Il gastronomo Edoardo Raspelli alla trattoria Lupi di Costa Sant'Abramo
Ennesimo ribaltone di quella che sta diventando la sfida più appassionanti tra i ristoratori del territorio. L’Osteria dell’Olmo di Olmeneta si è ripresa la vetta e al secondo posto si è piazzata la Trattoria Lupi (Costa Sant’Abramo) grazie alla vittoria della tappa di domenica. Terzo posto per il Sombrero di Cremona, leader fino a sabato, seguito dall’Osteria del Borgo di Zanengo che perde una posizione. Mentre questi quattro locali, incalzati da La Clochette di Solarolo Rainerio e dal Dordonidi Cremona, danno vita ad una serie emozionante di sorpassi e cotrosorpassi, la tappa di ieri se l’è aggiudicata una new entry: l’osteria La Mangiatoia di Casanova del Morbasco (Sesto ed Uniti). Un bel colpo che ha lanciato il ristorante direttamente al 19esimo posto in classifica. La sfida incandescente proseguirà fino a venerdì 6 settembre e grazie alle numerose sorprese che si succederanno da qui alla fine del gioco i terremoti in classifica sono dietro l’angolo. Oggi, per esempio, gli inseguitori hanno una grande occasione per tornare protagonisti grazie al coupon jolly da 30 punti. Ristoratori e clienti, armati di forbici e un po’ di pazienza, sono pronti a mettersi in movimento. Una proposta culinaria che non rinuncia ad esplorare e sperimentare fa sì che la ristorazione cremonese rimanga sulla breccia dell’onda anche in estate. Il continuo mutare della classifica è l’esempio migliore della poliedricità dell’offerta. In graduatoria compaiono locali che sono portabandiera della cucina tradizionale, altri che portano dalle nostre parti le prelibatezze di altre zone d’Italia oppure i profumi e i sapori di paesi lontani.
Il tutto con un comune denominatore, la semplicità che caratterizza l’accoglienza cremonese. Atmosfere decisamente diverse da quelle che si respirano, giusto per fare un esempio, a Parigi. Nell’ultimo periodo, nella ‘ville limière’, stanno chiudendo i battenti, il tempo di rifarsi un look più moderno, alcuni dei mitici alberghi a cinque stelle di Parigi, dal Ritz in Place Vendome, al Crillon in Place de la Concorde fino al Plaza Athenè nei pressi degli Champs-Elysees. Gli storici templi del lusso della capitale francese rischiavano di non poter competere con i nuovi arrivati, i colossi asiatici e mediorientali come Raffles, Mandarin Oriental e Shangri-La, dal design più contemporaneo e dotati di tutti i comfort — dalle Spa alle ultime tendente tecnologiche, ai ristoranti stellati — che negli ultimi due anni si sono fatti spazio sotto la Tour Eiffel. La parola d’ordine, dunque, è rinnovamento sia per stare al passo con i tempi del lusso e con le aspettative di una clientela più giovane e più variegata, con una presenza crescente di russi, asiatici e brasiliani, sia per poter conservare l’ambita etichetta di «palace», massimo riconoscimento per un albergo (in tutto in Francia sono 13 di cui 6 a Parigi). I lavori sono quindi l’occasione per installare nei vetusti palazzi la fibra ottica e i servizi high-tech, ridurre il numero di camere e aumentare la superfice delle suite, il tutto per un costo da 500.000 a un milione di euro a stanza. Intanto si annuncia anche l’arrivo di due altri nuovi alberghi di lusso, il Peninsula (il proprietario è la famiglia Kuok, Malesia) che aprirà i battenti a Parigi a fine anno e l’Hotel Cheval Blanc del gruppo Lvmh che sarà inaugurato entro il 2016.
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