07 Maggio 2015 - 13:03
"Matteo Messina Denaro ci chiese di fare un attentato al pm Di Matteo perché si era spinto troppo avanti in un processo. Poi capimmo che si trattava del processo sulla trattativa Stato-mafia". Lo ha detto il pentito Vito Galatolo, in aula proprio per questo processo. "L'arteficiere non era di Cosa Nostra, quindi capimmo che dietro al piano c'erano soggetti estranei alla mafia, apparati dello Stato, come nelle stragi del '92", aggiunge. In aula doveva esserci anche il boss Totò Riina, ma è stato ricoverato in ospedale.
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