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CREMONA

Sorpresa dietro i ponteggi: riemergono affreschi cinquecenteschi sotto gli archi del Comune

Durante i lavori di consolidamento scoperti dipinti raffiguranti la Giustizia, l’Annunciazione e il Leone di San Marco. L’assessore Carletti: «Un dono inaspettato che racconta la storia e la bellezza nascosta della nostra città»

La Provincia Redazione

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14 Maggio 2025 - 16:22

Sorpresa dietro i ponteggi: riemergono affreschi cinquecenteschi sotto gli archi del Comune

CREMONA - Dietro i ponteggi montati per la messa in sicurezza degli archi dei portici di Palazzo Comunale, lato est del Cortile Federico II, si nascondeva un tesoro. Con la loro rimozione, sono riemersi splendidi affreschi cinquecenteschi che da secoli non erano più visibili: raffigurano la Giustizia, l’Annunciazione e il Leone di San Marco, testimonianza dell’occupazione veneziana della città tra il 1499 e il 1509. Accanto, anche lo stemma con i tre gigli, emblema araldico della monarchia francese, che ricorda la liberazione di Cremona da parte del re Luigi XII, oggi visibile nella Sala degli Alabardieri.

affreschi

Gli affreschi, di straordinaria raffinatezza, sono stati sottoposti a un attento restauro nell’ambito dell’intervento strutturale, ancora in corso, che ha un valore complessivo superiore ai 400 mila euro. A seguito degli scavi, è emersa la necessità di rafforzare la fondazione muraria con strutture metalliche, ora in produzione, il cui montaggio è previsto entro giugno. I lavori proseguono in accordo con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.

affreschi

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«Abbiamo restituito alla città opere di straordinaria bellezza, celate per secoli dai segni del tempo», afferma l’assessore alle Opere pubbliche Paolo Carletti. «Per centinaia di anni i cremonesi non hanno potuto godere di tale spettacolo. Gli affreschi riscoperti raccontano la storia della nostra Cremona e testimoniano quanta cura misero i nostri avi nella decorazione del Palazzo. Siamo partiti per consolidare gli archi, e ci siamo ritrovati a restaurare opere del Cinquecento. È il bello dell’amministrare in Italia: ogni opera pubblica porta con sé sfide, ma anche scoperte che emozionano».

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