06 Settembre 2025 - 05:25
Marinella Pavanello e Michele Cremonini Bianchi, fondatori della compagnia AnubiSquaw
CREMONA - Dalle cene con delitto al cinema di comunità, passando per una passione condivisa: la recitazione e la scrittura. Michele Cremonini Bianchi e Marinella Pavanello sono le anime della compagnia AnubiSquaw, gruppo teatrale che in fatto di creatività non ha molti eguali, almeno sul territorio, per la capacità di coniugare storie appassionanti, partecipazione degli spettatori e convivialità.
Si sa, con la cultura non si mangia, e allora Pavanello e Cremonini Bianchi hanno deciso che portare il teatro fra bicchieri, tavole imbandite e cene sontuose potesse essere una soluzione per vivere di teatro, mangiare col teatro. Da qui l’idea di fare in modo che ogni cena potesse diventare non solo uno spettacolo, ma la scena di un delitto in cui i commensali erano complici nell’individuare il colpevole. «Il nostro debutto risale al 12 giugno 2001 con Parenti Fetenti — raccontano Cremonini Bianchi, regista, e Pavanello, attrice —. E così abbiamo organizzato 1.981 cene con delitto, incontrando 146.821 spettatori/commensali, lavorando in 473 ristoranti e situazioni conviviali, portando in scena in tutto 19 spettacoli, tutti col format del giallo o del thriller».
E basterebbero questi numeri per fare della compagnia AnubiSquaw un esempio di intelligente imprenditoria culturale. Dopo il Covid le cose si sono fatte un po’ più difficili, ma, come si dice, le difficoltà aprono nuove strade: per Cremonini Bianchi è stata la scrittura narrativa, per Marinella Pavanello la via del cinema, che le ha aperto nuove prospettive professionali.
«Non abbiamo abbandonato le cene con delitto, che continuano a essere un’importante attività per il nostro gruppo — spiegano —. Molti attori cremonesi sono passati nei nostri spettacoli, hanno partecipato alle nostre cene teatrali. Siamo contenti di aver formato attori e attrici che ora hanno preso la loro strada: penso a Massimiliano Pegorini e a Denise Valentino, solo per fare due nomi».
E se anche quest’anno hanno un fitto calendario teatral-gastronomico a Nave (Bresciano), ormai loro paese d’adozione teatrale, la svolta arriva nel 2024 con il film Tempo (s)caduto, un mix dei vari personaggi creati per le cene con delitto: «Da quell’esperienza si è aperta la possibilità professionale del cinema — spiega Pavanello —. Ho cominciato a fare provini, a lavorare con la Film Commission del Piemonte, che è assai attiva e che mi ha proposto diverse occasioni di lavoro. Posso dire di aver avuto sempre piccoli ruoli. Quando ho capito che recitare davanti a una cinepresa poteva fare al caso mio, mi sono formata, ho frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. Ho avuto modo di recitare ne La Sposa diretta da Giacomo Campiotti, in Cuori 2 diretta da Riccardo Donna, in Rocco Schiavone – 6ª stagione diretta da Simone Spada, e in Zamora, il primo film con la regia di Neri Marcoré. Mi affibbiano sempre ruoli da cattiva o psicopatica, e questo un poco mi preoccupa. Comunque è lavoro, un bel lavoro che mi dà soddisfazione e ci ha aperto una nuova prospettiva di azione».
E infatti è il cinema che sta impegnando in queste settimane Pavanello e Cremonini Bianchi, insieme al regista cremonese Antonio Capra, sul set a Stagno Lombardo per realizzare I Misteri di Stagno Lombardo. «Tutto è nato dalla volontà di fare qualcosa per e con il paese in cui ci siamo trasferiti a vivere — raccontano —. Da qui l’idea di girare una storia misteriosa e, speriamo, irresistibilmente comica». «A Stagno Lombardo sparisce una gallina. Da questo fatto dipende la supremazia sull’intera Terra: il Bene ha nascosto le tre Chiavi del Potere. Zenobia, agente del Male, ha trovato la prima Chiave — spiega Cremonini, che firma la sceneggiatura —. Se troverà anche le altre due, l’equilibrio del pianeta sarà spezzato. L’intero paese, guidato dal sindaco Roberto Mariani e da una misteriosa investigatrice, proverà a difenderle. Riuscirà Stagno Lombardo a salvare il pianeta?».
La risposta a questo interrogativo è il film, ora in fase di montaggio. Ma al di là del film in sé, è lo spirito che ha mosso Cremonini e Pavanello a realizzare una sorta di storia corale: «Normalmente si scrive una sceneggiatura e poi si cercano le attrici e gli attori ‘giusti’, che vadano a interpretare i personaggi della storia; in questo caso il concetto è stato ribaltato — spiegano —. Dopo la stesura di una prima versione della storia, abbiamo indetto un incontro invitando tutta la popolazione. Da qui, l’adesione al progetto di ventisette persone (le donne sempre più numerose degli uomini), che si sono rese disponibili a vestire i panni di attrici e attori per un giorno e anche di più. A questo punto abbiamo adeguato la sceneggiatura sulla base delle persone coinvolte, per permettere loro di lanciarsi in questa avventura con più naturalezza e spontaneità».
«Per la parte tecnica - continuano -, siamo riusciti a coinvolgere ragazze e ragazzi di Stagno, che ricoprono alcuni ruoli dietro le quinte: direttore della fotografia Milen Antonioli; Filippo Iacinti (assistente alla regia); Andrea Zagnoni (fonico); Elisa Ceruti (responsabile del cast e addetta al ciak); Luca Taino, Olmo De Angeli, Jole De Angeli, Giulio Ceruti (assistenti macchinisti). La regia è affidata alle mani esperte di Antonio Capra, regista cremonese. Ora siamo in fase di montaggio, ma è stata un’esperienza unica, un modo per raccontare il paese che ci ospita e ci ha accolto. Se tutto andrà bene, presenteremo il film in piazza a novembre: immaginiamo la piazza riscaldata da bracieri, caldarroste e vin brulé, e un grande schermo in cui la comunità di Stagno Lombardo si possa rivedere. Sarà uno spettacolo, che spettacolo!»
E mentre Marinella Pavanello decolla per l’entusiasmo, Michele Cremonini Bianchi la guarda, soddisfatto e impassibile, come a dire: «Andiamoci piano, vediamo come va».
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