17 Aprile 2025 - 13:24
CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è Carmen.
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Domenica 13 aprile al Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona è andato in scena il balletto narrativo Carmen, che vede come coreografi Antonio Gades e Carlos Saura. Il balletto è ispirato alla classica opera nota, ma in questo caso la protagonista viene reinterpretata come una donna con dei valori e ferma nelle sue decisioni. La Compañía Antonio Gades è riuscita al meglio a trasmettere forti emozioni e a coinvolgere gli spettatori. La danza spagnola o flamenco con le sue musiche riesce a riaccendere nel cuore di tutti un senso di libertà e leggerezza; le movenze sensuali e distintive di questo ballo sono un’alta forma espressiva apprezzata da molti. Sul palco vengono rappresentate scene di vita quotidiana con grande naturalezza e disinvoltura, grazie all’ausilio di molti oggetti di scena. I costumi sgargianti, comodi e svolazzanti creano i giusti movimenti oltre a essere distintivi del ballo spagnolo. I personaggi principali, oltre alla protagonista Carmen, sono l’amato Don José interpretato da Angel Navarro, il marito della giovane interpretato da Miguel Angel Rojas e il Torero che interpreta alcune scene. Oltre ai balli svolti da tutta la compagnia, i più incantevoli rimangono i duetti che Carmen danza con tutti gli uomini a lei interessati. Questa giovane donna indipendente diventa esemplare: non accetta il dominio che il marito impone su di lei, ma dopo essersi unita a Don José non accetta nemmeno la sua gelosia nei confronti degli altri uomini, come ad esempio il torero. Carmen è spavalda, senza alcuna vergogna ama essere osservata alle feste paesane e desidera contraddistinguersi dalle altre donne. Il pubblico ha conferito un suo responso attraverso forti applausi di consenso verso la rappresentazione, forse perché siamo tutti chiamati a sentirci un po' come Carmen: liberi.
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Carmen: una storia immortale.
Se cercate uno spettacolo alternativo, si consiglia caldamente: “Carmen, un ballet de Gades y Saura”, messo in scena dalla compagnia Antonio Gades.
Una continua sorpresa, un’immersione nella cultura andalusa del flamenco accompagnata dalle musiche composte da Bizet.
Sin dal principio la figura di Carmen è stata rappresentata come una donna libera che farebbe di tutto per preservare la sua intoccabile indipendenza; come ha detto Gades “Carmen ha preferito morire piuttosto che perdere la sua, amata, libertà.” Non bisogna aspettarsi la classica Carmen del racconto di Mérimée musicato poi da Bizet, ma, come la musica flamenca, è un continuo rincorrersi di ritmi che interpretano la profonda essenza del suo spirito libero: una donna ribelle e affascinante, saldamente connessa alla cultura gitana. Non si presenta, quindi, come una paladina dell’amore romantico, ma come una donna profondamente libera, consapevole delle conseguenze delle sue scelte che la consegneranno alla morte violenta.
Pur avendo una scenografia essenziale che suggerisce la sala prove di una scuola di danza, come nei quadri di Degas, gli 80 minuti dell’atto unico, il susseguirsi di ballerini coinvolge in un'esperienza immersiva di espressione della cultura andalusa. La storia si costruisce intorno a Carmen e ai suoi numerosi spasimanti: Don José ossessionato dal suo fascino, il marito che non vuole rinunciare a lei e il Torero Lucas dal carattere arrogante e senza scrupoli. Per mano di Don José, accecato dalla gelosia e dal dolore del distacco del suo amore, Carmen viene assassinata. Proprio la sua morte la rende simbolo dell’emancipazione femminile come viene magnificamente espressa dalla melodia popolare del flamenco e dal battere ritmato, incessante e tonante dei tacchi Garrucha sull’assito del palco: la potenza espressiva del perfetto connubio delle sonorità delle voci maschili che si fondono con perfetto equilibrio contrastante attraverso il nervoso roteare delle dita sulle corde delle chitarre gitane rendono unica e caratteristica la fusione di velocità dei movimenti, l’espressività delle parole, suoni e passi di danza ogni volta sempre più dinamici e incalzanti costruendo uno spettacolo che coinvolge con passione il pubblico.
Il richiamo con i fatti di attualità è forte e sembra che nulla sia cambiato in quasi due secoli.
MARTELLOSIO RICCARDO - 5 LICEO STRADIVARI
Domenica 13 aprile, al Teatro Ponchielli di Cremona, è andato in scena uno dei capolavori del teatro musicale di tutti i tempi: Carmen. Terzo balletto narrativo di Antonio Gades, dopo Don Giovanni e Bodas de Sangre, è il risultato della sua fruttuosa collaborazione con il cineasta Carlos Saura. Presentata per la prima volta nel 1983, la coreografia è stata successivamente immortalata nell’omonimo film diretto da Carlos Saura.
Ispirati al racconto di Prosper Mérimée, i due artisti si sono serviti della celebre partitura di Bizet e l’hanno contrapposta alla musica tradizionale flamenca. Questa unione contrappone l’intensità popolare alla sensualità e alla passione, dando origine a un’inedita melodia.
Antonio Gades ha conferito alla danza spagnola uno stile caratterizzato da una grande capacità espressiva e oggi, sotto la direzione artistica di Stella Arauzo (ex allieva di Gades), la Compagnia ne tramanda la filosofia, l’estetica e la danza.
Carmen rappresenta la lotta di una donna per la libertà. Non è una donna frivola né una mangiauomini, ma una donna onesta che quando ama lo dice apertamente e quando non ama lo dice altrettanto chiaramente.
La scena è ambientata in una sala prove di danza, dove i ballerini, davanti agli specchi e sotto la guida del maestro, provano la coreografia. I piedi percuotono le assi del palco, le mani battono sui tavolini con forza, i corpi si muovono con rapidità e sensualità, creando un'atmosfera di pathos crescente.
Insieme ai ballerini sul palco i chitarristi (Alberto Fuentes e José Romero) e i cantanti (Enrique Bermùdez, Israel Paz e Rafael González) partecipano alla scena, rendendola più vivace e dinamica.
Le luci dal taglio cinematografico aiutano lo spettatore a calarsi all’interno della scena e a perdere quel contatto con la realtà, viaggiando in un’Andalusia senza tempo dove a comandare è solo il ritmo.
Con questo spettacolo, la Compagnia Antonio Gades conferma ancora una volta la potenza del flamenco come linguaggio universale. Carmen non è solo uno spettacolo, ma un grido di libertà, tra tradizione e ribellione.
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