrati dal sito di Sanxingdui sono stati il motivo per cui ho deciso di dedicarmi allo studio dell’archeologia cinese. È stato un grande piacere poter ritrovare la maschera e lavorare alla mostra per farne conoscere il fascino ai giapponesi», ha affermato poi l’esperto ora impiegato presso il Kyushu National Museum. Parlando delle nuove scoperte nel sito di Sanxingdui, Kawamura ha detto: «erano molti i ricercatori convinti di rinvenire oggetti d’oro, ma ciò che ha davvero catturato la mia attenzione è stato il grande quantitativo " aggiungendo inoltre che a suo parere le nuove scoperte solleveranno due domande importanti in ambito archeologico.

La prima riguarda la diversità delle civiltà cinesi: la cultura Sanxingdui usava il bronzo per realizzare armi e strumenti sacrificali, e questo la accomuna con le dinastie Xia, Yin e Zhou, ma è sorprendente che siano stati realizzati anche così tanti oggetti in oro. Sebbene la cultura Sanxingdui appartenga alla civiltà cinese del periodo del bronzo, i suoi oggetti realizzati con l’oro presentano differenze rispetto a quelli rinvenuti in prossimità del Fiume Giallo. La seconda domanda riguarda il modo in cui si è conclusa la cultura di Sanxingdui. Per Kawamura, il gran numero di oggetti d’oro dissotterrati dovrebbe gettare nuova luce sulla controversia legata alla natura degli scavi n. 1 e n. 2 e su come la cultura Sanxingdui si sia effettivamente estinta. Questi indizi infatti potrebbero fornire una nuova interpretazione sul misterioso epilogo della cultura di Sanxingdui. «Anche da una prospettiva globale, il progetto archeologico è ben sviluppato e positivo, e i ricercatori giapponesi hanno molto da imparare», ha concluso Kawamura. (XINHUA)

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