Sogni e drammi nelle santelle dedicate a santi e Madonne
La zona compresa tra Stagno e il Forcello
è costellata di questi piccoli templi che affondano le radici nella storia più remota
La zona compresa
tra Stagno e il Forcello
è costellata di questi
piccoli templi
che affondano le radici
nella storia più remota
Dicembre 2013
Santelle e cappellette sono un segno caratteristico delle nostre campagne, dove le tracce della devozione e della soggezione si trovano spesso lungo le strade, nelle cascine o in luoghi oggi abbandonati ma che un tempo accoglievano decine di famiglie. A Stagno Lombardo, forse proprio per la presenza di molte località sparse, si contano numerose chiese e santelle. La prima la incontra, ben prima del paese, chi giunge dalla strada ‘Bassa per Casalmaggiore’ passando necessariamente per l’incrocio meglio conosciuto come ‘Forcello’. Qui viene accolto da una cappelletta che riporta sull’architrave la scritta ben visibile ‘Nostra Signora della strada’. Si tratta di un piccolo edificio, appoggiato all’imponente caseggiato moderno che sorge alle sue spalle; un minuscolo selciato in mattoni rossi separa il tempietto dal prato su cui si affaccia. Di questo edificio troviamo traccia già verso la metà del 1800 su unamappa rilevata a mano, sulla quale viene indicata col termine ‘santella’, posta proprio nell’intersezione tra la strada, allora nominata ‘la Motta bassa’ e la diramazione per il paese, che all’epoca si chiamava ancora Stagno Pagliaro. È possibile che nei secoli precedenti, al posto della santella ci fosse una chiesa. Due cose ce lo fanno supporre: Forcello era una località di una certa importanza, tanto che fino al 1867 era Comune; inoltre in alcuni disegni del Campi, datati 1571, vengono segnalate 5 chiese nel territorio di Stagno Pagliaro e tra queste una è indicata proprio a Forcello.Ma la santella che troviamo oggi non risale a quell’epoca ed è pertanto probabile che sia stata eretta o su un edificio sacro pre-esistente o, per lo meno, nella stessa zona. Riguardo la dedica a ‘Maria Nostra Signora della Strada’, è facile capirne il perché, dal momento che da sempre il tempietto sorge su un importante bivio, quella biforcazione da cui deriva il nome ‘Forcello’; si deve poi ricordare che in origine gli affreschi nella santella raffiguravano l’immagine della Vergine nell’atto di offrire pane e conforto ad un pellegrino.
Lasciamo Forcello e proseguiamo verso Stagno. Percorsi pochi chilometri, alla nostra sinistra, ci si presenta la cascina Lagoscuro, che ospita una chiesa sorta su antichissima pieve longobarda; quindi a Stagno troviamo la parrocchiale dedicata ai santi Nazaro e Celso. Oltrepassato l’argine maestro, nel dedalo di strade che si snodano nella golena verso le numerose località sparse nella campagna, giungiamo all’argine in zona ‘Gerre del Pesce’. Il toponimo deriva da ‘gera’ vale a dire la ghiaia che ricopriva parte di questi territori; ‘pesce’ veniva riportato anche come ‘peso’, ossia un dazio da pagare per accedere. Anche Gerre del Pesce era un Comune autonomo fino al 1862. Scendendo l’argine, sulla destra incontriamo un’altra santella, costruita circa un secolo fa. È un tempietto molto semplice e sobrio nella sua struttura, che racchiude un’immagine di Maria col Bambino su uno sfondo che rappresenta la campagna: un campo di frumento, dei pioppi, una pianta carica di frutti ed un piccolo edificio che sbuca tra gli alberi sul fondo. Non è l’immagine tradizionale della Madonna, ritratta nella gloria dei cherubini; ricorda piuttosto la figura di una donna delle nostre terre che stringe dolcemente il suo bambino. E fu proprio una madre, all’inizio del secolo scorso, a far costruzione questa santella: straziata dall’angoscia di sapere il figlio in guerra, lontano da casa, prigioniero in un campo di prigionia austriaco, la donna ogni giorno pregava Maria di far tornare a casa il povero ragazzo. La preghiera fu ascoltata e quando la donna finalmente riabbracciò il figlio, decise di ringraziare la Vergine e far edificare la santella. E così oggi, tra i campi di frumento e gli alberi che crescono nel silenzio di questo angolo di campagna, rimane questo simbolo di fede e di amore materno. Sempre a Gerre del Pesce, nell’omonima cascina, si trova una bella chiesa settecentesca dedicata a Sant’Antonio da Padova, che probabilmente è stata eretta sulle spoglie di una precedente chiesa molto più antica, che nel 1500 era annessa al convento benedettino presente nell’attuale cascina.
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