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ARTE CONTEMPORANEA

Una stella fatta di luce: il segno di Marsiglia

L’artista soncinese protagonista con le sue opere ‘site specific’ al Colosseo e a Pisogne

Barbara Caffi

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15 Agosto 2025 - 16:00

Una stella fatta di luce: il segno di Marsiglia

CREMONA - Un mondo a colori e multiforme, cangiante e luminoso che mette insieme arte, luce, tecnologia digitale, progettualità, visual art e molto altro ancora: è l’universo - un caleidoscopio - di Vincenzo Marsiglia, artista nato in un paese in riva al mare (Belvedere Marittimo, in Calabria) ma da molti anni residente a Soncino, quando non va in giro per il mondo a illuminare monumenti, palazzi, mercati storici o altri luoghi che ormai si definiscono iconici. Le ultime committenze lo hanno portato a Roma, dove è stato coinvolto in un progetto al Colosseo per celebrare uno scambio culturale tra Italia e Corea, e a Pisogne, sulla sponda bresciana del lago d’Iseo.


Protagonista è sempre l’Unità Marsiglia, una stella a quattro punte che rappresenta la cifra stilistica dell’artista: invariato nel disegno e nelle proporzioni, il modulo è stato utilizzato sia in opere materiche, compresi feltri e stoffe, sia in contesti multimediali, impalpabili, oggetto della ricerca più recente dell’artista. È il caso delle opere che, a fine giugno, hanno sancito un scambio culturale e di immagini tra Italia e Corea, Paesi che sentono fortissime le loro tradizioni e che tuttavia sanno interconnettersi.

Oltre a Marsiglia, hanno partecipato all’illuminazione artistica dell’anfiteatro Flavio - che per la prima volta nella sua storia plurimillenaria si è trasformato in ‘tela’ - anche il sudcoreano Lee Lee Nann e il collettivo italiano Squatters Lab. Marsiglia ha proposto un’opera site-specific dal titolo Map (Star) The World – Korea. L’opera ha messo in scena una geografia emotiva e simbolica del dialogo tra Italia e Corea, tracciata attraverso il segno distintivo dell’artista cremonese: una stella a quattro punte, che ormai è diventata grammatica visiva e dispositivo di lettura.

Il lavoro è nato da un’esperienza immersiva nell’ambito dell’Istituto Culturale Coreano di Roma, e poi rielaborata con l’uso di Hololens 2 (un computer olografico) e del suono, in collaborazione con l’artista Ocrasunset (Simone Boffa). Ne è emerso un paesaggio sensibile, in cui l’immagine, sottolinea una nota, non ha documentato ma evocato, e lo sguardo si è trasformato in traduzione poetica. Proiettato sul Colosseo, l’opera porta a una nuova dimensione pubblica, diventando visione collettiva e riflessione sull’identità, la distanza, la presenza e la sparizione.


«Sono profondamente onorato - ha sottolineato Marsiglia - di essere stato selezionato per un progetto unico che, per la prima volta, porta la proiezione di opere digitali sulla facciata del Colosseo. L’evento è promosso dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Corea, e organizzato dalla Korean Foundation for International Cultural Exchange insieme al Parco Archeologico del Colosseo. Per questa occasione ho realizzato un’opera site-specific dal titolo Map(Star) The World – Korea, che mette in scena una geografia emotiva e simbolica del dialogo tra Italia e Corea. Il mio tratto distintivo si espande e si sovrappone alla superficie del Colosseo, trasformandola in un tableau vivant di luce e memoria, inedito e profondamente evocativo. Il lavoro è il frutto di un'esperienza immersiva all’interno dell’Istituto Culturale Coreano di Roma, dove ho potuto approfondire e raccogliere elementi della cultura coreana, restituendoli attraverso un linguaggio visivo che intreccia segno e ritmo, passato e futuro, cultura e innovazione». Il progetto, per quanto riguarda la partecipazione italiana, è stato curato da Alisia Viola e Tommaso Venco.


E poi, Pisogne. In occasione della rassegna Le Meccaniche della Meraviglia, curata da Albano Morandi, Marsiglia ha illuminato la Torre del Vescovo, il monumento simbolo della cittadina lacustre. La stella di Marsiglia, fatta di luci e colori, ha ridefinito l’edificio medievale e la sua merlatura guelfa. «La mia idea - aveva evidenziato l’artista nel corso di un’intervista a Rai Cultura - è quella di creare un grande messaggio globale senza confini per poter dare forza ad una nuova visione di vita e arte grazie alla tecnologia e all’uomo, quindi la costruzione di un secondo Rinascimento».

Quelle di Marsiglia, era stato detto nel programma, «sono opere fortemente contemporanee, in quanto legate ad uno strumento di comunicazione utilizzato quotidianamente nella nostra vita, in cui, tuttavia, Il desiderio dell’artista non è finalizzato a dare soluzioni precise o oggetti concreti ma ad offrire, integrando gesto, segno e suono, un’opera mutevole che trovi il suo completamento nell'interazione con il pubblico. Il processo di relazione tra opera e spettatore subisce una significativa riduzione della loro distanza e un imprevedibile cambiamento». Quattro anni fa, Marsiglia aveva realizzato a Cremona la videoinstallazione Unritrattoperunirci.

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