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I NOSTRI SOLDI

Scegliere la connessione adsl più veloce, ma attenzione alla privacy

Dopo lo scandolo dell’NSA ogni utente del web sa bene quanto poco la sua privacy sia rispettata sui social network o dai motori di ricerca: e ora di risolvere il problema

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

10 Aprile 2014 - 18:50

Una ragazza al computer

 

Per risparmiare su internet possiamo scegliere la connessione adsl più conveniente, per spendere meno con il cellulare o lo smartphone possiamo trovare l’operatore più adatto a noi o la tariffa più vantaggiosa, ma se volessimo cercare una maggiore privacy in rete, qualcuno è in grado di fornircela? Qualche compagnia fornitrice di connessione adsl o di traffico dati per il mobile può garantirci sicurezza contro l’uso improprio dei nostri dati? Ovviamente no.

Nessuna tra le offerte di Fastweb, Alice adsl o Vodafone Casa può garantire il consumatore contro l’utilizzo dei dati che lui stesso accetta di mettere su internet. È infatti sbagliato pensare che i servizi che utilizziamo in rete siano gratuiti. La connessione a internet ha il suo prezzo ma tutti i contenuti o i servizi che noi possiamo gratuitamente trovare sul web, implicano uno scambio, per quanto taciuto, in cui ognuno di noi sacrifica la sua privacy.

I nostri dati personali e i nostri interessi mostrati sui social betwork, le nostre abitudini di spesa e i prodotti che abbiamo acquistato su Amazon, oppure cosa ci piace e cosa cerchiamo su internet attraverso tutti i motori di ricerca, Google in primis, sono quello che noi paghiamo in cambio di quei servizi gratis. E per alcuni questo vale molto di più del denaro. La privacy è messa duramente a rischio e finalmente gli utenti del web se ne sono accorti.

È stato proprio in seguito alle informazioni trapelate attraverso la testimonianza di Edward Snowden che è iniziata la bufera. L’uomo ha rivelato infatti l’accordo tra i colossi americani di internet come Google o Facebook e il governo americano che, proprio attraverso questi mezzi e con il tacito accordo delle aziende sopra citate, spiava milioni di cittadini americani e non solo, attraverso i social network. Questo ha portato a una vera tempestata mediatica in cui gli organi di informazione e non solo si sono scagliati contro l’agenzia governativa NSA e contro tutte le società interessate dallo scandalo.

Tutto questo ha portato il consumatore ha rivedere totalmente la fiducia nei confronti della rete e delle aziende che vi operano, visto l’utilizzo assolutamente improprio e non autorizzato che veniva fatto di dati personali e sensibili. Questa perdita di fiducia emerge da una ricerca svolta dall'inglese Loudhouse Research per conto dell'operatore francese Orange, che ha coinvolto utenti di Francia, Polonia, Spagna e Regno Unito.

Agli intervistati è stato sottoposto un elenco di macro gruppi di aziende ed è stato chiesto di indicare per quali avevano maggiore o minore fiducia rispetto al passato. La situazione emersa è allarmante e al più presto le aziende coinvolte dovranno correre ai ripari. Il 46% di chi possiede uno smartphone ha un calo di fiducia verso i social network, un dato che non è compensato da un 12% di consumatori che ora invece esprime maggior fiducia. Per quello che riguarda gli operatori di telefonia mobile, i fornitori di servizi Internet e gli sviluppatori di app invece il calo di fiducia c’è stato solo per il 26% degli intervistati.

Si salvano invece i produttori di smartphone; il 19% degli intervistati nutre verso di loro meno fiducia, tuttavia un altro 18% ne ha di più, riequilibrando quindi il dato, che subisce di conseguenza solo un leggero calo dell’1%. Questi risultati sono praticamente paralleli a quelli di un’altra indagine di mercato condotta nel 2013 da Ipsos MORI.  Il 60% degli intervistati vede come ragione principale dell’aumento dei problemi correlati alla privacy con il fatto che alcune società condividano i dati personali con altre aziende. Per i partecipanti all’indagine altre cause sarebbero il monitoraggio del proprio comportamento online e le discutibili politiche sulla privacy dei social e dei motori di ricerca.

Il calo della fiducia dei consumatori è un elemento fortemente negativo per tutte le aziende, i colossi del web si salvano solamente grazie al fatto che non esistono per la stragrande maggioranza degli utenti alternative valide altrettanto semplici. In ogni caso anche queste società dovranno trovare una soluzione per riconquistare la fiducia dei consumatori, soprattutto garantendo che la privacy venga rispettata.

 

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