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CREMONAJAZZ 2025

Bollani: note a colori per tasti bianchi e neri

Fantasia, improvvisazione e ironia: la cifra del pianista in concerto ieri sera all’MdV

Luca Muchetti

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21 Giugno 2025 - 08:47

Bollani: note a colori per tasti bianchi e neri

Stefano Bollani

CREMONA - «Io una scaletta l’avrei anche», spiega Stefano Bollani presentandosi completamente vestito di bianco alla sala dell’auditorium Arvedi del Museo del Violino gremita, rivelando la voglia di improvvisazione che di lì a poco attraverserà tutta la sua esibizione per piano solo. È infatti un trionfo di jazz, di fantasia e di ironia il concerto che il pianista milanese regala al pubblico cremonese a un anno di distanza quasi esatto dalla sua ultima esibizione, nella stessa sala, all’epoca insieme al Danish Trio.

Mago nel tessere armonie di ogni tipo fra i tasti bianchi e neri, Bollani non rinuncia mai a quella vena di affabulatore mai ingessato che lo ha reso un personaggio atipico e vulcanico nel mondo del jazz italiano. «Molti di questi brani non hanno ancora un titolo ma sono tutti scritti da un autore contemporaneo chiamato Bollani», dice serio strappando i primi sorrisi del pubblico. È un fluire calmo e inesorabile di note, il suo, un diluvio di atmosfere talvolta apparentate con i grandi del piano jazz come Bill Evans, talaltra evocative e atmosferiche come la musica da film.

«Adesso il concerto continua con un po’ di musica», commenta con il solito spirito dissacrante dopo la prima tranche di brani e prima di inaugurare una parata di composizioni fra cui, insieme a molta musica originale, spiccano una fantasmagorica versione dello standard Take Five, una scherzosa citazione di O’ sole mio in cui i tasti del piano imitano le corde del mandolino, e una La vie en rose dal sapore brasiliano (Bahia è infatti un grande amore e infinita fonte di ispirazione per Bollani).

Uno spettacolo di fatto senza scaletta, guidato dal fluire di collegamenti mentali e armonici, corrispondenze e assonanze, omaggi, link impensabili, sostenute da un istinto naturale straordinario e da un modo di suonare pieno di groove, di anima e spesso percussivo che non fa mai rimpiangere la mancanza di una formazione a sostenere le ritmiche. Bollani è un formidabile musicista ma anche un uomo di spettacolo a tutto tondo, come ha dimostrato tante volte già negli anni di rapida e popolarissima ascesa. Nessuno stupore, infatti, quando la Rai ha deciso di affidare a lui e a sua moglie Valentina Cenni un programma di divulgazione musicale intitolato Via dei matti numero zero, nel quale il pianista ospita musicisti noti e meno noti parlando di musica di ogni tempo insieme alla moglie attrice, lanciandosi in duetti, conversando e intervistando gli ospiti.

Un interesse per la musica a 360 gradi che non gli ha mai impedito di collaborare con grandi del jazz come Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz, Chick Corea, Gato Barbieri, Bill Frisell, John Abercrombie, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Sol Gabetta, Fred Hersch, Martial Solal, Chano Dominguez, Chucho Valdés, Gonzalo Rubalcaba, Uri Caine, Diego Schissi, Igudesman & Joo, Miroslav Vitous, Aldo Romano, Jimmy Cobb, Roy Haynes, Michel Portal, Luis Bacalov, Riz Ortolani, e allo stesso tempo incrociare la via del pop da Irene Grandi a Jovanotti passando per Raf, Ranieri ed Elio e le Storie Tese.

Si conclude quindi con uno dei nomi in assoluto più popolari del jazz italiano una edizione particolarissima di CremonaJazz, la decima, e che in qualche modo segna un traguardo importante per un progetto nato da subito con ambizioni alte. I concerti all’auditorium in questi anni non hanno mai smesso di accostare mostri sacri internazionali a nuove stelle del jazz, con una attenzione particolare anche ai gusti del pubblico più neo fita o, semplicemente, curioso. Quest’anno si sono esibiti Al Di Meola, Ana Carla Maza Trio, Petra Magoni & Arkè String Quartet, Fabrizio Bosso, Francesca Tandoi Trio con una risposta da parte del pubblico costante e appassionata. CremonaJazz, che ha la direzione artistica di Roberto Codazzi, si conferma come il punto di riferimento cittadino per la musica jazz, e chiude la stagione primaverile all’auditorium facendo partire il conto alla rovescia per l’edizione 2026.

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