20 Marzo 2020 - 10:07
«Ormai il fronte è Milano. In città i casi cresceranno. C'è ancora troppa gente in giro». Così Massimo Galli, docente di malattie infettive alla Statale di Milano e primario al Sacco, su la Repubblica, facendo presente che a Milano ci sono tanti più contagiati di quelli che «registriamo. Le misure vanno rinforzate», perché a proposito dei numeri di Milano «nella migliore delle ipotesi ci dobbiamo aspettare la crescita per i contatti precedenti a giovedì scorso, nella peggiore perché diverse persone continuano ad andare in giro, anche per futili motivi». «Da svariati giorni sostengo che la battaglia è la Lombardia - osserva - sono fortissimamente preoccupato per quello che succederà. I risultati li vedremo quando finalmente si diraderà il grande numero di infezioni che evidentemente sono avvenute prima che fossero adottate quelle regole. Stiamo ancora vedendo chi si è ammalato nel periodo precedente. È difficile rendersi conto di come si muove questa malattia visto che facciamo i tamponi solo a chi è fortemente sintomatico. Forse sarebbe il caso di aprire spazi al di fuori dei pronto soccorso; non penso che vadano fatti tamponi a tappeto ma certo qualcuno in più servirebbe. La gente viene lasciata a domicilio e non vorrei arrivare ad avere morti in casa misconosciuti. Abbiamo messo tantissima gente a casa. In questo modo abbiamo chiuso nei loro appartamenti i non infetti ma anche gli infetti che non sanno di esserlo. Così questi ultimi contagiano i familiari, e l’epidemia non diminuisce. Ricordiamoci che in Cina ha colpito in gran parte nei contesti familiari. Bisogna intervenire e isolare ulteriormente, sennò non ce ne libereremo più, si continuerà in eterno».
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